Mostra d’arte “Il linguaggio del movimento”


Inaugura mercoledì 8 ottobre presso la galleria Corals la mostra Il linguaggio del movimento, con opere di Dunia Barrera, Jean-Michel Rolland, Kaveh Raissi e Rachele Tozzini, a cura di Greta Zuccali.
L’esposizione nasce dal desiderio di esplorare il tema del movimento, anticipando l’arrivo delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, un evento di portata mondiale che coinvolgerà la città, l’Italia intera e l’universo dello sport. La domanda da cui siamo partiti è stata: come può una galleria d’arte raccontare lo sport? La risposta è arrivata da una parola semplice e insieme inesauribile: “movimento”.
Il movimento è ritmo, respiro, energia, vita. Attraversa i corpi, li mette in relazione con lo spazio, si manifesta come colore o come alternanza di pieni e vuoti, può dissolvere un corpo o frammentarlo, trasformando il gesto in segno e il segno in narrazione.
La mostra propone diverse visioni di questo concetto, invitando il pubblico a un viaggio attraverso linguaggi differenti.
L’artista Dunia Barrera, con la serie State of Mind, lavora sulla prospettiva come scelta decisiva che produce un significato, per poi ribaltarlo e metterlo in discussione. Attraverso immagini tratte dal mondo sportivo introduce i temi di forza, concentrazione e movimento. I collage su pannelli di legno, grazie ai tagli a 45 gradi, offrono al visitatore esperienze visive sempre diverse a seconda dell’angolazione.
Il videoartista Jean-Michel Rolland, attraverso lavori che spaziano tra videoarte, arte generativa, performance audiovisive e installazioni interattive, indaga la temporalità come autentica “quarta dimensione” dell’immagine in movimento, esplorando al contempo la tensione tra suono e visione. In Traces:Ski rielabora il video della discesa di Jung Donghyun alle Olimpiadi del 2018: colori e velocità vengono alterati fino a trasformare il documento sportivo in un’opera astratta. Le tonalità si dissolvono per lasciare emergere tracce persistenti, e lo sciatore non corre più su una pista di neve, ma in un caos visivo di strutture generate dai movimenti stessi della telecamera.
Nel linguaggio artistico di Rachele Tozzini, la linea trascende la sua funzione di mero contorno fisico per diventare un’entità dinamica. È l’elemento che infonde energia, tracciando la direzione del movimento e il percorso di crescita interiore dell’opera stessa.
Intesa come manifestazione del processo di creazione e di connessione con il mondo, la linea non è limitata dalla sua forma, ma diviene un ponte attivo tra il mondo materiale e la sfera interiore, portatrice di un’intensità emotiva e di un potenziale trasformativo intrinseco.
Se il movimento è ritmo, la pittura ad olio di Kaveh Raissi si pone come il suo contrappunto: un tempo dilatato, silenzioso, che invita alla pausa e all’ascolto.
Attraverso forme essenziali – teste, rettangoli, figure geometriche ridotte all’essenziale – Raissi costruisce un linguaggio pittorico in bianco e nero che non accelera ma stratifica, non frammenta ma custodisce. Ogni forma diventa un contenitore simbolico di esperienze e memorie, un’identità sospesa che non chiede di essere definita, ma semplicemente di esistere.
In un presente dominato dalla velocità e dalla superficialità dello sguardo, le sue tele offrono un atto di resistenza: spazi di contemplazione che restituiscono al gesto pittorico la sua funzione primaria, quella di fermare il tempo e renderlo visibile.
La serata inaugurale sarà impreziosita dalla performance della giovane danzatrice contemporanea Giulia Feroldi, che accompagnerà il pubblico con movimenti ispirati alla musica lirica. Il suo corpo, tra variazioni di tempo e ritmo, entrerà in dialogo con le opere esposte, creando un’armonia fluida tra danza, suono e spazio.



