Iole e Sandro e l’arte (sacra) dell’infedeltà felice

Il matrimonio non è per tutti. La fedeltà neppure.
E forse è arrivato il momento di dire che la fedeltà è una convenzione, un accordo sociale come tanti, che funziona per alcuni e opprime altri.
Iole e Sandro, i protagonisti del nuovo romanzo di Yari Selvetella, “Le regole degli amanti” (Mondadori), non sono anime perse in cerca di trasgressione. Sono due adulti lucidi, spietati e consapevoli. Due esseri umani che scelgono – e continuano a scegliersi – fuori dalle griglie del matrimonio e della monogamia. Due che, semplicemente, si amano senza fare finta.
Perché il punto è proprio questo: esistono molti modi di vivere l’amore, e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di dire quale sia il più giusto.
Chi ama fuori dai codici tradizionali non è meno autentico. Anzi. A volte è più coraggioso. Più onesto.
Nel loro legame, Iole e Sandro costruiscono un universo parallelo: un luogo in cui vige un’altra grammatica sentimentale, fatta di regole invisibili ma potentissime. Regole che valgono solo per chi le comprende davvero.
Non esistono desideri irrealizzabili: gli amanti realizzano i desideri.
Appartenere è un verbo per gli oggetti, non le persone. L’amante non ti apparterrà mai.
Tratterai l’amante per quello che sogna di essere, non per quello che gli altri pensano o che la vita impone. E così bisogna trattare sé stessi in presenza dell’amante. Questioni che non riguardano gli amanti: salute, situazione economica, problemi lavorativi, litigi derivati da parentele, amarezze coniugali e familiari.
Gli amanti non hanno ricordi e non hanno futuro. Hanno solo il presente.
Gli amanti leggono. Chi non legge non può essere un vero amante.
Gli amanti costruiscono, rivelano e custodiscono segreti. Non li temono, poiché in essi è più vicina la verità.
Gli amanti disprezzano il rancore. Se e quando lo provano, lo espellono.
La noia non va condivisa tra amanti. La noia merita la solitudine almeno quanto la solitudine merita la noia.
Gli amanti sono sempre pronti all’addio. Quando è il momento, sanno viverlo e accettarlo.
Quelle di Selvetella non sono regole morali. Sono regole di sopravvivenza emotiva. Linee guida per chi non si accontenta dell’amore come dovere. Per chi pretende che l’amore sia una scelta viva, non una rassegnazione ben vestita. Tra Iole e Sandro non ci sono bugie, semmai omissioni necessarie. Non ci sono progetti, ma appuntamenti. Non c’è sicurezza, ma libertà. E, soprattutto, non c’è mai la pretesa di durare per sempre: solo il desiderio di esserci finché si può.
E quando non si può più, si smette. Senza scenate, senza aggrapparsi. Solo con verità.
“Le regole degli amanti” è un romanzo che spoglia l’amore di tutto il suo sentimentalismo da supermercato. Un libro che non dà risposte ma formula una domanda precisa: Se sei fedele solo per paura di essere libero, allora non stai amando. Stai obbedendo.