Faccia da Zecchino d’oro: come i concorsi canori hanno cambiato il nostro Paese
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Egregio Direttore, prima di lui era solo grigiore o desolazione.
Poi arrivò lo Zecchino d’oro con tutte le sue catene e ricadute. Le scuole e gli oratori si sono sfogati in un effetto domino.
Forse pure i MC Donald’s dalla grande città in centro fino al piccolo borgo…
Io ero biondo e l’angioletto l’ho fatto fino alla maggiore età.
Con l’età adulta e il peso maturo sono diventato più alto di grado; Arcangelo Gabriele. Diavoli e angeli fu la mia prima trasmissione su Odeon TV… ma questa è un’altra storia.
Il Ceranino d’ oro è stata una delle tante copie dello Zecchino.
Nel paese del Beato Pacifico e Gian Battista Crespi detto il Cerano si era messo in scena lo spettacolo per i genitori e nonni del borgo.
Io ho partecipato per fare la corte a non è Francesca perché non voleva me ma amico mio …
La storia più vecchia del mondo rimanere col cerino in mano, mentre il microfono nell’esibizione mi è scappato dalla mano. Un tuffo nel passato dove ancora i genitori erano ai box a tifare.
Molti bestemmiavano per i torti presunti. Ma non avevo la iperprotettiva ed eccessiva invadenza di oggi.
Voglio tutto cantavano i Queen… a tutti i costi si direbbe oggi.
Arriva Natale e la cosa più brutta sono gli spettacoli e il sapere che pure a fine anno scolastico si ripete. Una passione mettere tutta la classe in ovazione.
Ci sarà sempre chi resta dietro, ma in tenera età si subisce come una grande esclusione. Forse sarò vetusto, ma io toglierei queste feste obbligate e cantare.
Forse più ore di lezione e meno ricreazione creando una fila di aspiranti talent o esibizionisti.
Il talento e la carriera artistica non hanno una ricetta o regola forse dei corsi o scuole possono aiutare ma la base qualcosa vale. Non chiedere mai se fai lo spettacolo di Natale.
Non chiedere mai se farai l’angioletto. Lo Zecchino d’oro ha cambiato la scuola o il modo di fare festa a scuola. Forse in aula di dovrebbe andare per fare i compiti…
Occhio ragazzi … che sennò finte come il Duca che vi scrive! “.
Massimo Moletti