Carne di balena nei distributori automatici. Il Giappone sfida ancora la comunità internazionale- Corriere.it


di Alessandro Sala

La caccia ai cetacei oggetto di una moratoria internazionale a protezione degli animali che per non viene rispettata da Tokyo

La caccia alle balene oggetto da anni di una moratoria internazionale che non per mai stata riconosciuta da alcuni Paesi, tra cui il Giappone, che a lungo ha continuato a cacciare gli animali adducendo motivazioni di ricerca scientifica, considerate unanimemente pretestuose. Non a caso la carne di balena, in molte aree del Paese nipponico, ha continuato ad essere commercializzata. Un ulteriore sfida viene ora lanciata dalla Kyodo Senpaky, il consorzio che gestisce le flotte baleniere nipponiche: nel tentativo di aumentare il consumo di questo prodotto la compagnia ha aperto diversi negozi specializzati che, attraverso distributori automatici, vendono questa carne in diversi tagli e porzioni.

L’iniziativa sembra essere accolta con favore dai consumatori, almeno stando alle dichiarazione della portavoce del consorzio, Konomi Kubo: Le vendite hanno superato le nostre aspettative , anche se i prodotti non sono esattamente economici. Alcuni degli articoli sono andati esauriti. E ancora: Siamo consapevoli delle critiche dei gruppi anti-caccia alle balene, anche in Giappone, ma sono in minoranza. Ci che importante per noi quanto i distributori automatici siano stati popolari finora. Il consorzio fornisce ogni anno carne di balena anche alle mense scolastiche ed sostenuto politicamente da gruppi conservatori che considerano le critiche del resto del mondo, per lo pi quello occidentale, una sorta di imperialismo culinario. Nelle vending machine si trova un’ampia variet di prodotti a base di carne di balena, compresi prodotti in scatola contenenti carne importata dall’Islanda (altra nazione che ha sempre rivendicato il diritto di cacciare cetacei) anche in forma di pancetta, bistecche e carne rossa da consumare anche cruda come sashimi. I prezzi, spiega l’agenzia Agi, vanno da 1.000 a 3.000 yen, ovvero tra i 7 e i 21 euro.

La notizia sta gi creando malumore nelle associazioni animaliste di tutto il mondo che sottolineano come questo ulteriore passo verso la grande distribuzione smascheri definitivamente il fatto che le catture non avvenivano per scopi di ricerca. Le grandi nave baleniere che si spingevano fino all’Oceano Antartico riportavano grandi scritte sugli scafi con la dicitura research, in inglese. Ma questa era considerata una copertura, perch gli animali finivano poi comunque sul mercato. A lungo associazioni come Greenpeace e Sea Shepherd hanno cercato di ostacolare le attivit in mare aperto dei giapponesi, frapponendo le loro imbarcazioni tra le balene e le baleniere. In alcuni casi la tensione tra gli equipaggi di cacciatori e difensori stata particolarmente alta, con i primi a contrastare l’azione dei secondi a colpi di idrante e di sistemi sonori. Una serie tv negli anni scorsi ha raccontato questi contrasti documentando le tensioni da bordo delle navi di Sea Shepherd. E va registrato anche un grave episodio di speronamento che ha indotto l’equipaggio dei pirati a chiedere il may day, che serv proprio per mettere fine alla stagione di caccia di quell’anno.

Sembrano storie del passato, ma il rilancio giapponese rischia ora di riaprire il dibattito. Tokyo sostiene che il consumo di carne di balena debba essere consentito tanto quanto quello di altre specie che finiscono nelle pescherie e sulle tavole di tutto il mondo. Ma la caccia indiscriminata del passato, quando le balene venivano cacciate non solo per la loro carne ma anche per il loro grasso, utile a produrre un olio combustibile a basso costo quando ancora le forniture di combustibili fossili erano particolarmente onerose, le ha portate ai limiti dell’estinzione. E proprio per evitare questo rischio e garantire la sopravvivenza di un animale che ha un ruolo importante negli equilibri oceanici, stata adottata la moratoria internazionale.

Il Giappone, come altre nazioni, ha avuto in passato nella balena una fonte proteica importante per il sostentamento della popolazione. Ma cos come hanno fatto le altre nazioni l’ha poi via via sostituita dal Dopoguerra con altri tipi di carne, pi facilmente gestibili, come maiale, pollo e manzo. L’Agi rilancia i dati del ministero dell’Agricoltura, della Silvicoltura e della Pesca di Tokyo secondo cui i giapponesi hanno consumato 233 mila tonnellate di carne di balena nel 1962, eclissando le cifre del manzo (157 mila) e del pollo (155 mila). Nel 2021, invece, il consumo di carne di balena crollato a solo mille tonnellate. Secondo un sondaggio del 2012 dell’International Fund for Animal Welfare, l’89% dei giapponesi ha dichiarato di non aver acquistato carne di balena nei 12 mesi precedenti. Da dove nasce il nuovo interesse? Per gli anziani potrebbe essere un ritorno al passato, per i pi giovani la curiosit di assaggiare un cibo tradizionale ma di fatto poco reperibile. Resta da vedere se l’effetto novit svanir da solo o se alimenter una domanda tale da spingere verso un’intensificazione della caccia.

Quest’ultima avviene oggi solo all’interno delle acque costiere nazionali, dopo che nel 2014, la Corte di giustizia internazionale ha ordinato al Giappone di interrompere la cattura annuale di circa 900 balene nell’Oceano Antartico, quelle che venivano appunto cacciate con il pretesto della ricerca scientifica. Nel 2019 Tokyo usc dalla Commissione baleniera internazionale (IWC) e annunci che avrebbe posto fine alla caccia in acque internazionali, per riprendere quella nelle acque interne. L’IWC aveva imposto una moratoria sulla caccia commerciale alle balene nel 1986, ma una clausola nel divieto aveva permesso ai balenieri giapponesi di organizzare spedizioni in Antartide ogni anno. Quest’anno, spiega ancora l’agenzia Agi, il governo ha fissato una quota di 379 balene in tre specie, anche se i balenieri locali hanno affermato che la loro industria sta lottando per sopravvivere. Incolpano l’invecchiamento delle comunit di pescatori e delle navi, i cambiamenti nel comportamento dei cetacei probabilmente legati al crollo del clima e il consumo debole.

26 gennaio 2023 (modifica il 26 gennaio 2023 | 12:42)



Fonte: https://www.corriere.it/animali/23_gennaio_26/carne-balena-distributori-automatici-giappone-sfida-ancora-comunita-internazionale-3b706fb4-9d67-11ed-9f51-64dfca2771aa.shtml

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