Omicidio Tramontano, oggi parla (di nuovo) Alessandro Impagnatiello

Di nuovo sul banco degli imputati. Oggi, lunedì 10 giugno, torna a parlare davanti ai giudici della Corte d’Assise di Milano, Alessandro Impagnatiello, il 31enne ex barman dell’Armani bamboo reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la sua compagna 27enne incinta al settimo mese di gravidanza uccisa il 27 maggio del 2023 nella loro villetta di Senago.
Impagnatiello sosterrà il controesame delle sue avvocate dopo la deposizione fiume “caduta” proprio nell’anniversario dell’assassinio. Quel giorno Impagnatiello aveva confessato alcune circostanze del delitto, tenendosi però vago su tutte quelle che potevano avere un impatto sulla premeditazione, passaggio su cui si gioca l’ergastolo.
“Ho costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato”, aveva detto, ammettendo di aver inventato una serie di menzogne per continuare a sostenere la sua doppia vita, tra la convivenza con Giulia e l’altra relazione con una collega. “Quando Giulia mi disse che aspettava un bambino ho vissuto una completa altalena di emozioni contrastati: da una parte la gioia di costruire una famiglia con Giulia, dall’altra delle motivazioni personali e di coppia che ostacolavano un po’ la nostra relazione”. “Ho fatto una serie sconnessa di azioni, giravo per casa, ho fumato per cercare di placare il trauma che stava subendo la mia testa. Il trauma per il lavoro, la mia immagine distrutta davanti al lavoro e alla famiglia, stavo perdendo Giulia. Nella mia testa si è creata una spaccatura, in quel momento in casa facevo tutto e facevo niente”, aveva spiegato ripercorrendo i momenti dell’omicidio.
“In cucina vedo questo coltello con cui Giulia stava tagliando le verdure, mi posiziono alle spalle di Giulia e l’ho colpita all’altezza del collo, il numero di fendenti non è mai stata un’informazione a mia disposizione ma solo attraverso la tv, solo in cella con un servizio televisivo ho saputo di averle sferrato 37 colpi. Quando l’ho colpita, lei era frontalmente, era verso di me. Giulia non si è difesa, non c’è stato nessun tentativo di difesa, cademmo a terra”, aveva chiarito.
Lui stesso aveva poi raccontato del tentativo di disfarsi del cadavere, ritrovato soltanto giorni dopo dietro alcuni box a poca distanza dalla casa della coppia: “Una parte di me sapeva dove fosse Giulia, ma l’altra parte la cercava e non credeva a quella realtà, ero io che attendevo che il telefono squillasse per trovarla. Questa falsità dell’allontanamento volontario l’ho portata avanti per tanto tempo, non solo con gli altri, ma anche a me stesso. Andrai a pranzo da mia madre in auto, in auto c’era il cadavere di Giulia”.
La perizia su Impagnatiello
Dopo la nuova deposizione di Impagnatiello, verosimilmente inizierà la fase più “delicata” del processo, con l’analisi sulle condizioni mentali dell’ex barman. Agli atti del processo per ora c’è una perizia firmata da Raniero Rossetti, lo specialista in psichiatria incaricato dalla difesa dell’imputato.
“Il narciso patologico, il manipolatore e l’astuto controllore di due esistenze femminili da tenere al guinzaglio con bugie e sotterfugi seriali è stato smascherato e ha dovuto improvvisamente decadere dal suo ruolo”. È in questo “crollo” che Giulia Tramontano, la donna della sua vita diventa “la nemica” e le 37 coltellate, che seguono lo smascheramento, sono l’atto “devastante e finale” del “risentimento” per chi portava in grembo Thiago, è il quadro tracciato dall’esperto.
Nella relazione di quindici pagine, depositata alle parti, lo psichiatra tratteggia la personalità del 31enne con due sfaccettature: l’uomo che vive una relazione convenzionale con Giulia e il barman con forti ambizioni nel lavoro e “appagato” dall’altra donna che lo desiderava e aspettava. L’imputato è logorato da “un forte stato di stress”, fa “uno sforzo enorme per tenere tutto sotto controllo, era un enorme castello di bugie, una specie di doppia vita”, spiega allo psichiatra in due colloqui in carcere. Ma la partita sulla “scacchiera” salta il 27 maggio del 2023 quando c’è l’incontro tra le due donne che lo fa sentire “sconfitto, umiliato per avere perso il controllo che durava da dieci mesi”. Il faccia a faccia determina “una tremenda ferita narcisistica all’imputato, non rimediabile né sanabile: ‘il mondo mi è crollato addosso’ ha continuato a ripetermi in seduta, e tale affermazione è assolutamente credibile” si legge nella consulenza.
“Da maschio onnipotente con in pugno la quotidianità delle due, si è trovato improvvisamente a essere un maschio assolutamente fragile, in balia delle due, delle loro rivelazioni e infine da loro scoperto nelle sue bugie a raffica e nelle sue manipolazioni”. E il “risentimento” che prova lo direziona verso Giulia “percepita per l’appunto in modo patologico come la ‘colpevole’ di quanto accaduto”. La sua è una “risposta paranoidea” dove la 30enne è la “donna cattiva fonte di tutti i miei mali” contro cui mettere in atto un “odio distruttivo”.
In questo quadro per lo psichiatra Impagnatiello è “portatore di importanti nuclei patologici di tipo strutturale, narcisistici, ossessivi, paranoidei” che lo portano a percepire Giulia non più lucidamente come la sua compagna di vita e la madre del figlio che sta per nascere, “quanto erroneamente, e patologicamente, come la ‘nemica’ che aveva minato e poi mandata a pezzi la sua quotidianità, pompata e gonfiata dall’attività lavorativa ‘immaginifica’, dalla relazione con l’altra e dal godimento narcisistico di essere in grado di gestire le due donne, l’una all’insaputa dell’altra”.
In tal senso per l’esperto incaricato dalla difesa “l’evento omicidiario è stato sotteso da una percezione patologica della figura di Giulia da parte di Impagnatiello che ha inciso sulla sua capacità percettiva di tale evento compromettendone la corretta e fisologica lettura”.
Fonte: https://www.milanotoday.it/cronaca/impagnatiello-deposizione-oggi-10-giugno-processo.html