“Certe notti stavo con la macchina fuori dall’ospedale”

Davide Lacerenza sta scrivendo un libro. Lo racconta la fidanzata Clotilde intervistata in una puntata del programma Iceberg di Telelombardia, secondo la quale l’ex titolare della Gintoneria ai domiciliari inizierà il percorso al Sert il prossimo 27 maggio. “Sono andata a fare gli scan delle pagine del libro di Davide – racconta -. Diciamo che è arrivato a pagina 100”. Telelombardia ha diffuso uno stralcio inedito dello scritto.
Il libro di Davide Lacerenza
“Che ci crediate o no mai provato niente altro, mai una pasticca – si legge -. Mai una tussi, mai md, ketami ecc…provato qualche tipo di canna, ma tossivo di brutto perché non sopporto il fumo. Voi direte bè almeno questo però vi assicuro che quella schifezza della cocaina basta a rovinarti la vita. E sì dicevo la cocaina diventa più forte del vostro carattere o intelligenza. E non parliamo poi se vivete con i genitori o con le moglie o fidanzate (ammenoché non si facciano anche loro), lì il problema è ancora più grosso perché il fatto di tornare a casa tutti fatti e cercare di non farsi accorgere è ancora peggio. Lì l’ansia e le palpitazioni salgono a mille”.
“Penso che tutti quelli che usano sostanze stupefacenti nel leggere questo libro stiano aspettando che vi dica come ho fatto a smettere 35 anni fa e oggi. Ok ancora un momento – prosegue -. Tutti hanno sentito di persone che ci hanno lasciato le penne e quindi dici, ma sì io la faccio piccolissima, io la faccio minuscola. Questo è il vero problema, è che piano piano aumenti, aumenti, aumenti, non ti basta più, non la senti più. Pensate che un paio di anni fa pesavo quella che facevo ogni giorno ed era uno 0,30 gr! Adesso sicuramente ero arrivato a farmi oltre 2.00 gr al giorno. Mamma mia che schifo penso adesso che facevo. E’ pazzesco non ti rendi conto ma aumenti sempre di più e non ci fai caso. Ma il tuo fisico sì! Ed arriva il momento che ti presenta il conto”.
“Bene come ho smesso 35 anni fa! Una notte dopo 3 giorni di dritto mi sento male, respiro a fatica. Inizio a barcollare e sudare – si legge ancora nelle poche pagine disponibili -. Stavo davvero malissimo. (Ah non vi ho detto di quante volte con mio cugino dopo serate pesanti per tranquillizzarci andavamo con la macchina fuori dal pronto soccorso e stavamo lì in macchina lì dicendo se stiamo male siamo qui e ci soccorrono subito). Quindi tornado alla volta fatale, il respiro mi mancava sempre di più, ero in overdose. Chiamano subito l’ambulanza che mi porta all’ospedale San Carlo di Milano. Quindi arrivo in ospedale in codice rosso. Ricordo solo voci confuse e ronzio alle orecchie”.
Fonte: https://www.milanotoday.it/attualita/libro-davide-lacerenza.html