Emergenza incendi: USA, Canada e Russia in fiamme nella primavera 2025

La primavera 2025 sta registrando una preoccupante ondata di incendi boschivi che colpisce diverse regioni dell’emisfero settentrionale. Nonostante i crescenti sforzi delle autorità russe, 49 roghi stanno ancora bruciando vicino al confine con la Mongolia, devastando oltre 629.000 ettari di foreste. Parallelamente, negli Stati Uniti, il Minnesota e le aree limitrofe del Canada meridionale stanno affrontando una situazione critica, con incendi selvaggi alimentati da condizioni meteorologiche estreme.
Minnesota e Canada: incendi fuori stagione
Negli Stati Uniti, il Minnesota sta affrontando una situazione anomala. Secondo l’analisi del National Interagency Fire Center, gli incendi boschivi in questo stato tendono a verificarsi principalmente in aprile, con maggio come secondo mese più critico. Tuttavia, quest’anno il caldo fuori stagione, combinato con forti venti e alti livelli di siccità, ha creato condizioni ideali per la propagazione dei roghi anche in periodi inusuali.
Attualmente, i tre incendi più estesi dello stato sono Camp House (4.766 ettari), Jenkins Creek (8.334 ettari) e Munger Shaw (526 ettari), tutti localizzati nella contea di St Louis. Sebbene queste regioni non presentino tipicamente un elevato pericolo di incendio durante l’estate, il persistere delle condizioni di siccità potrebbe alterare questa tendenza storica.
La situazione in Russia: incendi fuori controllo
Secondo i servizi di emergenza russi, la situazione nella regione siberiana rimane critica nonostante gli interventi. Questi incendi si inseriscono in un contesto più ampio che ha visto, nelle ultime settimane, la Russia orientale interessata da diversi roghi di grandi dimensioni, con un conseguente aumento delle emissioni di carbonio e di fumo. Al 15 luglio, le emissioni stimate dagli incendi in Russia hanno già superato le emissioni totali di giugno-luglio dei due anni precedenti.
Particolarmente colpita è la Repubblica di Sakha, dove diversi incendi hanno interessato il Circolo Polare Artico nella seconda metà di giugno. Le province limitrofe dell’Oblast’ di Amur e dello Zabaykalsky Krai stanno registrando emissioni totali stimate per giugno-luglio pari a 17.2 megatonnellate di carbonio, più del doppio rispetto al precedente record del 2015.
Il fumo raggiunge il Circolo Polare Artico
Un fenomeno allarmante è la diffusione del fumo generato dagli incendi in Siberia, Canada e Alaska, che ha raggiunto il Circolo Polare Artico. Questo non solo rappresenta un problema per la qualità dell’aria nelle regioni circostanti, ma contribuisce anche all’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci polari, creando un pericoloso circolo vizioso che amplifica gli effetti del riscaldamento globale.
Cambiamento climatico: il motore degli incendi globali
La prima metà dell’estate boreale 2024 è stata caratterizzata da numerosi incendi intensi nella Russia orientale, in Canada e in Alaska, evidenziando un trend preoccupante. L’inverno 2024-2025 è stato il secondo più caldo mai registrato, con una temperatura media sul territorio europeo superiore di 1,46°C rispetto alla norma. Questo riscaldamento anomalo ha creato condizioni favorevoli per l’insorgere di incendi sempre più frequenti e devastanti.
La gestione delle foreste rappresenta un altro fattore critico, specialmente in Russia dove il volume di abbattimento illegale di alberi è stimato tra il 15-30% del totale. Le riforme degli ultimi anni, come il nuovo codice forestale del 2007 che ha trasferito la responsabilità delle foreste da Mosca alle regioni, hanno aggravato la situazione, riducendo l’efficacia delle misure di prevenzione e controllo degli incendi boschivi.
Se le attuali tendenze climatiche dovessero persistere, molte regioni tradizionalmente a basso rischio incendi potrebbero trovarsi sempre più vulnerabili, richiedendo un ripensamento globale delle strategie di prevenzione e gestione delle emergenze ambientali.