Che origini hanno i sogni? Ha senso raccontarli? E poi, servono a qualcosa?- Corriere.it


di Daniele Mencarelli

Uno psicoanalista (Vittorio Lingiardi), uno scrittore (Daniele Mencarelli) e quella materia evanescente – eppure concretissima – che accompagna la notte. Da Penelope a Freud, un racconto pubblico & privato

C’ chi li rifugge e chi li attende, come un’epifania che sa annientare il tempo e lo spazio. Il sottoscritto, da qualche anno, li insegue come una seconda vita con una sua drammaturgia precisa e al tempo stesso indecifrabile. Ma prima occorre approdare al sonno, una battaglia tutte le sere, perdersi dentro quell’oscura sospensione che ci riposa e ci distacca da noi, ci riposa perch ci distacca da noi. Poi, ecco animarsi, accendersi la nostra seconda vita. La mia, ricorrente, benedetta, mi riporta sempre nello stesso posto. Attorno allo stesso tavolo. Uno dei tanti Natali degli anni ‘80. Si mangia e si ride. E soprattutto, sono tutti vivi. Io non mi vedo, ma sono felice, guardo uno a uno quei volti che la morte si presa, e gioisco, consapevolmente: dentro di me c’ un luogo dove tutti sopravvivono.
Questo luogo il sogno.
Ai sogni, nel bene e nel male, non c’ via di scampo. Del resto, come a quasi tutte le dinamiche che appartengono a quell’intricato mistero che definiamo mondo interiore.

Vittorio Lingiardi psichiatra e psicoanalista, professore ordinario di Psicologia dinamica presso la facolt di Medicina e Psicologia dell’Universit Sapienza di Roma. Da poco nelle librerie
L’ombelico del sogno
.

Un viaggio onirico, Einaudi. Per chi vive il mondo delle lettere, Lingiardi oltre a essere saggista anche poeta. Si ricordano due raccolte, andatele a cercare: La confusione precisa in amore e la seconda Alterazioni del ritmo, entrambe edite da Nottetempo. Quello che appare un dettaglio in realt un elemento fondamentale. Tutta l’attivit clinica di Lingiardi parte da uno sguardo che quello del poeta, dell’uomo che d alla parola un peso speciale, con le parole che l’uomo pu provare a salvarsi, trovandole, condividendole.

LINGIARDI: MI SONO SVEGLIATO DA UN SOGNO RIDENDO. NON RICORDO PERCHE’ E CON CHI, MA LA SENSAZIONE FISICA DI DIVERTIMENTO E’ RIMASTA PER TUTTO IL GIORNO


Questo per dire, ricordare a tanti, che tra lingue della scienza e umanistiche non dovrebbe esserci contrapposizione, competizione, semmai, come dimostrano tanti sublimi esempi, a partire da quel magnifico psichiatra filosofo che fu Franco Basaglia, semmai dovrebbero dialogare costantemente per quell’unico bene comune, universale, che l’uomo in tutta la sua complessit.
Ma veniamo a L’ombelico del sogno. Un viaggio onirico. In questa sua nuova avventura, come si sar capito, Lingiardi si concentra su quella materia evanescente e insieme concretissima che il sogno.
Concreta perch come un evento reale sa agire dentro di noi e produrre sentimenti assoluti, terrore o gioia, eccitazione o incredulit, solo per citarne alcuni. Perpetuo il tentativo dell’uomo di riportarne il significato al mondo reale, quello in veglia, attraverso letture che nel corso del tempo e dei luoghi hanno mutato di valore e significato.
Il titolo, di per s, gi rivelatorio. Lingiardi prende in prestito un’affermazione di Freud rispetto ai sogni: un ombelico li unisce all’ignoto; come riporta il testo di copertina. E se a utilizzare questa metafora Freud, se a unirli all’ignoto proprio lui che ha tentato per tutta la sua vita e i suoi studi di sottrarre l’uomo all’ineffabile, allora vuol dire che non esiste intelletto che possa mettersi di fronte ai sogni senza costatare il proprio limite. Nessuno potr mai rivelarne con esattezza l’origine, l’utilit e il fine ultimo.
Ed da questa constatazione implicita che parte Lingiardi.

L’uomo Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e poeta, cosa sogna? Ha sogni ricorrenti?

Non ho sogni ricorrenti, n faccio sogni particolarmente avventurosi. Dovessi tentare una tipizzazione, direi che i miei sogni sono pi di relazioni che di peripezie, pi di persone che di paesaggi. Sogno di essere in viaggio con le persone a cui voglio bene o di trovarmi nelle case in cui ho vissuto. Se sono abitato da un conflitto, sogno litigi e arrabbiature. Non di rado sogno i miei genitori, che ho perso presto. Dialogo con loro, a volte con estrema tenerezza, a volte in animate discussioni.

MENCARELLI: IL MIO SOGNO RICORRENTE, BENEDETTO, MI RIPORTA SEMPRE ALLO STESSO TAVOLO, UN NATALE DEGLI ANNI ‘80. SI MANGIA, SI RIDE E SONO TUTTI VIVI

In generale il rapporto con il tuo mondo onirico pacifico o meno?

Direi che abbastanza pacifico. Anzi, a volte lo vorrei pi impetuoso, quantomeno rapinoso! Insomma, meno sogni dialettici, con discorsi e battute di spirito, e pi sogni rocamboleschi. Almeno di notte vorrei provare ad essere James Bond.

Se lo ricordi, il sogno pi bello, e quello pi brutto.

Difficile ricordarli cos nitidamente e scegliere il pi bello e il pi brutto. Recentemente mi sono svegliato da un sogno ridendo. Non ricordo pi perch e con chi, ma la sensazione fisica di divertimento, complicit e abbandono mi rimasta tutta la giornata. Trovo che ridere in sogno sia un’esperienza rara e bellissima. A volte i sogni, indipendentemente dalle storie che raccontano – per poi svanire – lasciano una compagnia emotiva insondabile e viva. Come sogno brutto, mentre mi ponevi la domanda, ho subito pensato a un sogno di tanti anni fa. Un sogno permeato da un fato di malattia e di morte. Erano anni difficili e dolorosi, anni di lutti che certo non potevano risparmiare la mia vita onirica.


proprio in queste battute di Lingiardi che, forse, risiede la lettura pi semplice e assieme verosimile: i sogni sono un controcanto, spesso simbolico, rovesciato, dei fatti della vita che ricadono nel nostro mondo interiore, senza risparmiarci nulla, nemmeno mentre dormiamo, in barba alla nostra volont di controllo. Ma, forse questa la verit ultima, l’uomo vuole veramente demitizzare i sogni? Vuole veramente credere che non siano alfabeto di profezie? Lampi di futuro da cogliere per avverare la propria fortuna? Ognuno risponda come crede.

27 maggio 2023 (modifica il 27 maggio 2023 | 19:21)



Fonte: https://www.corriere.it/sette/attualita/23_maggio_27/che-origini-hanno-sogni-ha-senso-raccontarli-poi-servono-qualcosa-32d6dc92-fa11-11ed-a2b9-074b62135bb4.shtml

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