La serie «Django», abile rilettura di un western crepuscolare- Corriere.it

Django (1966) di Sergio Corbucci era una rilettura del cinema western; Django Unchained (2012) di Quentin Tarantino era una rilettura della rilettura; Django la serie (2023) scritta da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli e diretta da Francesca Comenicini una rilettura della… In questa costruzione ad abisso c’era il rischio di perdere di vista quel gioco di convenzioni e trasgressioni, stilistiche e morali, variamente declinate che sono la sostanza vera del genere (Sky).

La serie appartiene al filone del western crepuscolare (piena di notturni, di buio), ma per fortuna non mancano le scene d’azione: duelli, sparatorie, salvataggi fortuiti. Texas, fine 1800. Django raggiunge una citt di baracche piantate come palafitte sul fondo di un cratere: New Babylon. Cerca gli uomini che hanno assassinato la sua famiglia, ma scopre che sua figlia Sarah sopravvissuta e si trova sul posto. Ha ormai vent’anni e si appresta a sposare John Ellis ( il nome di uno dei pi importanti studiosi di tv), che di New Babylon il fondatore, ed convinta che il padre l’abbia abbandonata.

Tra flashback, citazioni, applicazioni sbrigative della legge (il western non conosce eufemismi), stilemi classici, compresa l’amicizia virile con sfondo di misoginia, emergono con nitidezza i caratteri dei protagonisti: Django, segnato da un passato doloroso cerca una sorta di redenzione nel ritrovare la paternit, peraltro negata da Sarah, la vera protagonista della serie, il cui carattere forte mosso da una sorta di predestinazione. Appena sotto, John Ellis, un ex schiavo in cerca di fortuna e Lady Elizabeth, spietata assassina a capo di una comunit religiosa della citta di Elmsdale e fortemente ostile a New Babylon. La cadenza seriale e gli episodi in apparenza casuali non escludono una grande abilit nella tessitura del racconto, grazie a una sceneggiatura solida e animata.