Golfo dell’Asinara, un trapianto (record) di Posidonia per salvarla dalla distruzione- Corriere.it
Estirpate 150mila talee all’imboccatura dello scalo marittimo di Porto Torres e reimpiantate più sottocosta. L’intervento è propedeutico ai lavori di realizzazione della struttura di difesa del porto. L’area di piantumazione sarà monitorata per 5 anni
Un trapianto di posidonia, forse il più grande dell’area del Mediterraneo. Farà bene alla salute del Golfo dell’Asinara, in passato compromessa degli scarichi industriali degli stabilimenti petrolchimici e ora in parte tutelato dal Parco Nazionale. La posidonia era posizionata proprio all’imboccatura dello scalo marittimo di Porto Torres, dove sono previsti lavori per rendere meno difficoltoso l’ingresso dei traghetti in caso di mare agitato. La prateria sarebbe andata distrutta e si è deciso di spostarla alcuni chilometri più sottocosta, davanti alla torre cinquecentesca di Abbacurrente e all’inizio della spiaggia di Platamona.
L’intervento è stato realizzato in collaborazione fra l’Autorità Portuale della Sardegna e l’Università di Sassari, dipartimento di architettura, design e urbanistica: le piantine sono state prelevate dall’area antistante il porto, sono state portate a terra, selezionate e poi collocate su un fondale di pochi metri su stuoie biodegradabili in un’area di oltre un ettaro. Il trapianto è stato monitorato per alcune settimane e pare sia andato a buon fine. La funzione della posidonia oceanica è particolarmente importante. Praterie naturali di centinaia di ettari hanno nei secoli protetto le coste sarde. Ma la vegetazione sottomarina, con i cambiamenti climatici, è soggetta all’invasione di varietà provenienti dai mari tropicali – Caulerpa taxifolia e Caulerpa racemosa, «erbe assassine» — dal Mar Rosso e dall’Oceano Atlantico, che «divorano» le praterie di posidonia, danneggiano l’habitat faunistico e alterano persino i colori del mare, da un verde/azzurrro trasparente e uno sgradevole marroncino.
Così è accaduto soprattutto sulla costa orientale sarda, anche in zone ambientalmente protette. La costa nord e ovest è stata finora meno interessata dall’«invasione» della Caulerpa taxifolia ma comunque rimane esposta all’attacco di inquinamenti causati da antropizzazione e attività industriale. Eseguito il trapianto in poco meno di un anno, i lavori per la costruzione dell’antemurale dello scalo marittimo – finanziati con 40 milioni – potranno procedere. Sono state estirpate 150 mila talee e reimpiantate con la supervisione di capitaneria di porto, ISPRA e Arpa Sardegna.
La zona del trapianto è stata interdetta alla pesca e per scoraggiare eventuali incursioni di pescatori di frodo sono stati collocati 20 dissuasori antistrascico che, insieme con 75 moduli in 3D, agevoleranno la la salvaguardia dell’ambiente naturale del Golfo dell’Asinara creando i presupposti per la riproduzione di flora e specie ittiche locali. L’area di piantumazione sarà monitorata per 5 anni ed è probabile che davanti alla torre di Abbacurrente venga creato di un mini parco nel quale potranno essere consentite soltanto attività di osservazione scientifica e un numero limitato di immersioni guidate a scopo didattico.
26 maggio 2023 (modifica il 26 maggio 2023 | 17:31)
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