e il centro sociale convoca assemblea

“Il Leoncavallo e tutti gli spazi pubblici, centri sociali, hanno prodotto da anni una storia politica, sociale e culturale nella città: tutto ciò rischia di andare distrutto in conseguenza della speculazione immobiliare, la quale incessante continua a snaturare l’identità di Milano annebbiandola di cemento, disuguaglianze, zone rosse”, con questo invito il Leoncavallo lancia un’assemblea pubblica nella sua storica sede per sabato 18 gennaio alle 18. E lo fa anche in vista della giornata antisfratto organizzata per il 24 gennaio.
“La mappa di Milano degli spazi sgomberati negli ultimi anni – spiega il centro sociale su Instagram – è una tappa ben visibile di un processo assai più ampio. Risultato dell’espansione immobiliare e di una politica che strappa dal tessuto della città esperienze storiche e diffuse di autogestione così come ha espulso decine di migliaia di abitanti”.
L’assemblea convocata dal Leoncavallo
“Decine di milioni di metriquadrati destinati differentemente dagli usi sociali e collettivi, dal verde pubblico reale, che sarebbero stati auspicabili. La libera aggregazione è contro la mercificazione del tempo libero. La solidarietà sociale, la messa in comune di saperi ed esperienze, la condivisione del tempo quotidiano, verso capacità individuali e collettive è fuori da una logica di puro profitto. Descrivono una società migliore fatta di equità, diritti, diversità come ricchezza. Tutti noi – continua il post – siamo l’alternativa e in tempo di guerre e riarmo non è semplice”.
“Vogliamo – sostiene il Leonka – il diritto all’abitare, in condizioni dignitose e la fine degli sfratti. Vogliamo un salario minimo e la fine delle disuguaglianze di reddito per genere, provenienza, identità. Vogliamo cultura della prevenzione, e non politiche della repressione e della proibizione. Vogliamo vivere in città che non discriminino e sfruttino migranti. Vogliamo vivere in città libere e non in zone rosse. Non ci interessano i lustrini del lusso e del ‘decoro’ ma reali opportunità di autodeterminazione individuale e collettiva”.
Se obbligato a pagare, il ministero dell’Interno si rivarrà sul Leoncavallo
L’assemblea pubblica segue la notizia pubblicata da II Giorno che se obbligato a pagare, il ministero dell’Interno si rivarrà sul Leoncavallo. Sarebbe questo almeno il senso dalla raccomandata inviata dall’Avvocatura dello Stato per conto del Viminale all’Associazione delle mamme antifasciste del Leoncavallo, dopo la condanna a risarcire 3 milioni di euro alla famiglia Cabassi per il mancato sgombero della sede via Watteau. A novembre la Corte d’appello ha condannato il Viminale a risarcire la società Orologio, dei Cabassi, per il mancato sgombero dello stabile, il cui rilascio era stato deciso nel 2003 e confermato dalla Cassazione nel 2010.
“Atteso che l’indisponibilità dell’immobile donde deriva la pretesa risarcitoria deriva dall’inosservanza della sentenza di condanna al rilascio da parte di codesta Associazione, si comunica – si legge nella raccomandata – sin d’ora che il ministero dell’Interno intende rivalersi nei confronti dell’Associazione stessa e delle persone che hanno agito in nome e per conto di essa delle somme che dovesse essere costretto a corrispondere alla srl L’Orologio in adempimento della sentenza numero 2282/2024”.
Fonte: https://www.milanotoday.it/attualita/sgombero-leoncavallo-assemblea.html