Infanzia, le disuguaglianze fanno ammalare. Allarme disturbi mentali. Pediatri e reti cercansi



Disagio mentale, ormai è un’epidemia

In nove regioni italiane oggetto di monitoraggio da parte della Società italiana di pediatria, i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile sono cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021 (prime due cause, psicosi e disturbi del comportamento alimentare), mentre in tutto il Paese si contano solo 394 posti letto in degenza in questi reparti. Ci sono regioni che non ne hanno neanche uno, come Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta, in Lombardia sono 100. Grave, denuncia Save the Children, l’assenza o la carenza di strutture semiresidenziali, centri diurni, strutture per gli interventi intensivi a domicilio, tutta la rete coordinata di cura che dovrebbe evitare il ricovero.

Bambine e ragazze stanno peggio

Alla presentazione dell’Atlante, Stefano Vicari, professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile dell’Unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha snocciolato cifre drammatiche: nel 2011 gli accessi in pronto soccorso per disturbi psichiatrici erano 152, nel 2018 e nel 2019 hanno superato quota mille, nel 2021 sono stati ben 1.850. «Sono cresciuti di undici volte. La pandemia ha fatto da detonatore di una vecchia emergenza: i ricoveri in psichiatria sono aumentati del 40%: per disturbi alimentari (+30%), ma soprattutto per autolesionismo e ideazione suicidaria (+75%). L’età media, inoltre, si sta abbassando. E sono le bambine e le ragazze a pagare il prezzo più alto». In caduta libera i due elementi che determinano il benessere mentale: la capacità di controllare le proprie emozioni (lo stress generato dal Covid non ha aiutato) e la qualità delle relazioni, a cui l’isolamento e i lochdown hanno assestato colpi durissimi.

Pediatri cercansi

Nell’Atlante si deplora la ripartizione dei fondi pubblici per la salute: solo il 12% è impiegato nella prevenzione e nella medicina di base, che sono invece fondamentali per la salute dei bambini nel medio e lungo periodo. La quota principale (44%) è impiegata per l’assistenza ospedaliera, ma solo il 6% di queste risorse sono destinate ai minorenni, a fronte di una percentuale di under 18 sul totale della popolazione del 15,6%, e nel 2020 i posti letto in degenza ordinaria nei reparti pediatrici erano solo il 4,1% del totale. Nonostante il crollo demografico – con meno di 400mila nati nel 2021 – mancano all’appello sui territori ben 1.400 pediatri di base e la media di bambini sotto i 14 anni assistiti per pediatra è pari a 883, sebbene vi sia un limite stabilito per legge di massimo 800 assistiti per pediatra.

Ambiente e scuola determinanti di salute

Il valore aggiunto dell’Atlante è quello di esaminare tutti i determinanti di salute, perché non è solo la qualità del Ssn a fare il benessere dell’infanzia e della comunità. Ebbene, l’81,9% dei bambini vive in zone dove la concentrazione di polveri sottili è maggiore dei valori limite indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come non rischiosi per la salute (il 100% in ben 8 Regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Trentino Alto Adige, Veneto). Questi inquinanti sono una possibile causa scatenante dell’asma che colpisce l’8,4% dei bambini tra i 6 e i 7 anni, ma incidono anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che migliora del 13% nelle scuole con i più bassi livelli di polveri sottili nell’aria. Un bambino o ragazzo su 4 non pratica mai sport (3-17 anni), con una ampia forbice che va dal 45,5% della Campania al 6,9% della Provincia Autonoma di Bolzano. Con la pandemia, i bambini tra i 3 e 10 anni in sovrappeso o obesi sono passati dal 32,6% (biennio 2018-19) al 34,5% (2020-21).

La speranza nel Pnrr e nelle reti

Alla luce della situazione, logico che molte speranze siano riposte nel Pnrr e, in particolare, sugli oltre 15 miliardi assegnati alla Missione Salute e al piano asili nido. «Le Case della Comunità potrebbero diventare il fulcro di una nuova rete integrata con i servizi sociali ed educativi, sostenuta dal rilancio dei Consultori e dei servizi per la salute minorile, da costruire con la partecipazione dei cittadini», ha affermato Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children. «Ma perché questo sia possibile è indispensabile accompagnare l’investimento sulle strutture a un investimento di lungo periodo sulle risorse umane ed è necessario colmare in primo luogo le gravissime disuguaglianze di accesso ai servizi che oggi vediamo esplodere nelle aree più deprivate del Paese, con liste di attesa di anni per accedere a servizi di riabilitazione per l’infanzia, bambini senza pediatra, adolescenti che entrano nei reparti di emergenza psichiatrica dopo aver inutilmente cercato un servizio territoriale cui rivolgersi per tempo. Se si cambia l’inizio della storia, si può cambiare tutta la storia».



Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/infanzia-disuguaglianze-fanno-ammalare-allarme-disturbi-mentali-pediatri-e-reti-cercansi-AEFwLYHC

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