Albert ora è un caso

Diciassette partite su diciannove in campionato, di cui quindici da novanta minuti e appena tre minuti lasciati per strada nelle altre due, soprattutto otto gol segnati e due assist: Albert Gudmundsson. Al Genoa l’anno scorso ovviamente. Nove partite su diciannove in campionato, nessuna iniziata e finita, appena 415 complessivi giocati, tre gol realizzati: sempre Albert Gudmundsson. Alla Fiorentina quest’anno chiaramente.
Fiorentina, cercarsi Gudmundsson
Confronto impietoso, confronto senza storia e che porta in un’unica direzione: dov’è finito il calciatore che deliziava e decideva, che da solo si caricava la squadra sulle spalle? Se lo chiedono a Firenze, la Fiorentina e i tifosi viola, che hanno visto solo sprazzi del Gud very Gud tra un infortunio e l’altro, tra una pausa di rendimento e l’altra, il tutto culminato nell’ultimo mese in cui l’islandese è stato quasi irriconoscibile, tecnicamente e atleticamente. In più, colpisce l’atteggiamento naturale e non forzato, ma che anche lunedì sera a Monza ha lasciato trasparire come un senso di malinconia definiamola calcistica, poco coinvolto, poco partecipe degli eventi della squadra, al di là degli errori commessi (non da lui) e delle scarse per non di re nulle iniziative nei quarantacinque minuti in cui è stato in campo.
La soluzione per Gudmundsson
Già, quarantacinque minuti. Un tempo e stop, e serve aggiungere poco per dare i contorni del periodo che riguarda Gudmundsson. Una certa difficoltà a muoversi e fare le cose che avrebbe voluto fare poteva dipendere dalla necessità fisiologica di recuperare la migliore condizione fisica dopo la lesione subìta a Lecce il 20 ottobre, almeno nelle prime due settimane di dicembre, ma due. Poi, ci si aspettava il cambio di passo, se lo aspettavano Palladino e la Fiorentina, da parte del 27enne ex Genoa, nel rendimento certo, però prima ancora nel modo di prendersi la responsabilità di essere il calciatore di maggiore qualità, quello che potrebbe essere pagato ventotto milioni e rotti a farne l’acquisto più oneroso nella storia del club viola. Invece, dal Cagliari al rientro al Monza due giorni fa passando per la panchina contro il Napoli, mai un segnale vero (sprazzi di qualità solo a Bologna), mai una giocata d’autore, mai la sensazione trasformata in fatti concreti che Albert Gudmundsson possa essere il valore aggiunto della Fiorentina come tutti logicamente credevano ad agosto. E ora serve trovare la soluzione.
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