autobotti per tutti e 6milioni di euro disponibili per la ricerca di nuove fonti

L’Aica si affida alle autobotti. Le risorse idriche che possono aiutare a tamponare la crisi idrica ci sono. Ma sono raggiungibili solo con l’autobotte. Un servizio che, inevitabilmente, evoca un mercato illegittimo. Ma non sarà così nell’Agrigentino. L’idea che è maturata in Aica, e che è stata approvata anche in prefettura che si occupa naturalmente di scongiurare rischi per l’ordine pubblico, è quella di introdurre la novità dell’acqua comprata e consegnata a domicilio dalle autobotti. Non certamente quella che passa attraverso la rete distributiva che copre il territorio. Ma l’acqua che arriva dalle fonti che non sono collegate, né collegabili con l’acquedotto. A illustrare l’iniziativa, già anticipata ad AgrigentoNotizie per il centro storico di Agrigento, è stato il prefetto di Agrigento Filippo Romano. “L’esempio è quello del benzinaio, andare a comprare l’acqua quasi come si andasse ad un distributore di carburanti. È possibile, abbiamo già cominciato da Sciacca dopo la serrata degli autobottisti – ha spiegato la massima autorità governativa – . Questo sistema consentirà, da un lato, di regolarizzare gli autobottisti e dall’altro di far arrivare l’acqua che non è incanalata nelle reti di distribuzione principale fino alle private abitazioni o alle attività commerciali. E vi arriverà, comprata e trasportata, con le autobotti”. Ma c’è di più. Perché per come spiegato dal prefetto “l’autobottista deve poter dimostrare che la sua acqua sia quella dell’Aica, perché non esiste nessun’altra legittima risorsa che non passa dall’Aica”.
“Aica ha adottato un regolamento e un bando aperto al quale possono aderire gli autobottisti semplicemente registrandosi. E l’Aica manderà gli autobottisti registrati nelle abitazioni o attività dei richiedenti – ha spiegato Romano – . Il cittadino pagherà un tot all’Aica e un tot all’autobottista. Questo nuovo sistema, sperimentato a Sciacca, ha già portato un effetto positivo: chi ha disponibilità di attaccarsi alle reti lo sta già facendo. Aica sta registrando un picco improvviso di richieste di allaccio. Se l’acqua arriva a casa con la rete idria mi costa meno rispetto che pagare un viaggio in camion”. A questa decisione si è arrivati perché le nuove forniture che si troveranno, o che sono state già trovate, non sempre possono essere vicino agli acquedotti esistenti. L’acqua quindi come si prende? Con le autobotti e con l’occasione si procede, si sta procedendo, alla regolarizzazione del fenomeno delle autobotti.
“Siamo in grave crisi di approvvigionamento, dovuta a una siccità prolungata. I bacini lacustri, le dighe, da cui la Regione trae la maggior parte di risorse idriche sono in procinto di esaurire la loro capacità perché quando arrivano sotto un certo livello di profondità, bisogna interrompere il prelievo. Fortunatamente le acque di profondità sono ancora disponibili, vi sono risorse ancora considerevoli che però vanno raggiunte e utilizzate e la maggior parte di queste risorse non sono attingibili dagli acquedotti – ha premesso il prefetto Filippo Romano – . Inoltre la mancanza di acquedotti che attingano da risorse già conosciute, ma non sfruttate è aggravata dal fatto dal fatto che in provincia vi sono molte utenze, case o attività, non servite da acquedotto o perché non vi arrivano o perché, pur essendoci le reti, i proprietari non hanno inteso mai chiedere l’allaccio. Questo vale per quelle case, ad esempio, abitate solo un paio di mesi l’anno. Il servizio idrico ha una sua particolarità: deve essere fornito mediante reti di distribuzione”. Il prefetto ha accostato, portando un esempio, il servizio idrico a quello del gas che può essere fornito sia dalla rete metanifera che dal sistema dei bomboloni. E chi ha una casa isolata e la usa per un periodo limitato dell’anno, sceglie la seconda alternativa ancorché più costoso al metro cubo. Ma è economico per l’installazione perché non bisogna collegarsi alle condotte principali. Questo è possibile per due motivi: primo perché il gas ha un carico, ma non uno scarico. Il gas si consuma a bruciamento e si dissolve in atmosfera. L’acqua invece se usata viene prodotta, sotto forma di acqua bianca o nera, dall’utenza. la legge italiana insiste, per questo motivo, che le forniture sia mediante reti: chi paga l’acqua, con quel costo, deve pagare anche per lo smaltimento: la quota di depurazione.
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