Colombia: Petro chiede di indagare sull’acquisto di un programma spia israeliano nel 2021


Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha accusato il governo del suo predecessore, Ivan Duque, di aver acquistato il programma di spionaggio dei telefoni cellulari Pegasus, pagando “in contati” 11 milioni di dollari alla ditta produttrice, l’israeliana Nso. Una transazione non certificata dai bilanci, ha accusato Petro sottolineando la coincidenza temporale con le ultime elezioni presidenziali e con le proteste sociali che hanno agitato per mesi il Paese. “Come hanno fatto undici milioni di dollari ad uscire dal Paese in un aereo, dagli uffici statali per comprare un software che spia comunicazioni private e politiche”, ha detto Petro leggendo, in un messaggio presidenziale televisivo, un documento dell’unità investigativa finanziaria (Uiaf). Il capo dello Stato ipotizza che le “per mesi” siano state intercettate le informazioni di soggetti del “principale partito dell’allora opposizione, che sarebbe poi diventata la prima forza politica del Paese, con il suo candidato presidenziale, ora presidente”, per essere inviate ad alcune “solite” testate.

Quali “altri soggetti sono stati intercettati? Con quale ordine giudiziario? Da dove sono usciti i soldi? Perché non ci sono tracce nel bilancio nazionale? È un caso di riciclaggio di denaro fatto dal nostro stesso Stato per interferire nelle comunicazioni? Di chi?”, ha aggiunto. Nel documento letto da Petro, si parla dell’invio – tramite un aereo da Bogotà a Tel Aviv – di due rate da 5,5 milioni di dollari in contanti, seguite a un contratto tra la Nso Technologies e l’intelligence della polizia colombiana (Dipol). La prima transazione è stata fatta a luglio-agosto 2021, ha sottolineato il presidente: “orientiamoci. Prima delle campagne elettorali, che iniziavano ad ottobre, tanto per il parlamento quanto per la presidenza e nel pieno della rivolta sociale in Colombia”.

Il presidente ha detto di aver chiesto alla Uiaf di far arrivare il documento alla Procura generale, e al direttore della Polizia nazionale, William Salamanca, di trovare il Pegasus e consegnarlo agli inquirenti “perché la cittadinanza possa essere tranquilla che i suoi diritti siano stati rispettati”. La verità “deve emergere e dobbiamo andare fino in fondo”, ha insistito Petro. Petro ha inoltre precisato di aver potuto divulgare il documento della Uiaf ricavato anche su informazioni della dogana israeliana, altrimenti sottoposto a riservatezza, dato che le relazioni bilaterali sono interrotte per “il caso Gaza”. Nel corso della campagna elettorale erano emersi diversi scandali su presunte manovre dello staff di Petro per gettare discredito sugli avversari. Dossier costruiti su conversazioni che potevano essere solo frutto “di intercettazioni illegali”, denunciava Petro, pronto comunque a rinunciare alla presidenza nel caso si fosse individuata “anche una sola ipotesi penale” nei suoi confronti.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/colombia-petro-chiede-di-indagare-sullacquisto-di-un-programma-spia-israeliano-nel-2021/

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