Conselice, i 500 rimasti dentro la zona rossa dopo l’alluvione. «Qui anche senza cibo»- Corriere.it


di Alfio Sciacca

Rifiutano l’evacuazione: «Ogni notte vediamo arrivare gli sciacalli», «Io resto e riaprirò presto la mia officina». Martedì Mattarella a Forlì e Faenza

DAL NOSTRO INVIATO
CONSELICE (RAVENNA) — Ivone Ravaioli, 76 anni e il piglio da bersagliera, non usa giri di parole. «Lo sa cosa ci faccio con l’ordinanza della sindaca?». Pausa. «Gliela strappo in faccia». E giù una valanga di insulti e imprecazioni. Più moderati nei toni, ma non nella sostanza, i vicini che quei fogli consegnati da polizia e vigili del fuoco li hanno ripiegati e messi da parte.

Bastano gli stivali

Risultato: praticamente nessuno ha lasciato la propria casa dopo l’ordinanza di evacuazione per rischio igienico sanitario di una parte di Conselice. Anzi qualcuno che era fuori è rientrato proprio ieri, incoraggiato dal fatto che l’acqua resta putrida e maleodorante, ma il livello si è notevolmente abbassato. Nei punti più critici siamo intorno ai 40 centimetri e le parti più esterne sono già asciutte. Per spostarsi non serve più il gommone ma bastano gli stivali. L’ordinanza di fatto delimita una zona rossa nella quale dovrebbero accedere solo forze dell’ordine, vigili del fuoco e protezione civile. E invece entra ed esce chiunque, mentre la gente non ha alcuna intenzione di andar via. «Dove dovrei andare? — dice Stefano Morando —. Qui c’è tutta la mia vita: la casa per la quale sto pagando il mutuo, il garage con le mie auto e moto. Non lascio tutto incustodito, possono fare tutte le ordinanza che vogliono». Così Luigi Ferretti che abita accanto alla sua carrozzeria: «Non solo resto a casa, ma al più presto voglio riaprire anche l’officina».

Razzia

Persino chi abita al pian terreno non si è mai allontanato. «Quando si è allagata casa — racconta Fabiana Cenni — con mio marito e i nostri due gatti ci siamo spostati al primo piano da un nostro vicino, Nino, di 86 anni che vive da solo. E così ci facciamo compagnia». Tanta la paura degli sciacalli. «Paura? — dice Andrea —. Qua passano tutte le notti e fanno razzia». Anche se il livello dell’acqua si è abbassato, il rischio sanitario esiste ancora. «È vero — replica Mauro Maltoni, 78 anni, che vive con la moglie e i cognati 85enni— ma basta tenere duro ancora due giorni ed è tutto finito». A nulla è valso l’appello di tutti i medici di famiglia del paese che hanno scritto una lettera aperta raccomandano «di lasciare le case e pensare in primo luogo alla salute». E neppure le parole accorate di Luca Carnevali, medico volontario che affianca i vigili del fuoco: «Oltre a tetano ed epatiti, rischiate intossicazioni da listeria e salmonella che possono essere molto gravi».

«Ci vogliono affamare?»

Nulla. La gente è sorda a tutto. Non serve neanche la comunicazione che quello di ieri è stato l’ultimo pasto consegnato a chi resta in casa anche se non ci sono luce e acqua. «Ci vogliono affamare? — attacca la nuora di Ivone— Vedrà che ci arrangiamo, tanto con l’cqua bassa ormai si riesce facilmente a uscire». Il giro quotidiano per la distribuzione dei pasti serve anche a calcolare in quanti sono rimasti. «L’ordinanza —spiegano dal Comune— riguarda 1.500 residenti, ma molti erano già andati via. Nella zona interessata immaginiamo che siano rimaste circa 500 persone». Più o meno il numero di pasti preparati ieri e che sono stati tutti consegnati. «Ma potrebbero essere anche di più perché c’è chi si organizza in proprio per mangiare», fa notare Jessica che è l’anima di un gruppo di volontari del paese. Nel giro quotidiano lungo le strade che hanno nomi dal sapore beffardo (via Venezia, via Po, via Tevere) si vedono le stesse facce di sempre. Ci sono i 20 residenti di un condominio di 5 famiglie di immigrati, il cittadino marocchino che vive con moglie e tre figli che spesso giocano vicino l’acqua putrida e anche la signora di quasi ottanta anni che è rimasta dieci giorni in una casa senza luce ed acqua con il marito malato di Alzheimer. Tutto scorre come se l’ordinanza non fosse stata mai emessa. «Mi raccomando, ricordati di portarmi la power bank» è l’unica preoccupazione di Giovanni Samulari quando gli consegnano il pasto. Che ci siano ancora rischi per la salute lo confermano la campagna di vaccinazione proseguita anche ieri e il proliferare di zanzare che infestano le sera di Conselice.

Nelle zone alluvionate martedì arriverà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In mattinata, a Forlì, incontrerà soccorritori e residenti, mentre nel pomeriggio sarà a Faenza con i sindaci dei comuni più colpiti. Buone notizie. Dopo giorni finalmente cessa l’allerta rossa nella regione e si passa all’arancione, mentre domani dovrebbe essere riaperta al traffico la tratta ferroviaria Bologna-Rimini.

27 maggio 2023 (modifica il 27 maggio 2023 | 23:06)



Fonte: https://www.corriere.it/cronache/23_maggio_27/conselice-500-rimasti-dentro-zona-rossa-qui-anche-senza-cibo-03f91064-fcc5-11ed-80ca-38d137f12c45.shtml

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