imputazione coatta per un medico

Ci sono sviluppi sul caso di Anna Giugliano, la ragazza di 29 anni morta all’ospedale Humanitas di Rozzano, Milano, dopo due settimane da un intervento di chirurgia per dimagrire. Il giudice delle indagini preliminari di Milano, Alberto Carboni, ha ordinato l’imputazione coatta per uno dei medici indagati, 34 anni, per omicidio colposo e responsabilità medica colposa. La posizione dell’altro professionista indagato, un quarantasettenne della stessa equipe, che firmò solo la lettera di dimissioni, invece è stata archiviata.
Cosa è successo quel giorno: la febbre e le dimissioni
Dalle indagini era emerso che la ventinovenne era stata dimessa in buone condizioni il 10 marzo 2023, due giorni dopo l’intervento dimagrante. Nei giorni successivi di convalescenza a casa propria, a Oleggio, in provincia di Novara, Anna Giugliano ha iniziato accusare dei forti dolori all’addome con febbre. All’ospedale comunica quando viene chiamata il 16 marzo per il follow-up di avere la temperatura corporea a 38 gradi.
“È dunque evidente come la retrodatazione al 16 marzo della conoscenza” da parte del chirurgo, un trentaquattrenne, “dello stato febbrile di Anna sia idonea a mutare radicalmente la posizione dell’indagato, essendo a questi attribuibile in tal caso una condotta non soltanto contraria alle linee guida medico-sanitarie, ma anche – e soprattutto – potenzialmente dotata di efficienza causale rispetto all’evento morte”.
Il consiglio della tachipirina
In particolare al chirurgo viene contestato di aver raccomandato solo “l’assunzione di tachipirina” quando il 18 marzo la ragazza gli scrisse una mail lamentando un “persistente stato febbrile”, esploso la sera del 19 marzo quando Giugliano è stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso per uno shock settico ed è stata sottoposta a tre interventi chirurgici in poche ore, anche dagli stessi medici, per morire 48 ore dopo.
Nel “consenso informato firmato dalla paziente”, argomenta il gip nel provvedimento, si legge che “in caso di febbre elevata, la procedura corretta da seguire sarebbe stata non già assumere paracetamolo” ma tornare “assolutamente nel centro dove si è stati operati” per procedere ad accertamenti. La richiesta di rinvio a giudizio dovrà essere fatta entro 10 giorni dal pm Valentina Mondovì riguarderà il medico che l’8 marzo 2023 operò la ventinovenne Anna Giugliano.
Fonte: https://www.milanotoday.it/cronaca/morte-anna-giugliano-medico-processo.html