“Inizia la battaglia contro il precariato”


La legge di bilancio varata dal governo e in discussione nelle commissioni parlamentari, secondo i sindacati Cgil e Uil, mira a destrutturare il mercato del lavoro regolare in favore di forme contrattuali precarie e meno tutelate sul fronte dei diritti. Ma soprattutto, la manovra, secondo i sindacati, rischia di causare un ammanco nelle casse dei Comuni: nel caso di Roma le minori entrate potrebbero arrivare fino a 300 milioni di euro. Per questi motivi Cgil e Uil hanno organizzato proteste in tutta Italia: nel Lazio la manifestazione principale – che prevede un intervento conclusivo del segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini – è in programma a Roma per venerdì 16 dicembre a piazza Madonna di Loreto, nelle vicinanze di piazza Venezia. “Non sarà una battaglia vincolata al 16 dicembre, ma sarà di lunga durata. Dobbiamo cambiare la cultura. Non vogliamo trovarci tra un po’ di anni in compagnia di giovani che ci guarderanno e ci chiederanno dove eravamo mentre questo Paese decideva che loro avrebbero dovuto vivere da poveri”, ha chiarito il segretario romano della Cgil Michele Azzola. In un forum con “Agenzia Nova” i segretari della Cgil e della Uil di Roma e Lazio, Michele Azzola e Alberto Civica, hanno affrontato le ragioni della contestazione.

“Eravamo coscienti che le risorse finanziarie non permettessero una manovra necessaria al Paese. Ma è il segno che è sbagliato, perché quando si decide di non aumentare gli stipendi, di dare poco sul cuneo fiscale, di togliere l’indicizzazione delle pensioni e poi parallelamente si introduce la flat tax per le partite Iva, si abolisce la sanzione sul Pos fino a 60 euro e si aumenta il tetto al contante, si sta facendo una manovra identitaria e politica che creerà danni”, ha detto Azzola. “La prima questione è la sanità – ha sottolineato Civica -. Noi veniamo da una pandemia nella quale si era reso evidente che fosse la sanità pubblica ad aver salvato molte vite, ma in questa finanziaria non c’è una lira per assumere infermieri e medici. Con il Pnrr molti investimenti si faranno in sanità, ma col rischio, un’altra volta, di mettere a disposizione strutture e apparecchiature pubbliche, che poi daremo in gestione a qualche privato che ci lucrerà sopra. La seconda questione sono le pensioni. Noi avevamo posto due temi: la pensione di garanzia per i giovani e per le donne, che sono più soggetti a un lavoro intermittente e quindi ad avere meno contributi e la rivalutazione delle pensioni che non c’è. Invece, c’è un intervento sulle pensioni che viene venduto come un superamento della Fornero, ma non è così”.

La manovra, secondo il segretario romano della Cgil “accelera un percorso avviato già da vent’anni. Il timido tentativo di tornare indietro, e secondo cui avremmo dovuto regolare il lavoro con un salario minimo e orari dignitosi, è stata una breve stagione dettata dalla retorica della pandemia. Questo governo accelera in modo brutale l’uscita dei lavoratori dai contratti di lavoro e lo fa sostituendo il lavoro dipendente con i voucher, in particolare in settori come l’agricoltura e la ristorazione: significa far costare il lavoratore meno all’azienda”. I provvedimenti della finanziaria “messi tutti insieme, portano a una destrutturazione del mercato del lavoro – ha spiegato Civica -. Mentre si ragiona di salario minimo, e del suo collegamento ai contratti collettivi firmati con le organizzazioni sindacali, si risponde con i voucher che rischiano di alimentare lavoro nero. Le partite Iva, con la flat tax fino a 80 mila euro, in un settore come l’edilizia alimentano la possibilità per un edile di prendere lavoratori con partita Iva: c’è un incentivo ad andare verso un’attività di questo tipo. Se un lavoratore con partita Iva costa 5 mila euro, con contratto costa 17 mila euro. In Camera di commercio c’è già una esplosione di imprese edili nata per effetto del bonus 110. È una fuoriuscita dal mercato del lavoro regolamentato. I voucher avranno questo effetto nel settore dell’agricoltura. C’è il problema del premio dato ai dipendenti dal datore di lavoro, il Re Sole che tira l’osso ai dipendenti: quello è detassato mentre la contrattazione integrativa è tassata al 5 per cento. Questo rende più agevole per il datore di lavoro dare soldi a chi vuole lui, e per le ragioni che decide lui, piuttosto che ragionare con il sindacato per dare incentivi che possano aumentare la produttività di sistema invece che quella dei singoli. Un elemento particolarmente grave”.

Un punto particolarmente contestato riguarda le modifiche al Reddito di cittadinanza che “”viene percepito per due terzi da persone che sono inabili al lavoro o giovani minorenni. Poi c’è un terzo identificato come ‘bassa qualificazione’, quindi con una difficoltà oggettiva di entrare nel mercato del lavoro. Il reddito ha rappresentato almeno fino a oggi un argine alla povertà”, ha spiegato il segretario romano della Uil, Civica. Secondo il segretario romano della Cgil, Azzola, sul Reddito di cittadinanza “si è deciso di intervenire in maniera ideologica. Che il reddito avesse un problema di politica attiva del lavoro noi lo abbiamo denunciato da subito: il reddito era un aiuto alle persone ma non funzionava come politica attiva del lavoro. Quindi, il problema è creare lavoro. Noi viviamo in una regione che perde posti di lavoro ogni anno e soprattutto perde contratti a tempo indeterminato. Intervenire sul reddito di cittadinanza raccontando che chi lo percepisce è un fannullone significa mistificare la realtà, perché molte persone sarebbero contente di trovare un lavoro”.

Per i due sindacati grossi rischi, poi, riguardano le casse dei Comuni: a Roma, in particolare, le minori entrate potrebbero ammontare a 300 milioni di euro. “Il Comune di Roma si troverà con una riduzione delle tasse, perché nel biennio precedente c’è stata la pandemia quindi c’è stata una riduzione, un aumento delle spese non coperte dallo Stato, perché tutte le spese sostenute per il Covid non vengono riconosciute o vengono riconosciuta in quota parte molto piccola dallo Stato – ha detto Azzola -. Poi ci sono due provvedimenti bizzarri. Uno è il taglio delle cartelle esattoriali. Le cartelle esattoriali fino a mille euro, in gran parte, sono multe. Essendo Roma una città dove il traffico non è proprio regolarissimo, gran parte di quelle multe sono del Comune di Roma, che si troverà con una perdita patrimoniale enorme, perché quelle cartelle esattoriali che sono al bilancio di Roma avranno un danno patrimoniale importante. La seconda è l’effetto di una sentenza bizzarra della Corte Costituzionale che dice che due coniugi, che hanno due case a Roma, potrebbero essere legittimati, in maniera straordinaria, a vivere uno in una casa e uno nell’altra, e a quel punto dire che quelle due case sono prima casa entrambe, non versando l’Imu. Questo provvedimento vale 150 milioni di euro, che non vanno ai poveri, ma vanno a quelli che a Roma hanno due o più case”.

E Civica ha precisato: “C’è il problema degli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, che è vero che è una sentenza della Corte, ma è vero anche che quando c’è una sentenza ci deve essere un provvedimento primario da parte del governo, quindi una legge che regola quella questione. In assenza di questo, il Comune di Roma, sulla spesa corrente, si trova un buco di circa 148-150 milioni. In più, ci sono i mancati rifinanziamenti del minore introito dell’Irpef e quant’altro. Insomma, nella sostanza, Roma perde una cosa che si aggira intorno tra i 250 e 350 milioni di spesa corrente, che tradotto significa aiuto ai cittadini, nuovi servizi e cose di questo genere – ha sottolineato Civica -. E questo è un problema estremamente serio, tant’è che come Uil e Cgil stiamo scrivendo a tutti i parlamentari eletti a Roma, di qualunque colore siano, per cercare di dirgli di fare qualcosa, altrimenti Roma rischia di sprofondare. Ha già problemi di suo, così rischia di sprofondare in un buco senza ritorno”.

La Cisl, pur avendo sottoscritto una piattaforma unitaria, si è chiamata fuori dallo sciopero. Per Azzola della Cgil: “Criticare così aspramente la manovra e non scendere in piazza è una cosa che io faccio fatica a capire. Mi viene facile utilizzare le parole di Savino Pezzotta, un ex segretario della Cisl. Dire che si vuole dialogare è complicato, io capirei se fossimo a settembre, hai quattro mesi davanti per negoziare delle modifiche. Ma quei provvedimenti entreranno in vigore. Lo dice Savino Pezzotta, io sono d’accordo con lui”. Per Civica della Uil: “Sono scelte che fanno le organizzazioni, quello che noi portiamo avanti è una piattaforma unitaria, che è stata sottoscritta da Cgil, Cisl e Uil, e che per noi rimane unitaria fino a che qualcuno non la smentisce. Le richieste che abbiamo fatto sono le stesse. La critica che facciamo alla finanziaria mi sembra identica, anzi qualche volta con toni più marcati”.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/il-16-dicembre-cgil-e-uil-protestano-a-roma-contro-la-manovra-inizia-la-battaglia-contro-il-precariato/

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