Daniele Pieroni è il primo in Toscana a ricorrere al suicidio medicalmente assistito

L’annuncio dell’associazione Luca Coscioni
Daniele Pieroni, scrittore di 60 anni affetto dal morbo di Parkinson, è la prima persona in Toscana ad aver scelto il suicidio medicalmente assistito. La notizia è stata diffusa dall’associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per i diritti sul fine vita.
Pieroni ha posto fine alla propria vita il 17 maggio scorso, nella sua abitazione in provincia di Siena, alla presenza di medici dell’ASL Toscana Sud Est, che hanno partecipato volontariamente all’assistenza. Il farmaco letale è stato preparato e autosomministrato dallo stesso Pieroni, che ha agito in piena lucidità e consapevolezza, come confermato dall’associazione.
Una scelta consapevole
Affetto dal morbo di Parkinson dal 2008 e costretto a vivere con una PEG attiva per 21 ore al giorno a causa di una grave disfagia, Pieroni aveva espresso il desiderio di accedere alla morte volontaria assistita già nell’agosto 2023. Aveva preso contatto con l’associazione tramite un amico e aveva avviato il percorso con il supporto di Marco Cappato, che gli fornì tutte le informazioni necessarie, comprese quelle su disposizioni anticipate di trattamento, sedazione palliativa profonda e interruzione delle terapie.
La richiesta formale fu inviata all’ASL Toscana Sud Est, che il 22 aprile 2025 diede parere positivo, dopo aver completato le verifiche previste dalla legge. Meno di un mese dopo, Pieroni confermò definitivamente la sua volontà. Il farmaco fu preparato e somministrato a casa, in un clima definito umano e professionale da parte del personale medico presente.
Il quadro normativo e lo scontro istituzionale
La decisione di Pieroni è stata resa possibile grazie alla legge regionale sul fine vita approvata dalla Toscana nel febbraio 2025, una norma sostenuta da un’iniziativa popolare firmata da decine di migliaia di cittadini. Secondo l’associazione Luca Coscioni, questa legge rappresenta “un atto di civiltà e responsabilità”, poiché consente tempi certi per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, in linea con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale italiana.
Tuttavia, la legge è stata impugnata dal governo Meloni, che ne contesta la legittimità. L’associazione critica duramente questa decisione, definendola “una scelta ideologica, priva di fondamento giuridico” che ostacola l’esercizio di un diritto già riconosciuto.
Molte persone, sottolinea ancora l’associazione, sono costrette a soffrire o a recarsi all’estero per poter morire con dignità, in mancanza di un quadro legislativo nazionale chiaro e accessibile.
Un caso che segna un precedente
La vicenda di Daniele Pieroni apre una pagina nuova nel dibattito italiano sul fine vita. La sua storia, vissuta con determinazione e dignità, segna un precedente importante e potrebbe rappresentare un punto di svolta per il riconoscimento effettivo del diritto all’autodeterminazione anche nella fase terminale della vita.