«La mia Olimpiade al fianco dei rifugiati»- Corriere.it


di Claudio Arrigoni

Il Maradona del tiro a segno, due medaglie d’oro a Rio 2016 ha scelto di allenare i rifugiati. Dopo l’addio all’attivit a 28 anni la donazione all’Unhcr il primo passo verso il sociale. A Los Angeles sar direttore sport dei Giochi inclusivi

Come spesso capita, un insuccesso a cambiare la vita. In meglio. Pechino 2008, i Giochi cinesi sono il suo primo grande evento internazionale. Ci arriva fra i favoriti nel tiro a segno. Predestinato. Un ultimo colpo a separarlo da quella che potrebbe essere la medaglia d’oro. Ma sbaglia. Lo ripenso ora. E capisco che se non ci fosse stato quell’errore non avrei fatto scelte importanti per la vita. Non solo la sua. Perch su quel tiro e sulle sensazioni che lo hanno preceduto, Niccol Campriani non ha costruito solo un grande percorso sportivo, ma umano e sociale. Dicono di lui: il Maradona del tiro a segno. Il migliore di sempre e chiss se ne arriver un altro cos. Non solo per le due medaglie a Londra 2012 (oro e argento, bissate poi a Rio 2016 (doppio oro). Nicco sa interpretare questo sport come nessuno prima. Anche con le incertezze e la paure.

Ma ha saputo non farsene fagocitare. L’uomo prima di tutto. Le persone e le comunit punto di riferimento per creare, anche attraverso lo sport, una societ migliore. In mezzo ci sono Mahdi e Luna, il cammino olimpico, una carabina regalata e poi ripresa in prestito, la squadra dei Rifugiati, gli incontri che cambiano la vita e oggi una nuova sfida, grandissima, che porta un italiano a Los Angeles a costruire con altri un evento che cambier il mondo. Torniamo a Pechino. Ai giorni poco dopo quel tiro sbilenco. Lo portano a una decisione: Dovevo cambiare. In testa c’era quell’avversario, subdolo e strano, che lo aveva portato all’errore. E quella frase: Ricordati di dimenticare la paura, con la quale intitoler uno splendido libro scritto insieme al giornalista Marco Mensurati.

La borsa di studio

A poco pi di vent’anni lascia l’Italia e va negli States, Morgantown in West Virginia, accettando una borsa di studio. Studio e sport, l funziona cos. Se non passi gli esami, niente gare o allenamenti. Incontro uno psicologo dello sport, oro a Los Angeles nell’84. Ore a chiacchierare e confrontarmi. Utili. Diventa ingegnere manageriale e l nascono anche le medaglie di Londra: Ma forse era meglio vincerne due d’argento. Lo sport si trasforma quasi da passione in ossessione. Occorre vivere con sobriet i successi. E poi le due medaglie d’oro a Rio 2016: Ma una arrivata per un errore dell’avversario. Vero, ma se quell’errore avvenuto anche per la pressione messa dai suoi colpi. Niccol decide per di donare all’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e alla onlus di Firenze Giglio Amico la differenza del premio tra oro e argento. Da l nasce un viaggio in Zambia, invitato in un campo profughi, e un nuovo progetto. Perch intanto, lui che poteva avere ancora qualche Olimpiade dorata davanti, dopo Rio lascia lo sport a 28 anni.

A Losanna

E da Sesto Fiorentino continua a essere cittadino del mondo. Svizzera questa volta, a Losanna, dove per il Comitato Olimpico Internazionale segue il post carriera degli atleti di alto livello: La transizione post carriera non solo pratica, ma mentale. l’aspetto che mi interessa di pi. Non si ferma. Quegli incontri in Zambia gli danno l’idea: allenare degli atleti rifugiati, portandoli da zero alla possibilit di raggiungere l’Olimpiade. Lo presenta all’Ufficio immigrazione di Losanna. Cerca sponde in aziende che conosce, fra una ventina di persone selezionate rimangono Mahdi, dall’Afghanistan, Luna, scappata dalla Siria, e Khaoula, dall’Africa delle guerre e della fame. Niccol chiede indietro la sua carabina al Museo Olimpico di Losanna: Serviva a Mahdi. Ma l’impegno era poi farla tornare l. Con quella lui garegger poi ai Giochi giapponesi. Luna arrivata in Sicilia in gommone, suo fratello morto in una traversata. Gi una gara per lei era come vincere un’Olimpiade. Magari invece arriver davvero a farlo, obiettivo Parigi 2024 dopo essere passata da Tokyo 2020 insieme a Mahdi. Allenarli e portarli ai Giochi stata l’esperienza della vita, uno dei momenti pi belli vissuti dopo il ritiro. E invito tutti gli atleti di alto livello a fare esperienze simili, impegnandosi nel volontariato.

Il ruolo inedito

Dopo Tokyo ha lasciato il Cio. Senza avere altro in mano. Perch cambiare a volte giusto anche se non vi sono alternative. Ed ecco una nuova prospettiva in un ruolo inedito per lui, ma non solo: lavorare a lungo periodo nell’organizzazione del pi grande evento sportivo, anche se definirlo cos riduttivo, del mondo: Faccio domanda per il ruolo di Direttore Sport dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Los Angeles 2028. Incarico che sempre stato ricoperto da una persona del Paese ospitante. Fino a ora. Perch a Niccol viene assegnato il posto: Un’occasione pi unica che rara. Con una mission importante: dimostrare che si pu organizzare un evento come questo in maniera sostenibile. E inclusiva. Le sfide sono tante: Porre l’atleta al centro una di queste. Il coinvolgimento di tanti ex atleti in ruoli decisionali, come lo per Campriani, mostra che si va in quella direzione: Riesco a capire quello che non vedevo quando gareggiavo e mostro quello che pu servire a un atleta. Il lavoro introspettivo fatto nella mia carriera e continuato con i rifugiati fondamentale.

Come i periodi fra allenamenti e gare: Quei 16 anni passati chiuso in un poligono: dire che ne valsa la pena solo perch ho vinto medaglie olimpiche riduttivo. Ecco allora parole che solo un atleta riesce a comprendere appieno: Nel tiro a segno pensare al bersaglio una distrazione, il lavoro su se stessi. Lo sport aiuta a ridefinire il concetto di successo. Ogni colpo aiuta per quello successivo. Come nella vita.

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24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 04:56)



Fonte: https://www.corriere.it/buone-notizie/23_gennaio_24/sfida-niccolo-campriani-la-mia-olimpiade-fianco-rifugiati-1a9f01f0-9ab1-11ed-9e01-a2e995b3e2a5.shtml

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