Carabinieri- di Emanuele Torreggiani


Il sonno della ragione genera mostri, così da un’acquaforte di Francesco Goya. Eccoci qui. I mostri non vogliono distinguere il bene dal male. Cosa sia il male lo sanno, eccome, lo sanno bene, guai a farne loro. Ma non vogliono che lo si distingua. A loro fa comodo così. Mi riferisco, esplicitamente ai recenti fatti di cronaca che vedono imputati carabinieri nell’esercizio del loro dovere. Il loro dovere. Non è cosa da poco. È il loro dovere.

Arginare il crimine, qualunque crimine. Accade in qualunque comunità o società. È necessario. E lo sanno tutti. Posto di blocco? Ci si ferma. Perquisizione. Va bene. Hai rubato, hai ucciso, sarai punito per redimerti. Non ti fermi? Sarai inseguito, braccato. Oggi la puoi anche fare franca, ma non sempre. Rischi di morire, lo sai. Lo sai che rubare è un atto contro l’uomo, ben oltre la sua proprietà. Lasci correre, è il caos. Non l’anarchia, ma la violenza pura dove il più forte detta la sua legge.

I carabinieri hanno il dovere di fermare la delinquenza che in modo impressionante alberga nella nostra patria. Muore il delinquente? Può accadere, fa parte del rischio. Chi dice il contrario, sono in pochi ma gridano a gran voce, mente. Mente. Mente con la consapevolezza di mentire. Mente perché i suoi parametri non sono dettati dal relativismo, non scomodiamo i massimi sistemi. Mente per accattivarsi indistintamente un cosiddetto lasciar fare, il buonismo generalizzato dove cosa sarà mai un furto, uno scippo, una rapina… Mente perché una sciocca sinistra ritiene che braccare i ladri sia un’azione spregevole di destra. Chiedetelo a Giuseppe Stalin. Mente perché un certo ambiente formatosi alla paccottiglia bigotta applica indistintamente il perdono cadendo così nella colpa della prodigalità. Sono anni che questo sistema, fasullo, marcio, si vorrebbe imporsi a regola. L’uomo comune, noi tutti, non lo possiamo accettare. Bisogna guardare la realtà. È questa. Terribile e sconfortante.

E quando bande di criminali, siano adulti o meno, impongono il loro costume criminale da impuniti, questa accettazione è un atto politico. E questa azione politica è contraria alla cosiddetta democrazia che è per sua natura spirituale, costruita dalla cultura, dalla relazione culturale, esattamente come l’amore. La democrazia è fragile. Fragile. E muore se non si discerne il bene dal male. Dalla sua morte nascono i mostri. Ora, un carabiniere deve fare il suo dovere. Lo deve fare con pacata severità. E lo fa. Se si ha a cuore non l’Arma ma la democrazia e quindi l’Arma democratica, il dovere della politica consiste nel sostenere, dichiaratamente e senza infingimento, l’operato dei militari che sorvegliano e proteggono la comunità dal crimine comune arrivato oltre la soglia fisiologica della sopportazione.

Il resto sono solo balle, paccottiglia di pseudointellettuali/ giornalisti/ opinionisti/ politici da like, quel gran bric a brac del vogliamoci bene pagato solo da pantalone. E, chiudo, duole che il Comandante Generale dell’Arma non ordini una consegna in caserma a tutti gli uomini in divisa. Tutti in caserma, via dalle strade dalle scorte, da ogni dove. Tutti in camerata. Per tre giorni. Così anche i più ciechi dovranno aprire gli occhi dopo che sono stati scippati, aggrediti, palpiti sulla strada, in tram, in treno, a casa propria.



Fonte: https://ticinonotizie.it/carabinieri-di-emanuele-torreggiani-2/

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