Iraq, il governo condanna il raid Usa contro le milizie paramilitari sciite a Babil

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Il governo dell’Iraq ha condannato il raid degli Stati Uniti che ieri ha preso di mira obiettivi nel governatorato di Babil, a sud di Baghdad, causando quattro morti in una base delle Forze di mobilitazione popolare (Pmf), coalizione di milizie paramilitari sciite. Come riporta l’agenzia di stampa “Rudaw”, l’ufficio del primo ministro iracheno, Mohammed Shia’ al Sudani, ha affermato in una nota che “questi tipi di attacchi rappresentano una grave violazione della missione e del mandato della Coalizione internazionale contro lo Stato islamico (guidata da Washington)”. Secondo il portavoce militare del premier iracheno, Yahya Rasool, “le forze della coalizione internazionale hanno commesso una palese aggressione prendendo di mira, con aerei da combattimento, siti iracheni appartenenti alle forze di sicurezza nella provincia di Babil”. “Tali gravi e inaspettate violazioni possono minare in modo significativo tutti gli sforzi, i meccanismi e i quadri del lavoro di sicurezza congiunto per combattere lo Stato islamico (Is)”, ha aggiunto Rasool.
Secondo Kataib Hezbollah (Brigate del Partito di Dio), milizia irachena sotto l’ombrello dell’Iran e parte della Resistenza islamica in Iraq, gli Usa hanno utilizzato il Kuwait come base per lanciare l’attacco. Il gruppo ha quindi messo in guardia le autorità kuwatiane “dal continuare a fare del loro territorio un trampolino di lancio per l’approccio criminale degli Stati Uniti nei confronti dell’Iraq”. Kataib Hezbollah ha inoltre invitato il governo iracheno a “impegnarsi per porre fine alla presenza” delle forze statunitensi in Iraq, stanziate nell’ambito della Coalizione internazionale contro lo Stato islamico. Dall’inizio dell’anno Baghdad e Washington hanno tenuto una serie di colloqui per discutere il futuro della missione della Coalizione. La settimana scorsa, una delegazione irachena si è recata negli Usa per proseguire le discussioni relative al dossier insieme a funzionari della difesa statunitense. Come riporta “Rudaw”, mentre l’obiettivo del governo iracheno è quello di arrivare a una conclusione permanente graduale della missione internazionale contro l’Is, per lasciare spazio a partenariati bilaterali sulla sicurezza, gli Stati Uniti starebbero puntando a una “transizione” nel ruolo della coalizione.
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