“Giudizio durato più di due anni”, il Comune batte cassa al ministero legge Pinto



Tirato i ballo in una causa per risarcimento danni connesso a una caduta, il Comune di Agrigento punta a ottenere dallo Stato un indennizzo in applicazione della cosiddetta “Legge Pinto”. 

La vicenda giudiziaria inizia nel 2015, quando il tribunale di Agrigento ha rigettato la domanda di risarcimento dei danni avanzata da una famiglia per i danni subiti dal figlio minore, che era caduto a causa di una buca mentre giocava a pallone nel campetto gestito dalla parrocchia San Michele di proprietà del Comune di Agrigento. I familiari hanno proposto ricorso anche in Corte di appello di Palermo, con i giudici che stavolta hanno condannato la parrocchia San Michele a risarcire i danni e pagare le spese legali al Comune di Agrigento.

Il municipio, però, ha rilevato che il giudizio di appello si è protratto per 6 anni, ed era quindi possibile richiedere al Ministero di grazia e giustizia “l’equa riparazione per il mancato rispetto del termine di anni 2 così come previsto dall’art. 2, cotta 2 bis, della legge n. 89 del 24/03/2001, c.d. legge Pinto”.

Si tratta, per la precisione di una norma che ha appunto previsto il diritto all’equa riparazione per il mancato rispetto del “termine ragionevole” di durata del processo. L’organo competente a decidere sulle domande di equo indennizzo per l’eccessiva lungaggine dei processi sarà la Corte d’appello.



Fonte: https://www.agrigentonotizie.it/cronaca/comune-risarcimento-causa-legge-pinto-.html

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