Elezioni in Turchia, caccia ai voti nazionalisti- Corriere.it


di Monica Ricci Sargentini

Domenica 28 maggio il ballottaggio: Erdogan promette il «secolo di Ankara», Kilicdaroglu il rimpatrio dei rifugiati

DALLA NOSTRA INVIATA
ISTANBUL — Hanno lottato fino all’ultimo minuto, a colpi di dichiarazioni, tweet, promesse mirabolanti ma oggi il presidente uscente della Turchia Recep Tayyip Erdogan
e il suo sfidante Kemal Kiliçdaroglu
, secolarista, a capo di una variegata opposizione che va dalla destra alla sinistra, non potranno far altro che aspettare il verdetto dei 64 milioni di cittadini chiamati alle urne per il ballottaggio delle presidenziali.

«Diamo inizio al secolo della Turchia con il nostro voto» ha twittato il Sultano. «Mi rivolgo a ogni singolo membro della mia nazione: non senza di te!» ha scritto a sua volta il «Gandhi turco» che, negli ultimi giorni, ha abbandonato i toni moderati per lanciarsi in un’accesa campagna contro i rifugiati siriani che ha promesso di rimpatriare in men che non si dica. Una strategia che gli ha consentito di conquistare i voti del partito ultranazionalista Zafer che al primo turno aveva sostenuto Sinan Ogan. Il suo leader Umit Ozdag accusa il governo di aver islamizzato la Turchia accogliendo a braccia aperte milioni di siriani.

A Beyoglu, nella parte europea di Istanbul, i sostenitori dell’opposizione distribuiscono fiori, caramelle e volantini a chiunque passi per la strada: «Ricordatevi di votare per il cambiamento — dicono —, deve nascere un’altra Turchia». Nell’ultima settimana Kiliçdaroglu ha risposto alle domande dei cittadini su canale YouTube
BaBaLa TV ed è riuscito a raggiungere 24 milioni di persone mentre l’annuncio via sms della sua presenza a una diretta su Fox è stato bloccato:«L’Autorità di vigilanza per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (BTS) ci ha impedito di comunicare perché ha paura». Nel tentativo di attrarre i voti degli indecisi, un 8% degli aventi diritto, il leader dell’opposizione ha assicurato di far trasmettere gratis le partite di calcio su Trt. «Hanno rubato anche i più piccoli piaceri della nazione», ha detto. Ma sicuramente in quanto a promesse e «regali» vince di gran lunga Erdogan che, durante la campagna elettorale, ha aumentato gli stipendi dei dipendenti statali del 75%, il salario minimo del 55% e dispensato sussidi per carburante, elettricità e gas naturale, dando, inoltre, la possibilità a 2 milioni di turchi di andare in pensione anticipatamente.

Chi avrà la meglio? Ieri l’Istituto Alf dava Kiliçdaroglu al 50,3% e Erdogan al 49,7%. «Vincerà il partito che porterà gli elettori alle urne», sostiene Alg. Mentre per SER-AR Arastirma l’opposizione sarebbe al 51,3% contro il 48,7% del Sultano. La situazione, invece, è rovesciata per Motto Research che dà il presidente uscente al 51,2% contro il 48,8% del suo rivale. Sono dati che,comunque, non tengono conto degli ultimi endorsement, oltre a quello del partito Zafer per l’Alleanza della Nazione, quello per Erdogandell’l’ultranazionalista Ogan.

Per vincere Kiliçdaroglu deve conquistare, oltre le grandi città come Istanbul e Ankara, le aree meno urbanizzate, lì dove le politiche conservatrici dell’Akp continuano a far breccia. E magari riprendere quota anche nelle zone più colpite dal terremoto di febbraio, nelle quali il presidente uscente è andato bene.

Aishée, un velo nero che le incornicia il viso, è seduta con Yusuk su una panchina di Gezi Park, occupato dieci anni fa dai giovani in una memorabile protesta contro il governo. Loro, allora tredicenni, non parteciparono ma andarono lì a sbirciare. Sul voto la coppia si divide: lei voterà Erdogan perché lo considera abile, lui Kiliçdaroglu perché ha promesso di cacciare i siriani che «commettono crimini e se ne devono andare». Con buona pace dello spirito di Gezi Park.

27 maggio 2023 (modifica il 27 maggio 2023 | 22:44)



Fonte: https://www.corriere.it/esteri/23_maggio_27/elezioni-turchia-ballottaggio-2b0927a6-fcb7-11ed-80ca-38d137f12c45.shtml

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