Esposto in Procura a Ravenna per la gestione da parte di Curia e Usl del presunto miracolo eucaristico di Savarna
L’avvocato Francesco Minutillo di Forlì ha annunciato oggi il deposito di un esposto presso la Procura della Repubblica di Ravenna, relativo alla gestione del presunto miracolo eucaristico avvenuto nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Savarna. L’iniziativa, intrapresa da Minutillo per conto di un gruppo di fedeli, mette sotto accusa la gestione del caso da parte dell’Arcivescovo di Ravenna. Secondo l’esposto la particola, rinvenuta nel gennaio 2023, avrebbe mostrato segni ritenuti prodigiosi, ma sarebbe stata successivamente distrutta senza le cautele richieste dalla sua natura sacra. L’esposto solleva l’ipotesi che tali azioni possano configurare il reato di vilipendio o danneggiamento di cose destinate al culto, previsto dall’art. 404 del Codice Penale.
«L’esposto depositato oggi evidenzia alcune possibili irregolarità legate alla gestione del caso del presunto miracolo eucaristico di Savarna da parte dell’Arcivescovo Lorenzo Ghizzoni», ha dichiarato l’avv. Francesco Minutillo. «Se fosse confermata la distruzione o dispersione di un’ostia consacrata e dei relativi campioni biologici, si tratterebbe di un episodio grave, potenzialmente configurabile come vilipendio nei confronti di un oggetto di culto centrale nella dottrina cattolica».
«Ulteriori aspetti meritevoli di approfondimento», ha aggiunto Minutillo, «sono legati alla gestione dei campioni da parte dell’AUSL Romagna, nella persona del professor Vittorio Sambri. Se fosse effettivamente avvenuta una distruzione dei reperti senza adeguata documentazione o supervisione, ciò potrebbe indicare una violazione dei protocolli di trasparenza e tracciabilità che ci si aspetta in un caso di tale rilevanza».
«Resta inoltre da chiarire», ha proseguito l’avvocato, «se l’uso di un semplice messaggio WhatsApp per comunicare l’esito delle analisi e la successiva distruzione dei campioni possa essere ritenuto conforme alle procedure istituzionali. L’ipotetica mancanza di una comunicazione ufficiale o di un referto formale ci ha fatto sollevare non pochi dubbi sulla correttezza del processo».
«È cruciale, infine, accertare le circostanze dell’accordo di riservatezza tra la Diocesi e l’AUSL, che potrebbe aver limitato la trasparenza su una vicenda che interessa non solo i fedeli ma l’intera opinione pubblica visto che ad eseguire le analisi è stato un soggetto pubblico. Non ci fermeremo fino a quando non sarà chiarito che fine abbiano fatto i campioni biologici eucaristici. Abbiamo chiesto che vengano sequestrati immediatamente tutti gli eventuali residui ancora disponibili», ha aggiunto Minutillo. «Si tratterebbe a stretta rigor di logica giuridica di oggetti di culto, simboli centrali della fede cattolica che, come tali, devono essere trattati con risetto e non certamente come materiale da smaltire, senza trasparenza e rispetto».
«Questa battaglia non è solo una questione di giustizia per i fedeli, ma riguarda il diritto alla verità e al rispetto per la fede di milioni di persone. Non tollereremo alcuna negligenza o tentativo di minimizzare un caso di questa rilevanza come avvenuto sino ad oggi », conclude l’avvocato, che chiede che la magistratura intervenga con decisione per ristabilire “chiarezza, verità e giustizia”.
I fatti sarebbero questi. Il 28 gennaio 2023, la sagrestana della chiesa di Savarna avrebbe rinvenuto un’ostia consacrata sul pavimento, successivamente immersa in acqua come da prassi liturgica per gestire particole danneggiate. La mattina seguente, la particola avrebbe assunto una colorazione rossastra simile al sangue, fenomeno che ha spinto il parroco a intraprendere una serie di verifiche scientifiche.
Le analisi condotte in un primo tempo avrebbero rilevato la presenza di materiale biologico ematico, sostiene Minutillo. Tuttavia, ulteriori indagini affidate alla AUSL Romagna avevano escluso la presenza di sangue umano. La stessa Curia ravennate aveva poi smentito la presenza di fatti prodigiosi legati alla vicenda di Savarna.