“Da sempre al fianco dell’Ucraina. In Medio Oriente lavoriamo per ridurre le tensioni”


“Europeismo e atlantismo sono stelle polari della nostra politica estera”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, interrogato al Senato sulla posizione italiana rispetto all’evoluzione degli scenari bellici in Ucraina e Medio Oriente. “L’appartenenza all’Ue e alla Nato e il rapporto di forte amicizia con gli Stati Uniti sono alla base di tutte le nostre scelte strategiche”, ha detto il ministro. “Guidano la nostra azione di fronte alle principali sfide che affrontiamo”, ha continuato.

La guerra in Ucraina

“Il nostro governo può rivendicare con orgoglio di essere sempre stato in prima linea al fianco dell’Ucraina”, ha affermato il ministro. “Il sostegno a Kiev, alla sua libertà, indipendenza e sovranità è pieno e incondizionato. In quest’ottica ho voluto copresiedere a New York con il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il nuovo ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha una sessione speciale del G7 a sostegno del settore energetico ucraino”, ha ricordato Tajani. “Abbiamo concordato ulteriori misure per la popolazione civile, anche in vista dell’inverno. Ho valorizzato i fondi stanziati dal governo, il contributo delle aziende italiane e l’accordo che abbiamo sottoscritto con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo” che prevedono “stanziamenti di 200 milioni di euro per ripristinare la capacità della principale società idroelettrica ucraina”, ha continuato il ministro.

In ambito G7 tutti hanno apprezzato l’impegno italiano per la ricostruzione dell’Ucraina, come testimoniato anche dall’importante conferenza internazionale che ospiteremo nel 2025, secondo quanto affermato da Tajani. “Stiamo lavorando per coinvolgere il Parlamento in una specifica sessione dei lavori. Sosteniamo Kiev senza se e senza ma anche dal punto di vista politico e militare”, ha detto.

“Durante la riunione del Consiglio europeo Affari esteri informale, l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Josep Borrell ha proposto di abolire qualsiasi limitazioni all’uso delle armi che diamo all’Ucraina. Il Consiglio non ha approvato la proposta di Borrell, quindi l’Italia non è assolutamente isolata”, ha sostenuto il vicepremier.

La situazione in Medio Oriente 

L’Italia organizzerà al G7 Sviluppo di Pescara del 22 ottobre una conferenza internazionale umanitaria sul Medio Oriente per far fronte in particolare alla difficile situazione in Libano e a Gaza, ha annunciato il titolare della Farnesina. “Saranno presenti le agenzie delle Nazioni Unite, la società civile e le associazioni di categoria. Ne parlerò tra poco anche con l’Alto commissario per i rifugiati, Filippo Grandi. Valorizzeremo che sul fronte umanitario siamo stati i primi a muoverci, lo abbiamo fatto varando un nuovo importante pacchetto di aiuti, 17 milioni, dedicati alla crisi libanese, che si aggiungono ai 50 milioni già stanziati”, ha aggiunto Tajani.

“Lavoriamo in stretto contatto con i nostri principali alleati e con i partner regionali in Medio Oriente. Gli obiettivi che ho ribadito anche ieri nella riunione del Quintetto (Usa, Germania, Regno Unito, Francia, Italia) sono un cessate il fuoco a Gaza e in Libano, nuovi aiuti umanitari alla popolazione civile, ripresa di percorsi negoziali per la stabilizzazione, la nascita di uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia da esso riconosciuto”, ha spiegato il ministro.

L’escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah ha già avuto un impatto molto pesante sulla popolazione civile ed è “necessaria una risposta umanitaria rapida e incisiva soprattutto a fronte della situazione degli sfollati, la più grave del conflitto del 2006”, ha detto il ministro nel corso del Question time al Senato.

L’apertura del fronte libanese e l’intervento diretto dell’Iran stanno “aumentando significativamente il rischio di un conflitto regionale su vasta scala”, ha spiegato Tajani, evidenziando come il governo italiano stia operando “a tutti i livelli” per evitare un’escalation del conflitto e ha ricordato che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presieduto una riunione del G7 a seguito dell’aggravarsi della crisi. “I leader hanno ribadito la ferma condanna all’attacco iraniano e confermato un impegno comune a favorire la riduzione delle tensioni a livello regionale”, ha aggiunto Tajani, spiegando di aver discusso la situazione anche con i ministri degli Esteri del Quintetto.

Il ministro ha illustrato cinque punti chiave per affrontare la crisi: la necessità di insistere per un cessate il fuoco, il rafforzamento del mandato dell’Unifil per proteggere i militari italiani, il raggiungimento di un accordo politico in Libano per l’elezione del nuovo presidente, il coordinamento europeo per il rientro dei cittadini e il rafforzamento dell’assistenza umanitaria per la popolazione libanese. “Ciò che è successo a Gaza non può ripetersi anche in Libano”, ha dichiarato Tajani, sottolineando l’importanza di proteggere i civili e ridurre le tensioni. La de-escalation non è solo “una necessità umanitaria, ma una condizione essenziale per riportare l’intero quadrante su un cammino di dialogo e stabilità”. Tajani ha concluso sottolineando l’importanza del ruolo dell’Italia e dell’iniziativa umanitaria del G7 di Pescara, che rappresenta un tassello fondamentale per affrontare la crisi.

“La nostra prima preoccupazione è la sicurezza dei nostri connazionali nella regione e dei militari italiani in Libano”. Tajani ha annunciato che il governo italiano, in collaborazione con il ministero della Difesa, sta organizzando un volo charter speciale per trasferire in Italia circa 180 italiani dal Libano, che potrebbero arrivare in serata. Inoltre, è stato raccomandato ai connazionali in Iran, circa 700 persone, di rientrare in Italia utilizzando i voli commerciali ora in ripresa. L’Unità di crisi della Farnesina, insieme alle ambasciate italiane a Beirut, Teheran, Tel Aviv e il consolato generale a Gerusalemme, continua a lavorare senza sosta per garantire aggiornamenti di sicurezza e assistenza.

Il ministro degli Esteri ha difeso oggi la “decisione politica” dell’Italia di nominare un ambasciatore italiano in Siria. “Abbiamo anche deciso di nominare un ambasciatore in Siria, proprio perché la situazione è drammatica. Ci sono rifugiati siriani che possono rientrare in quel paese e, pur condannando le scelte del regime di (Bashar) Assad, riteniamo giusto che l’Italia possa avere una presenza diplomatica per monitorare la situazione sul campo e seguire l’evoluzione della crisi”, ha spiegato. Il ministro ha sottolineato l’importanza di avere un “occhio italiano” per seguire il possibile rientro dei rifugiati siriani nel loro paese d’origine, aggiungendo che si tratta di una mossa strategica per garantire che l’Italia continui a giocare un ruolo attivo nella regione.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/tajani-da-sempre-al-fianco-dellucraina-in-medio-oriente-lavoriamo-per-ridurre-le-tensioni/

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