“La mafia è inconciliabile con il Vangelo”

Quattro anni dopo la beatificazione del magistrato Rosario Angelo Livatino, il corpo del giudice martire della Chiesa è stato mostrato alle migliaia di fedeli che oggi a Canicattì hanno partecipato alla celebrazione di via Rosario Livatino. Dopo la chiusura del processo di ricognizione canonica, il corpo del beato che è stato trovato in perfetto stato di conservazione, è stato posto in un’urna trasparente con addosso la toga e in mano il vangelo. La reliquia è stata svelta ai piedi dell’altare dove l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, ha celebrato la messa. Il corpo del giudice Livatino, sarà visibile fino al prossimo 18 maggio, nella chiesa di Santa Chiara a Canicattì. Successivamente il monumento appositamente realizzato, sarà chiuso e riaperto il prossimo 21 settembre, in occasione dell’anniversario del suo assassinio. A seguire, il sarcofago sarà riaperto in altre due occasioni, il 3 ottobre, giorno del compleanno del beato Livatino e il 10 maggio, data quest’ultima della sua beatificazione. Una marea di gente ha atteso il passaggio della reliquia e ha partecipato alla funzione religiosa in rigoroso silenzio. Lo stato di conservazione del corpo, secondo i canoni della chiesa, può essere un buon requisito per il passaggio successivo, ovvero alla canonizzazione di Rosario Angelo Livatino.
L’urna del beato giudice Rosario Livatino in processione lungo le strade di Canicattì: ricognizione canonica e la santa messa
“La mafia – dice ai microfoni di AgrigentoNotizie l’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano – è inconciliabile con il vangelo, trentadue anni fa dalla Valle dei templi, c’è stato uno vestito di bianco che alla fine della celebrazione fa un appello potente, dico a voi convertitevi. È stato Giovanni Paolo II quindi ad affermare come mafia sono inconciliabili. C’è – conclude il pastore della chiesa agrigentina – chi si professa religioso ma che lo dimostri anche”.
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