Amazon si difende dopo il sequestro da 121 milioni: “Significativo contributo all’economia italiana”

Amazon si difende. Dopo le accuse di sfruttamento dei lavoratori e frode fiscale – con un presunto sistema di cooperative ed esternalizzazioni -, il colosso dell’e commerce ha voluto far sentire la propria voce. E lo ha fatto proprio nel giorno in cui il Gip del tribunale di Milano, Luca Milani, ha convalidato il sequestro di 121 milioni di euro nei confronti di Amazon Italia Transport, disposto il 23 luglio dai pm Paolo Storari e Valentina Mondovì nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta frode fiscale e le presunte false fatture da parte dell’azienda.
L’inchiesta era nata sul presunto sistema fraudolento per gestire le consegne finali, cosiddette dell’ultimo miglio, con “sistematico sfruttamento dei lavoratori” e “ingentissimi danni all’erario”. L’indagine, partita dai driver, ha fatto luce sulla gestione dei lavoratori, che secondo il Gip indossano indumenti con colori e logo decisi dal colosso, uguali per tutti, nonostante formalmente lavorino per diverse società in appalto. E, nonostante ricevano lo stipendio dalle varie società, di fatto faticherebbero perfino a interloquire coi datori di lavoro ufficiali, mentre sono in costante collegamento con il software di Amazon, il cui algoritmo misura l’attività dei driver, come il numero di consegne totali e di quelle andate a buon fine.
Il monitoraggio in tempo reale delle attività dei driver, dunque, sarebbe compiuto direttamente da Amazon Italian Transport, che valuterebbe l’efficienza del servizio, tra cui il rispetto dei 3 minuti richiesti per la consegna del pacco al cliente, e suggerirebbe direttamente il percorso da compiere, sempre attraverso il software gestionale.
Giovedì pomeriggio, però, la multinazionale di Jeff Bezos ha diffuso una nota per chiarire la propria posizione. “Rispettiamo tutte le leggi e le normative vigenti in ogni paese in cui operiamo e richiediamo che le aziende che lavorano con noi facciano lo stesso. Abbiamo definito standard elevati e un codice di condotta che anche i nostri fornitori di servizi di consegna devono rispettare per poter lavorare con noi. Il nostro codice di condotta è disegnato in modo tale da garantire che gli autisti lavorino in un contesto sicuro e abbiano compensi e orari di lavoro adeguati. Effettuiamo regolarmente verifiche di idoneità per assicurare la conformità al codice di condotta e interveniamo se riscontriamo che un nostro fornitore non rispetta tali aspettative. Continueremo a collaborare prontamente con le autorità competenti nel corso dell’indagine”, la posizione di Amazon.
“Non usiamo cooperative, non consentiamo il subappalto e tutti i corrieri sono assunti direttamente dai fornitori di servizi di consegna, al livello G1 del Ccnl Trasporti e Logistica”, ha sottolineato l’azienda. E ancora: “Amazon collabora con decine di fornitori di servizi di consegna, che forniscono opportunità lavorative a migliaia di persone che si occupano di consegnare gli ordini ai nostri clienti in Italia. Mentre, in qualità di titolari di aziende indipendenti, ogni fornitore di servizi di consegna è responsabile della gestione dei propri risultati. Amazon si impegna a garantire che le tariffe che paghiamo ai nostri fornitori di servizi di consegna siano adeguate a supportarli a operare con successo e siano discusse regolarmente con i Dsp nell’ambito del rapporto contrattuale”.
“Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti. Utilizziamo una tecnologia che prende in considerazione molteplici aspetti, tra cui la quantità di pacchi da consegnare, la complessità della rotta e delle distanze da percorrere, inclusi i tempi per le pause, per determinare il numero di consegne che un autista può effettuare in sicurezza durante il suo turno di lavoro. L’utilizzo di tecnologie come queste costituisce uno standard per il settore: la maggior parte delle società di logistica utilizza tecnologie molto simili per essere in grado di informare i clienti in tempo reale sullo stato della consegna. Lavoriamo costantemente per contribuire a migliorare l’esperienza sia per gli autisti, sia per i clienti. Gli autisti sono comunque liberi di decidere se utilizzare o meno la funzione di navigazione”, ha proseguito il colosso del commercio online.
“Siamo orgogliosi del significativo contributo economico che abbiamo dato all’economia italiana dal 2010. Continueremo, pertanto, a difendere il nostro business e a supportare la crescita dei nostri fornitori dei servizi di consegna, concentrandoci sull’innovazione sia per i nostri clienti che per i nostri dipendenti e le migliaia di piccole e medie imprese italiane che vendono nel nostro negozio. Non avremo impatti sui livelli occupazionali del personale impiegato in Italia, che – ha concluso Amazon – continua a lavorare regolarmente servendo i nostri clienti come sempre”.
Fonte: https://www.milanotoday.it/cronaca/amazon-sequestro-difesa.html