Brasile-Francia: firmati 21 accordi durante la visita di Macron


Il Brasile e la Francia hanno firmato 21 dichiarazioni d’intenti su diversi temi in occasione della visita del presidente francese, Emmanuel Macron, nel Paese sudamericano, che si è conclusa alla capitale Brasilia. I principali riguardano la cooperazione legale in materia penale, la lotta contro l’estrazione mineraria illegale, la sicurezza sullo scambio di informazioni classificate e protette, il rafforzamento della cooperazione per garantire l’integrità dello spazio informativo e la cooperazione scientifica, tecnologica e innovativa nel campo della biodiversità. “Oggi abbiamo adottato un nuovo piano d’azione che estende la nostra collaborazione a nuove aree come il finanziamento della transizione energetica, la bioeconomia, l’agricoltura, la pubblica amministrazione, i temi digitali, l’intelligenza artificiale, i diritti umani e l’uguaglianza di genere, che ora occuperanno la nostra agenda bilaterale e riflettono gli oltre 20 accordi che abbiamo firmato”, ha detto il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva.

Si tratta della prima visita del presidente francese in Brasile. Visita che ha sin qui permesso di mostrare una buona sintonia personale con l’omologo Lula, e ha avviato le basi per intensificare il rapporto di cooperazione sui temi della difesa. Macron ha però anche ribadito la sua contrarietà alla chiusura dell’Accordo commerciale tra Unione europea e Mercato comune del sud (Mercosur), l’area di integrazione cui appartengono Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Inoltre, il capo di Stato francese ha dichiarato che l’invito al vertice G20 al presidente russo Vladimir Putin dovrà essere fatto sulla base di una decisione comune. “Il senso di questo gruppo sta nel fatto che sia consensuale”, ha detto Macron, sottolineando poi “il lavoro della diplomazia brasiliana”. Se un simile invito potrà essere “utile bisogna farlo”, ma “se crea divisioni senza dubbio no”, ha aggiunto il capo dello Stato francese.

I due presidenti si sono trovati d’accordo sulla gravità del quadro nel quale si stanno preparando le elezioni in Venezuela, che “non può essere considerato democratico” secondo il leader francese. Macron ha ricordato che la Francia ha cercato di avere “diverse mediazioni”. “Bisogna fare tutto il possibile per convincere il presidente Maduro e il suo sistema di reintegrare tutti i candidati che si presentano, e in seguito creare le condizioni più trasparenti delle organizzazioni di queste elezioni attraverso osservatori regionali e internazionali”, ha aggiunto il presidente francese. Lula ha affermato che “non c’è alcuna spiegazione politico-giuridica per vietare a un avversario di essere candidato”. Il presidente brasiliano ha sostenuto che nel suo Paese “tutti gli avversari sono trattati alle stesse condizioni” e che “qui è vietato vietare” a meno che non ci sia una “punizione giudiziaria”. Macron ha poi aggiunto: “Non disperiamo, ma la situazione è grave ed è peggiorata con l’ultima decisione”.

Martedì, primo giorno di visita, Macron ha aperto la missione a Belem, capitale dello Stato del Parà che nel 2025 ospiterà il vertice mondiale delle Nazioni Unite contro il cambio climatico, Cop30. Macron ne ha approfittato per fare un’incursione nella foresta amazzonica assieme a Lula, giunto appositamente da Brasilia: le fotografie dei due capi di Stato tenendosi per mano, per aiutarsi nelle insidie della vegetazione tropicale hanno in fretta invaso la rete. Oltre a un tour per la città di Belem, il presidente transalpino si è quindi recato in visita all’isola di Combu, occasione per conoscere una fabbrica artigianale di cioccolato e per concedere al capo indigeno dell’etnia kayapo, Raoni Metuktire, l’Ordine nazionale della legion d’onore. Istituita da Napoleone Bonaparte nel 1802, trattasi della più alta onorificenza della Francia, concessa a cittadini francesi e stranieri che si distinguono per le proprie attività. Metuktire, 92 anni, ha dedicato la sua vita alla difesa dell’Amazzonia e dei popoli della foresta ed è ampiamente riconosciuto a livello internazionale. Francia e Brasile hanno anche lanciato “l’appello di Belem”, un piano di investimenti pubblici e privati di circa 1 miliardo di euro per i prossimi quattro anni, da destinare a progetti scientifici e conservativi per l’Amazzonia.

Nel secondo giorno di visita, Macron e Lula si sono trasferiti a Itaguai, nello Stato di Rio de Janeiro. I due presidenti hanno partecipato alla cerimonia di lancio di un sottomarino costruito in collaborazione tra i due Paesi presso la base navale locale. Madrina del varo, la first lady Rosangela “Janja” da Silva. L’occasione ha permesso ai due presidenti di tracciare l’ipotesi dell’ampliamento dell’associazione strategica, proprio sui temi della difesa. “Sono qui per celebrare 16 anni di cooperazione nella produzione di sottomarini e per dire che nei prossimi decenni vogliamo andare oltre e lanciare progetti più ambiziosi”, ha detto Macron. “Vogliamo che Brasile e Francia siano grandi e potenti perché la situazione nel mondo ci preoccupa”, ha aggiunto. Lula, da parte sua, ha anticipato la creazione di un Comitato bilaterale sugli armamenti con l’obiettivo di sviluppare sinergie e promuovere un maggiore equilibrio nel commercio dei prodotti della difesa.

Con un budget stimato di 40 miliardi di reais (circa 7,4 miliardi di euro), il sottomarino nominato “Tonelero” è il terzo ad essere costruito interamente in Brasile attraverso il Programma di sviluppo di sottomarini (Prosub) della Marina brasiliana, un’iniziativa nata da un accordo firmato tra i due Paesi nel 2008, durante il secondo mandato di Lula, che prevede il trasferimento tecnologico tra Brasile e Francia. Il programma intende consegnare quattro sottomarini convenzionali e uno nucleare entro il 2033. Due sottomarini costruiti attraverso il programma sono già operativi. Il sottomarino sarà utilizzato per rafforzare il pattugliamento delle aree dell’Atlantico sud e della cosiddetta “Amazonia azul”, che corrispondono alle frontiere che delimitano le acque territoriali brasiliane. Nominato “Tornelero”, un omaggio alla principale azione navale della Marina Imperiale brasiliana nella Guerra del Plata (1851-1852), il sottomarino è il terzo di quattro mezzi navali a propulsione diesel-elettrica. Con 71,6 metri di lunghezza e un peso di 1.870 tonnellate, il sottomarino ha capacità per 35 militari e si basa sul modello francese “Scorpene”.

La visita di Macron è proseguita a San Paolo, cuore produttivo del Paese, con la partecipazione a un forum economico con imprenditori di entrambi i Paesi. Incalzato dai media e dalle stesse autorità del Brasile, Macron è tornato a bocciare l’accordo Ue-Mercosur, nella sua formulazione attuale. Un testo che “è stato negoziato 20 anni fa”, ha spiegato il capo dello Stato. “Ci sono poche possibilità sul fatto che l’accordo corrisponda all’ordine del mondo così come è oggi”, ha aggiunto il titolare dell’Eliseo. “In questo accordo non c’è niente che prenda in considerazione il tema della biodiversità e del clima”, ha proseguito Macron. Era stato lo stesso vice presidente del Brasile, Geraldo Alckmin, anch’egli presente al forum, a sollecitare una presa di posizione sul tema. “Chiederò conto dell’accordo. Aprire il mercato è fondamentale per conquistare il mercato”, ha detto.

La posizione francese, nota, era stata ribadita anche a gennaio dallo stesso Macron. “Non possiamo chiedere ai nostri industriali o ai nostri agricoltori di compiere sforzi in termini di biodiversità, in termini di riduzione delle emissioni e, al contrario, aprire il mercato europeo a persone che non fanno gli stessi sforzi”. Un appello alla stretta finale sull’intesa è arrivato anche dalle due principali organizzazioni rappresentative dell’industria brasiliana: la Federazione delle industrie dello Stato di San Paolo (Fiesp), che ospitava l’evento, e la Confederazione nazionale dell’industria (Cni). Il presidente della Fiesp, Josue Gomes, ha affermato che l’accordo sarà vantaggioso “specialmente per la Francia”. Il settore industriale ha visto la visita di Macron come una possibilità di concludere l’accordo, una “opportunità unica” per rafforzare la sua importanza per le economie dei blocchi e per i rapporti bilaterali tra Brasile e Francia. All’incontro erano presenti anche il ministro delle Finanze, Fernando Haddad e il ministro delle Miniere, Alexandre Silveira.

I 27 Paesi dell’Unione europea e i quattro del Mercato comune del sud (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) hanno trovato un accordo di principio a metà 2019, ma i testi – non definitivi – non sono stati firmati né ratificati dai rispettivi parlamenti. Il negoziato di quello che potrebbe divenire l’accordo commerciale più grande per entrambi i blocchi è iniziato nel 1999 e ripreso nel 2013, dopo anni di stallo legati a congiunture di tipo politico. Nel 2018, dopo un nuovo round negoziale tenuto in Uruguay, le trattative si sono interrotte soprattutto per le resistenze opposte dagli agricoltori di Francia e Irlanda. Incalzato dai produttori, il presidente francese Emmanuel Macron disse che Parigi non avrebbe mai firmato un testo in cui i prodotti sudamericani sollevati dai dazi non fossero comunque sottoposti al rispetto degli standard ambientali. All’intesa di massima maturata al G20 di Osaka, Giappone, nel giugno del 2019, sarebbe seguita un’ulteriore frenata per i timori di alcune capitali europee alle politiche ambientali dell’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. L’elezione di Lula da Silva, che ha fatto della tutela ambientale una delle sue bandiere politiche, ha accelerato i negoziati. Tuttavia anche il governo Lula mostra resistenze rispetto ad assumere nuovi impegni.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/brasile-francia-firmati-21-accordi-durante-la-visita-di-macron/

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