Israele e la risposta «limitata» all’Iran: raid notturno su Isfahan, centro del programma nucleare


diDavide Frattini

Sotto tiro una base dell’aviazione militare, colpiti i radar che proteggono i laboratori atomici. Ma lo Stato ebraico vuole evitare che lo scontro si allarghi: torna la guerra ombra

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – La telecamera è fissa sulla rotonda-fontana e sulle auto che ci girano attorno, il cielo è azzurro, così terso che si vedono le montagne sullo sfondo. È la cartolina in movimento che il regime iraniano ha trasmesso su tutti i canali appena hanno iniziato a emergere le notizie di un attacco nella zona di Isfahan. Immagini tranquillizzanti, accompagnate da musica per ascensori, a voler mandare subito il messaggio: non abbiano intenzione di portare il conflitto al piano superiore. Minimizzare — ripetere che «i mini velivoli sono stati abbattuti e non hanno raggiunto gli obiettivi» — permette agli ayatollah e ai pasdaran di non dare corso alle minacce rilanciate per tutta la settimana: «Se il regime sionista ci attacca in modo diretto, risponderemo con un’arma mai vista».

Gli israeliani hanno attaccato, ma la modalità limitata dovrebbe per ora evitare l’allargamento dello scontro aperto tra le due nazioni dopo il bombardamento ordinato da Ali Khamenei, la Guida suprema, nella notte tra sabato e domenica scorsi, oltre 300 tra droni e missili lanciati verso lo spazio aereo dello Stato ebraico. Un raid deciso per vendicare l’uccisione a Damasco di un generale delle Guardie della Rivoluzione assieme a sei consiglieri il primo di aprile.




















































Il governo a Gerusalemme non conferma né smentisce, salvo qualche uscita non autorizzata con riferimenti anche al compleanno di Khamenei, 85 anni. Il premier Benjamin Netanyahu sceglie la strategia dell’ambiguità che in questi decenni ha definito la guerra ombra con il regime islamico. Le poche informazioni che arrivano dalla città nel centro dell’Iran sono quelle fornite dai pasdaran e dagli americani, che sarebbero stati informati solo poco prima dell’operazione. Sarebbero stati usati piccoli droni, quadricopter che vengono assemblati sul posto, armati di esplosivo e spediti verso una base dell’aviazione militare: questa sembrerebbe la parte della missione gestita dal Mossad con squadre locali.

Secondo l’emittente americana Abc, i jet di Tsahal avrebbero invece sparato dai cieli dell’Iraq e della Siria tre missili contro il sistema radar che protegge i siti a Isfahan, che è al cuore della produzione di razzi, droni e della ricerca nucleare, la centrale di Natanz sta a un’ora di auto. Il raid sarebbe servito a dimostrare che gli israeliani possono penetrare le difese iraniane e saprebbero come colpire anche i laboratori atomici più segreti. L’agenzia per l’Energia atomica delle Nazioni Unite conferma che «non ci sono danni ai centri nucleari».

Dopodomani iniziano le festività per la Pasqua ebraica e gli analisti israeliani giudicano improbabile che quella di ieri notte fosse solo la prima fase di una ritorsione più lunga. Almeno per i prossimi dieci giorni. Lo stato maggiore torna a concentrarsi sul fronte nord, dove gli scontri con l’Hezbollah libanese restano quotidiani, e su Gaza: al giorno di guerra 196 i jihadisti riescono ancora a lanciare razzi e le sirene sono risuonate a Sderot, anche se la maggior parte dei proiettili — dicono i portavoce dell’esercito — è ricaduta dentro la Striscia.

19 aprile 2024



Fonte: https://www.corriere.it/esteri/24_aprile_19/attacco-israele-iran-raid-notturno-su-isfahan-9a1ef461-bc2e-46e9-adb3-fd69e170fxlk.shtml

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