Busto Garolfo: ‘L’arte nella pubblicità’, nuova apertura a Villa Brentano


Independent Artists da sempre propone agli artisti contemporanei una tematica che parte dal lavoro del Maestro Mellone e che può trovare ampio sviluppo comprendendo differenti tecniche di produzione. In occasione della prossima mostra abbiamo colto l’idea critica di Mellone riguardante la Pubblicità nel mondo contemporaneo nel quadrittico “Città” esposto al Museo Mellone di Villa Rescalli Villoresi.
Partendo da quest’opera vorremmo approfondire il rapporto tra l’arte e la pubblicità, quale intreccio complesso e affascinante che ha influenzato profondamente entrambi i campi nel corso del tempo. Da un lato, la pubblicità ha spesso utilizzato elementi artistici per attirare l’attenzione e suscitare emozioni, sfruttando la potenza evocativa delle immagini e dei simboli per comunicare messaggi in modo efficace. Dall’altro lato, l’arte ha trovato nella pubblicità un nuovo mezzo espressivo, che le ha permesso di raggiungere un pubblico più vasto e di riflettere sulle dinamiche della società contemporanea.

Nel corso del XX secolo, con l’avvento della cultura di massa e l’esplosione dei media, il confine tra arte e pubblicità è diventato sempre più sfumato. Artisti come Andy Warhol e Roy Lichtenstein, esponenti della Pop Art, hanno esplorato e sfidato questo confine, utilizzando immagini e icone della cultura commerciale per creare opere che erano al contempo critiche e celebrative della società consumistica. Warhol, in particolare, ha trasformato oggetti di uso quotidiano, come le lattine di zuppa Campbell’s o le bottiglie di Coca-Cola, in simboli iconici, elevando la pubblicità al rango di arte.

La pubblicità, dal canto suo, ha adottato tecniche e stili artistici per creare campagne visivamente accattivanti e memorabili. I direttori creativi spesso collaborano con artisti per dare vita a immagini che non solo vendono un prodotto, ma raccontano una storia, evocano un’emozione o creano un’identità di marca. Questa commistione ha portato alla nascita di un’estetica pubblicitaria che si nutre dell’arte, facendo leva sulla creatività e sull’originalità per distinguersi in un mercato sempre più competitivo. Tuttavia, il rapporto tra arte e pubblicità non è privo di tensioni. Da un lato, l’arte ha sempre cercato di mantenere una certa autonomia, resistendo alle logiche commerciali e al rischio di essere ridotta a mero strumento di vendita. Dall’altro lato, la pubblicità è spesso accusata di sfruttare l’arte per scopi puramente commerciali, svuotandola del suo significato originario e riducendola a una semplice decorazione.

Il filosofo Theodor W. Adorno ha criticato la pubblicità come parte dell’industria culturale, sostenendo che essa standardizza i gusti e manipola le masse, riducendo la cultura a merce.
Anche il Maestro Dario Mellone ha affrontato la tematica della pubblicità dal suo punto di vista e nella sua situazione storica.

Non così differente dall’attuale. La pubblicità negli anni ’70 del Novecento aveva già raggiunto livelli massivi di coinvolgimento con il pubblico. In questo ambito Mellone si è espresso criticamente verso l’eccesso della pubblicità in tutti i campi di attività dell’Uomo. Negli ultimi anni della sua carriera, ha denunciato il rischio che la pubblicità, invadendo spazi pubblici e privati in modo massiccio, potesse sovrastare il paesaggio urbano e l’immaginario collettivo, manipolando la percezione del pubblico e banalizzando i profondi messaggi artistici da lui stesso promossi. Mellone nel quadrittico “Città” ha espresso preoccupazioni riguardo alla crescente invasività della pubblicità stessa. Ha sottolineato come l’eccesso di messaggi pubblicitari potesse arrivare a soffocare la vita stessa dell’Uomo e la sua libertà. Denunciando così l’influenza negativa sulla percezione del pubblico, riducendo l’Uomo stesso a strumento di consumo.

Una visione critica di Mellone sulla pubblicità, che evidenzia i suoi effetti sulla coscienza individuale e collettiva e il suo ruolo nel mantenere il controllo sociale attraverso la manipolazione del desiderio e del consumo. Nonostante queste tensioni, l’incontro tra arte e pubblicità ha generato una serie di esperienze e opere significative che continuano a influenzare entrambi i campi. La pubblicità ha imparato a vedere nell’arte una fonte inesauribile di ispirazione e innovazione, mentre l’arte ha trovato nella pubblicità un nuovo spazio di espressione e di riflessione critica. In un mondo sempre più interconnesso e dominato dalle immagini, il dialogo tra arte e pubblicità è destinato a continuare, rivelando nuove prospettive e stimolando nuove riflessioni sulla natura dell’arte e sul suo ruolo nella società.

Qui di seguito gli artisti selezionati per la collettiva: Alberto Azzinnaro, Piero Bagolini, Stefano Bonazzi, Irene Costi, Filiberto Crosa, Crispolto Crispolti, Melissa Damson, Giuseppe Delgrosso, Antonio Deodato, Sergio Franzosi, Barbara Lo Faro, Mauro Martin, Carlo Olper, Vincenzo Pennacchi, Perego – Patera, Qi Lu, Olivo Tagliapietra, Emanuele Taglieri, Urbansolid, Mayumi Yamakawa.

L’esposizione apre al pubblico sabato 30 novembre alle ore 17:30. La mostra sarà visitabile nei giorni da Martedì a Venerdì solo su appuntamento e il Sabato dalle ore 14:30 alle 18:00 presso Villa Brentano (1°piano), in via Magenta 25 a Busto Garolfo (MI). Durante l’esposizione verrà coinvolto il pubblico e i visitatori potranno votare in forma anonima l’artista preferito, il quale sarà premiato con la proposta di una mostra personale. L’ingresso alla mostra è libero e gratuito. Per info e appuntamenti: [email protected].

INDEPENDENT ARTISTS – VILLA BRENTANO
VIA MAGENTA, 25 – BUSTO GAROLFO (MI) 20038
EMAIL: [email protected]
INFO MOB: +39 3334914712



Fonte: https://ticinonotizie.it/busto-garolfo-larte-nella-pubblicita-nuova-apertura-a-villa-brentano/

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