“La città non può fermarsi”. Ma per Sala la legge è “morta e defunta”

Si torna a parlare di ‘Salva Milano’, il disegno di legge utile a semplificare le norme in materia urbanistica ed edilizia per gli interventi di demolizione e ricostruzione, ribattezzato così perché avrebbe sbloccato molti dei cantieri finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura di Milano. “Noi non possiamo accettare che Milano si fermi”, ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine di un convegno alla Camera. 

Andiamo avanti con la legge

“Ci sono dei problemi all’interno della maggioranza di sinistra – ha spiegato -, perché ci sono dei cittadini onesti, perbene, che hanno fatto gli investimenti e i loro soldi rischiano di andare in fumo. Questo non può assolutamente essere accettato”. Tajani si è detto pronto ad andare avanti con il ‘Salva Milano’. “Non è soltanto una questione di casa – ha proseguito il ministro -, è una questione di crescita. È la città più internazionale che abbiamo dal punto di vista economico. Milano deve essere difesa e noi siamo in prima linea per difenderla”. 

Per Sala il ‘Salva Milano’ è morto

Non è dello stesso avviso il sindaco di Milano, Beppe Sala, per il quale il ‘Salva Milano’ è “morto e defunto” anche se “il problema è rimasto”. “Se c’è una forza dell’attuale maggioranza che si vuole fare carico di riaprire la discussione, ben venga”, ha detto il primo cittadino in riferimento alla possibile apertura a Forza Italia di cui si sta parlando in questi giorni. “Togliamo questo fantasma del ‘Salva Milano’ perché tanto ormai i tempi sono tali per cui le nostre cose dovremmo risolverle noi – ha aggiunto – ma pro futuro una riflessione servirebbe senza dubbio”. E proprio sull’ipotesi di apertura: “Non ho aperto politicamente, ho aperto sui problemi, è chiaro che qui c’è solo buon senso: la questione urbanistica non si risolverà mai solo localmente ma solo se c’è un intervento legislativo a livello nazionale”.