Dalle emissioni future all’energia rinnovabile Ecco dieci motivi per restare ottimisti- Corriere.it
Raccontare il clima che cambia spesso porta a due risultati opposti: la noia oppure l’eco-ansia che finiscono per generare apatia. Per ci sono gi molte soluzioni disponibili e si pu cambiare rotta. Ecco un decalogo per essere ottimisti
Allarmi, catastrofi, punti di non ritorno. Raccontare il clima che cambia spesso sfocia in due risultati opposti e ugualmente inutili: la noia o l’eco-ansia. Entrambi finiscono per generare apatia. La crisi reale, ma non tutto perduto. Molte soluzioni sono gi disponibili e siamo in tempo per cambiare rotta. Ecco 10 motivi per essere ottimisti.
Primo motivo
Le emissioni da fonti di combustibili fossili sono raddoppiate negli ultimi 40 anni. Molti Paesi, per, come Stati Uniti, Russia, Giappone e l’Unione europea hanno gi raggiunto il picco di emissioni che d’ora in poi diminuiranno. A livello globale, le emissioni dovrebbero raggiungere il valore massimo intorno al 2025, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia. Sar il punto di svolta. Molto dipender da Cina e India, entrambe con popolazioni ed economie in crescita. Pechino ha promesso che il Paese raggiunger il picco entro il 2030 ed emissioni zero nel 2060, ma potrebbe tagliare il traguardo anche prima del 2025 secondo l’analisi di Carbonbrief, perch sta implementando le energie rinnovabili a velocit record.
Secondo
L’intensit di carbonio della crescita economica sta diminuendo nel tempo, il che significa che le emissioni associate allo stesso livello di attivit economica sono diminuite. Questo vero soprattutto per grandi economie come Usa ed Ue. Aiutare i Paesi in via di sviluppo a fare lo stesso sar vitale.
Terzo
Le fonti rinnovabili costituiscono una frazione crescente del mix energetico ed ogni anno diventano pi economiche. In gran parte del mondo l’energia solare ed eolica gi meno cara del carbone e del gas. Insieme potrebbero ridurre le emissioni globali di 8 miliardi di tonnellate l’anno, l’equivalente delle attuali emissioni di Usa e Ue insieme.
Quarto
Fermare la deforestazione e ripristinare foreste ed ecosistemi degradati potrebbe ridurre le emissioni di 7 miliardi di tonnellate all’anno, equivalenti alle attuali emissioni di Africa e Sud America messe insieme. Il costo? Meno di 50 dollari a tonnellata. Centinaia di aziende, governi e organizzazioni no-profit si sono impegnate a conservare e ripristinare gli alberi in ogni angolo del globo, in sostegno della UN Decade of Restoration. Una delle promesse pi ambiziose la Grande Muraglia Verde dell’Unione Africana: mira a ripristinare 100 milioni di ettari di terra entro il 2030.
Quinto
Il passaggio a elettrodomestici, illuminazione e tecnologie di riscaldamento e raffreddamento pi efficienti pu ridurre le emissioni di 4,5 miliardi di tonnellate.
Sesto
La ricerca di nuove soluzioni prosegue a ritmo incalzante. Uno studio pubblicato dell’International Institute for Applied Systems Analysis a marzo, ad esempio, rivela che le miniere abbandonate potrebbero immagazzinare energia sufficiente per alimentare l’intera Terra per un giorno. Una soluzione per l’energia in eccesso prodotta dalle rinnovabili.
Settimo
Oltre un miliardo di specie sono a rischio di estinzione ma si moltiplicano gli esempi di recupero. A volte basta davvero poco. Il Wwf, ad esempio, attraverso l’installazione di nidi artificiali ha contribuito al recupero, tra gli altri, dell’albatross cauto, una specie vulnerabile.
Ottavo
Nel 2015, i leader di 196 Paesi hanno firmato a Parigi il primo accordo globale per combattere la crisi climatica. La strada segnata, ci possono essere deviazioni e pure interruzioni, ma la direzione presa e i numeri lo confermano: prima del 2015 ci si aspettava che il mondo si riscaldasse di circa 4 C entro il 2100. Oggi, la previsione di 3C e se i leader rispettassero gli impegni presi si resterebbe entro i 2C. Anche il mondo del business ha imboccato la via: un quinto delle 2.000 pi grandi aziende del mondo si gi impegnato a raggiungere le emissioni zero.
Nono
Dopo anni di campagne ambientaliste, oltre 100 Paesi hanno ora un divieto totale o parziale sui sacchetti di plastica monouso. E i risultati cominciano a vedersi.
Decimo
Pi di 130 Stati membri delle Nazioni unite hanno adottato in marzo una storica risoluzione sulla giustizia climatica. Invita la Corte internazionale di giustizia a chiarire gli obblighi degli Stati per affrontare l’emergenza climatica e ritiene legalmente responsabili i Paesi altamente inquinanti per non aver affrontato la crisi climatica.
22 aprile 2023 (modifica il 22 aprile 2023 | 22:44)
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