Arianna Errigo, occhi lucidi e grinta da campionessa: “Non siamo troppo buone”



Se sia stato il suo ultimo assalto nessuno lo sa. O, meglio, non lo sappiamo noi. Lei, in cuor suo, lo sa. Perché quando dice: “A Londra, anche dopo l’oro, pensavo a Rio. A Rio pensavo a Tokyo e in Giappone già mi vedevo a Parigi. Adesso, a 40 anni, non mi vedo a Los Angeles. Poi non si sa mai, deciderò anno per anno” il suo sguardo è abbastanza eloquente, Che bello, il sorriso di Arianna Errigo. Questa è un’Olimpiade particolare: ci sono giovani emergenti meravigliosi e ci sono grandi campioni che salutano. Nadal o Murray nel tennis, ad esempio. E probabilmente anche la portabandiera azzurra. Una che non si fa problemi a dire che portare la bandiera sulla Senna è stato l’onore della sua vita, una gioia infinita più dell’oro olimpico. E non si fa problemi a gaurdarsi indietro e a dire che neppure un anno e mezzo fa stava partorendo due gemelli e oggi è qui, in quel meraviglioso museo di scherma che è il Grand Palais con un argento davvero brillante al collo. Voleva l’oro? Sì, certo. “Ma io – ammette – sono arrivata qui da persona felice. E anche se fossimo arrivate giù dal podio sarei stata felice uguale, anche se rammaricata. Per me questa è stata un’Olimpiade bella, un ricordo meraviglioso“.