Il maestro Manzi che educò l’Italia analfabeta per duemila lire- Corriere.it


di Maria Luisa Agnese

Divent un idolo ma fu soprattutto un pioniere dell’educazione di massa. Dal 1960 al ‘68, il suo corso di istruzione popolare in tv port 1,5 milioni di adulti alla licenza elementare. E il programma ebbe tanto successo che fu riprodotto da altri 72 Paesi.

Ormai era tutto pronto, titolo compreso,
Non mai troppo tardi
: la neonata televisione stava unificando l’Italia e la Rai del 1960 voleva compiere l’opera, dare un colpo all’analfabetismo visto che in quell’Italia che andava cambiando vorticosamente ancora 4 milioni di persone non sapevano leggere e scrivere, e avviare anche, per quanto possibile, una koin linguistica. Tutto pronto dunque, ma il maestro conduttore non si trovava. Tutti quelli che facevano il provino venivano respinti. In zona Cesarini entra in studio un quasi giovanotto bruno di modi blandamente assertivi, maestro in una elementare di Roma. Tralascia il copione, vuole improvvisare e, dopo aver chiesto cartoncini, pennarelli e fogli di carta molto grandi, part con le vocali, una bella “o” e tanti disegni a gessetto. E dall’oltretomba dei tortuosi meandri Rai una voce disse: L’abbiamo trovato. quello buono. Mandate a casa gli altri.

Un programma modello

Il problema era tenere davanti alla tv gente che doveva imparare a leggere e scrivere, facendo notevoli sforzi. Tutto si giocava sulla differenza fra invogliare e insegnare, argomentava Manzi, andando al cuore della buona istruzione. Cos, riusc a entrare nel cuore e nella mente di tanti, guardando negli occhi una vastissima classe di invisibili. Il corso di istruzione popolare per adulti analfabeti, in onda prima di cena, raccoglieva gente che tornava da campi e fabbriche. And avanti fino al 1968 e alla fine saranno quasi un milione e mezzo le persone che attraverso la trasmissione conseguiranno la licenza elementare. Un colpaccio per la Rai. Il programma fu riprodotto in 72 Paesi. Pioniere dell’educazione di massa e antesignano di tutte le didattiche a distanza, il Maestro era un cortese signore che quasi si commuoveva quando chiamava alla lavagna una donna di 82 anni, che ne dimostrava 100 per la fatica della vita, e che dopo due mesi di studio poteva leggere con composta soddisfazione. Nella botte c’ buon vino, nella notte c’ un lumino … guardare, per credere, sul sito Centro Alberto Manzi dove si trovano vari video del tempo.

Un’indole ribelle

Ma dietro alla neo catodica cortesia del Maestro, presto idolo nazionale, c’era una figura complessa con un mantra di vita: Infilare le dita nelle piaghe del mondo era vietato, quindi mi attir subito. Diviso fra due passioni, quella di capitano di lungo corso (in guerra sui sommergibili della Marina italiana) e la pedagogia, opta per la seconda e debutta nel carcere minorile Gabelli dove nello scetticismo generale impone un esperimento di didattica pilota: una volta usciti, solo 2 su 94 dei suoi ragazzi sono rientrati in prigione. Una vocazione di pedagogista indipendente dai vincoli del tempo che il massone Manzi non abbandoner mai: in Rai non era molto ben visto per la sua avversione alla burocrazia e riceveva soltanto duemila lire: non come compenso ma come rimborso camicia, per i danni del gessetto scuro. E anche dopo, quando torner all’insegnamento, si rifiuter di assoggettarsi alle schede di valutazione, inventandosi un timbretto/giudizio uguale per tutti: Fa quel che pu. Quel che non pu, non fa. Disobbedienza che gli costa una sospensione. Muore a Pitigliano, dove era diventato sindaco, il 4 dicembre 1997.

26 novembre 2022 (modifica il 26 novembre 2022 | 08:22)



Fonte: https://www.corriere.it/sette/opinioni/22_novembre_26/maestro-manzi-che-educo-l-italia-analfabeta-duemila-lire-8800a0e8-6a76-11ed-a550-30a162b39b6b.shtml

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