Confcommercio: consumi fermi (al di sotto del livello di vent’anni fa) e impatto dei dazi frenano la crescita


L’impatto dell’incertezza creata dall’amministrazione Usa con i ripetuti “stop and go” sui dazi produce i suoi effetti sulle stime di Confcommercio che rivede al ribasso di un decimo di punto per anno le previsioni di aumento del Pil per il 2025 e 2026, attestandosi rispettivamente a +0,8% e +0,9% (da +0,9% e +1%). Anche la debolezza della domanda interna frena la crescita.

I fattori che contengono l’impatto dei dazi sulla crescita

Le stime dell’ufficio studi di Confcommercio sono leggermente più ottimistiche di quelle del governo (+0,6% per il 2025 e +0,8% per i due anni successivi) per alcuni fattori che secondo la confederazione rappresentano «solidi presupposti per consentire all’Italia di reggere l’urto»: l’inflazione sotto controllo, l’occupazione ai massimi, i redditi reali in aumento grazie ai rinnovo dei contratti. Se a questi elementi, poi, si aggiungesse un nuovo taglio dei tassi Bce, «si rafforzerebbero queste luci in uno scenario denso di ombre», ha spiegato il presidente Carlo Sangalli, all’apertura del Forum Confcommercio-Ambrosetti. Un ruolo importante lo gioca il turismo: «negli ultimi trentacinque anni le presenze di turisti stranieri in Italia sono cresciute del 200% e la nuova occupazione in questo periodo è stata creata dal terziario di mercato», che secondo il presidente di Confcommercio «pure tra mille difficoltà, sono il motore della crescita del nostro Paese.

«La parziale marcia indietro dell’amministrazione americana è una buona notizia – ha aggiunto Sangalli – implica che abbiamo una controparte che ascolta imprese e mercati. Ma le ampie oscillazioni negli indirizzi di politica economica non sono prive di conseguenze, nella prima parte dell’anno l’economia europea ne ha risentito. L’incertezza è rapidamente cresciuta. E rimangono barriere tariffarie più elevate che in passato. Serve un paziente, determinato e faticoso lavoro di negoziazione multilaterale per ricucire e ripristinare. Bisogna tornare a stabilità e fiducia per imprese e consumatori».

La spesa dei consumi resta inferiore al 2007

I consumi, anche alla fine del prossimo anno, non saranno tornati ai livelli del 2007, cioè di venti anni prima:la spesa procapite reaòe nel 2025 si attesta a 21,3mila euro, nel 2026 salirà a 21,5mila euro contro i 21,6mila del 2007. Ma quella dei consumi, infatti, non è l’unica preoccupazione. Ii prezzi dell’energia sono ancora molto elevati, con un pesante impatto sulle bollette di famiglie e imprese, in particolare quelle del terziario di mercato: per queste imprese, a marzo 2025, le tariffe dell’energia elettrica hanno registrato un incremento del 53,5% rispetto alle tariffe pre-crisi del 2019, quelle del gas addirittura dell’88,2%. «L’attuale debolezza della domanda interna è un problema per la crescita della nostra economia» per Sangalli «bisogna rimettere al centro dell’agenda di Governo la riduzione delle imposte per il ceto produttivo».

Si spende meno per gli alimenti e più per la sanità

Sono cambiati i consumi degli italiani: dal 2007 al 2024, secondo il Centro Studi di Confcommercio, la spesa si è ridotta di 452 euro pro-capite, non verrà assorbito con la crescita dei consumi di quest’anno e dell’anno prossimo. mentre si concentra più sui servizi, come le comunicazioni. La spesa per beni è calata di 1.115 euro pro capite in questo arco temporale, mentre quella per i servizi è aumentata di 657 euro in media per ogni italiano. E’ diminuita la spesa per alimenti, -408 euro pro-capite (di cui -83 euro per la carne) , così come la spesa per vestiario e calzature (-92 euro) e per l’acquisto di automobili (-132 euro), mentre è aumentata la spesa per la sanità (+112 euro) per servizi di comunicazione, ricreazione e istruzione (+316 euro), per per sport e tempo libero (+190 euro), per ristoranti e alberghi (+ 70 euro). Da quest’anno Confcommercio si attende una lenta inversione di tendenza, con una crescita dei consumi stimata a +1,2% per il 2025 e +1% per il 2026, rispetto alla stagnazione degli anni precedenti che ha fatto registrato un -0,1% dei consumi tra il 2008 e il 2024.



Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/confcommercio-consumi-fermi-al-sotto-livello-vent-anni-fa-e-impatto-dazi-frenano-crescita-AHKrN9K

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