il cambiamento epocale che ancora non c’è


Scholz - Germania

È “Zeitenwende”, ossia svolta epocale, la parola dell’anno 2022 in Germania. L’espressione è stata utilizzata dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, nel discorso che ha tenuto al Bundestag il 27 febbraio, tre giorni dopo l’avvio dello guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. In questo modo, il capo del governo federale ha annunciato la svolta completa che la Germania deve intraprendere a seguito del conflitto. Dalla politica estera nei rapporti con Mosca e Pechino a un ancor più deciso ruolo nel sistema multilaterale, dall’affrancamento dal gas russo all’apertura di nuovi mercati di approvvigionamento dell’energia, la Germania deve cambiare e cambierà. È soprattutto nella difesa che questa svolta deve avvenire, affinché il Paese si assuma le proprie responsabilità, superando anni di tagli alle spese militari e i tabù legati alla sua storia più oscura. Secondo Scholz, le Forze armate (Bundeswehr) dovranno essere in grado di difendere sia il territorio tedesco sia quello della Nato. È nell’Alleanza atlantica, infatti, che la Germania intende svolgere un rinnovato ruolo di garante della sicurezza in Europa. Come ha scandito Scholz nell’aula del parlamento federale, la Bundeswehr deve essere rafforzata, soprattutto migliorando l’equipaggiamento dei reparti.

A tal fine, il governo ha istituto il fondo speciale per le Forze armate, con una dotazione di 100 miliardi di euro sottratti ai limiti del bilancio ordinario. Allo stesso tempo, il cancelliere si è impegnato ad aumentare da subito e per il futuro le spese per la difesa al 2 per cento del Pil, raggiungendo finalmente l’obiettivo stabilito dalla Nato nel 2014 con scadenza nel 2024. Il capo del governo federale ha poi dichiarato che la Bundeswehr formerà una divisione pienamente operativa entro il 2025 e una brigata da schierare su base permanente negli Stati baltici. In Germania come altrove, entusiasti e critici hanno visto nelle dichiarazioni di Scholz l’avvio del “riarmo” tedesco. Le promesse del cancelliere sono state ribadite in più occasioni dalla ministra della Difesa, Christine Lambrecht. In particolare, l’esponente del Partito socialdemocratico tedesco (SpD) ha annunciato una riforma volta a semplificare e velocizzare la normativa sugli approvvigionamenti militari, nucleo delle criticità che hanno afflitto per anni la Bundeswehr date le lungaggini burocratiche che comporta. A circa 10 mesi dagli annunci di Scholz, tuttavia, molto della “Zeitenwende” rimane uno sfoggio di retorica. Ben poco del fondo speciale per la Bundeswehr è stato speso, mentre le truppe attendono ancora i miglioramenti promessi. Inoltre, lo stato delle Forze armate pare ancora critico, se non peggiore, mentre la Germania si appresta ad assumere dal primo gennaio prossimo il comando di turno della Task force ad altissima prontezza (Vjtf) che la Nato schiera nella regione del Baltico.

In primo luogo, il potere d’acquisto del fondo speciale per la Bundeswehr è sceso a 85 miliardi di euro a causa degli interessi, della svalutazione dell’euro e dell’aumento dell’inflazione. Tali variabili non erano state calcolate quando lo strumento è stato annunciato. Nonostante il totale rimanga considerevole, il ministero della Difesa ha dovuto tagliare drasticamente diversi appalti specialmente tra quelli destinati all’esercito e alla marina. La correzione è stata resa necessaria anche perché l’insieme dei progetti superava i 100 miliardi di euro e perché la Corte dei conti federale (Brh) ha severamente criticato il fondo speciale per la Bundeswehr in quanto sottratto alle regole di bilancio. A ogni modo, le iniziative non sono state cancellate, ma assegnate alle spese ordinarie per la difesa, che nel prossimo anno come in quelli successivi rimarranno inferiori al 2 per cento del Pil. Per Lambrecht, questa soglia verrà raggiunta in media in cinque anni: una cornice di tempo ben lontana dall’immediatezza promessa da Scholz. Tra i progetti finanziati con il fondo speciale per la Bundeswehr, quasi nulla è stato ancora ordinato. Tra le iniziative avviate, l’acquisto di 35 caccia F-35A dal gruppo aerospaziale statunitense Lockheed Martin, con una spesa da 9,9 miliardi di euro.

Tuttavia, anche in questo caso, non mancano le criticità. Con dei caccia Eurofighter Typhoon del consorzio aerospaziale europeo Airbus, gli F-35A dovranno sostituire i cacciabombardieri Tornado in servizio nell’aeronautica tedesca (Luftwaffe) dal 1980. In particolare, gli aerei di Lockheed Martin dovranno garantire che la Germania continui a partecipare al dispositivo di deterrenza nucleare della Nato. In caso di necessità, sugli F-35A verranno caricate le bombe atomiche che gli Stati Uniti dislocano presso la base aerea di Buechel, in Renania-Palatinato. Tuttavia, lo Stato maggiore della Difesa tedesco ha avvertito che i necessari lavori di ammodernamento della struttura potrebbero rallentare il progetto F-35A. Allo stesso tempo, gli aerei di Lockheed Martin potrebbero non ottenere immediatamente l’autorizzazione al volo in Germania.

Ad aggravare la situazione della Bundeswehr concorrono gli aiuti militari che la Germania ha fornito all’Ucraina e non ha ancora sostituito. In particolare, le scorte di carburante sono quasi esaurite e quelle di munizioni sono sufficienti per due giorni di combattimenti. In base ai requisiti della Nato, tali riserve devono coprire almeno 30 giorni di operazioni. Con una lettera, Lambrecht ha chiesto al ministro delle della Finanze, Christian Lindner, fondi aggiuntivi per colmare urgentemente questa lacuna. Lindner non ha risposto personalmente, lasciando che fosse il suo sottosegretario Steffen Saebisch a replicare con un secco rifiuto e l’offerta del suo dicastero a fornire supporto per la riorganizzazione della Difesa. “Un’altra vergogna per Lambrecht”, ha sottolineato il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Intanto, per la divisione che dovrebbe essere costituita entro il 2025, sono state saccheggiati altri reparti dell’esercito. Secondo alcune indiscrezioni, nessuno al ministero della Difesa riterrebbe che entro la fine del 2024 si possa procurare il materiale necessario all’unità.

Tuttavia, la questione di maggiore rilevanza si è aperta sul fronte della Vjtf, in cui la Germania non potrà schierare i 18 mezzi corazzati da combattimento per fanteria Puma che aveva precedentemente previsto. A causa di gravi malfunzionamenti che ne hanno azzerato la prontezza operativa, i veicoli dovranno essere sostituiti dai Marder, in servizio nell’esercito tedesco dal 1970. Inoltre, il contingente tedesco per la Vjtf è praticamente privo di artiglieria e deve fare affidamento su apparecchiature radio obsolete. Per la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, è dunque “miserevole” il bilancio di Lambrecht a poco più di un anno dall’entrata in carica come ministra della Difesa. La Bundesewehr si trova, infatti, “in uno stato peggiore” rispetto ad allora perché, nonostante le promesse di Scholz sul loro potenziamento, Lambrecht non ha apportato “alcun miglioramento”. La Bundewehr “manca di armi, munizioni, personale e autorità politica” e Lambrecht non è ancora riuscita a migliorarne “la miserabile situazione” in armi e materiali. L’esponente della SpD “non ha nemmeno provato a riorganizzare gli appalti e il suo ministero”, diversamente dagli impegni assunti a tal fine. Per la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, la ministra della Difesa “non ha la competenza e l’impegno per il più grande compito di politica di sicurezza degli ultimi decenni”. La speranza iniziale della Bundeswehr per un equipaggiamento migliore e quindi “le possibilità di sopravvivenza in caso di guerra” lascia il posto a “una grande delusione, di cui Lambrecht, ovviamente, non vuole sentire parlare”.

Al suo dicastero, l’esponente della SpD si è circondata di una cerchia di fedeli e pare non ascoltare il capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Eberhard Zorn, né gli altri militari. Allo stesso tempo, Lambrecht è riuscita ad alienarsi il sostegno del governo, per cui è diventata “un peso” a causa dei suoi “risultati insoddisfacenti”. L’iniziale appoggio che la ministra della Difesa ha offerto all’Ucraina, impegnata a respingere l’invasione russa, ossia elmetti e armi provenienti dai depositi della Repubblica democratica tedesca, ha gettato la Germania “nel ridicolo”. Per un aiuto militare “più ampio e più efficace” all’Ucraina da parte del Paese, è stata necessaria la pressione degli Stati Uniti e del Bundestag. Si è dunque rivelata errata la decisione di Scholz di assegnare la Difesa a Lambrecht, che aveva chiesto per sé il ministero dell’Interno. L’esponente della SpD, il cui interesse per le questioni di politica internazionale “era minimo, non sembra essere realmente interessata alla Bundeswehr”. Ora, molti in Germania temono che le Forze armate non siano in grado di difendere il Paese. Questo 2022 segnato dalla “Zeitenwende” appare dunque come “un anno sprecato per la Bundeswehr, un anno negativo per la sicurezza della Germania”.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/germania-il-cambiamento-epocale-che-ancora-non-ce/

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