la situazione fa paura- Corriere.it


di Marco Imarisio

Caos con il centro di prima accoglienza stracolmo. Poi arrivano i bus per i trasferimenti verso il Nord. Ma il meccanismo precario, in balia di qualunque errore di sistema

DAL NOSTRO INVIATO
PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO) – Le emergenze irrisolte non finiscono mai. Al massimo, si spostano. Nello specifico fanno sempre tappa a Porto Empedocle, dove la scorsa notte un centinaio dei 1.200 migranti trasferiti nei giorni scorsi da Lampedusa sono fuggiti dal centro di prima accoglienza per raggiungere il paese in cerca di acqua di cibo. L’area nella quale erano ospitati, in realt una tensostruttura pensata per una sosta di poche ore, pu accogliere al massimo 250 persone, come conferma il sindaco Calogero Martello. Una situazione insostenibile, che si verifica sempre pi spesso. Le persone che riescono a riversarsi per strada e si aggirano in gruppetti, mettono paura anche ai meno impressionabili.

Gi domenica sera, mentre intanto si celebrava lo svuotamento dell’hotspot visitato da Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, la situazione era nuovamente al limite. Da Lampedusa fino a qui, e poi in pullman verso le citt del Nord. Il principio dei vasi comunicanti al quale si affidano le autorit dovrebbe essere questo. Ma il meccanismo precario, in balia di qualunque errore di sistema, chiamiamoli cos. Pochi giorni fa si era avuta una sinistra avvisaglia di quel che sarebbe potuto accadere quando la Regione Sicilia aveva annunciato possibili ritardi su tutte le linee per i bus dell’Azienda siciliana trasporti, perch alcuni mezzi sarebbero serviti unicamente per trasportare all’incirca duemila persone da Porto Empedocle verso altre destinazioni.

Suonava un po’ ambiguo, quel comunicato. Ma era una diretta conseguenza della falla che le forze dell’ordine stavano cercando di tappare, ovvero il rifiuto da parte delle compagnie private di effettuare quel tipo di servizio. Non c’erano mezzi a sufficienza per trasferire nel resto d’Italia gli oltre settemila profughi in transito dopo l’eterno svuotamento dell’hotspot di Lampedusa.

Una volta tornati sull’isola principale, i migranti e i loro custodi sono in balia di eventi esterni impossibili da controllare. L’estate era cominciata con il disastro degli aeroporti siciliani, la chiusura quasi simultanea degli scali di Catania e Palermo, e il loro ritorno in funzione a scartamento ridotto. Questo ha comportato lo spostamento della flotta dell’Azienda siciliana trasporti al servizio dei turisti in difficolt. Meno bus pubblici per i migranti, significa sabbia in un ingranaggio gi difettoso. La bella stagione la fonte di maggiore guadagno delle aziende private, che quindi hanno poca convenienza a rispondere alla chiamata delle istituzioni, anche perch viene effettuata a tariffe alquanto basse.

Ma pu sempre andare peggio. Venerd scorso, sulla autostrada A1 all’altezza dello svincolo verso Fiano Romano, due autisti del bus che trasportava migranti sono morti nello schianto con un Tir. Da allora, ai dinieghi delle aziende, che lamentano le condizioni igieniche nelle quali ritrovano i loro mezzi dopo il trasporto dei migranti e il danno d’immagine che deriva da tale attivit, si sono aggiunti quelli dei loro autisti. Ieri siamo andati vicini a un nuovo collasso di sistema, dopo quello dei giorni scorsi. A Lampedusa i trasferimenti via traghetto delle persone appena sbarcate sul molo Favaloro erano stati subito interrotti. L’hotspot si stava nuovamente riempiendo. A Porto Empedocle, le quattro piccole tende bianche su una spianata di cemento chiamate centro di prima accoglienza erano infatti sature.

Mancava tutto, non solo i pullman. Appena venti agenti per quasi duemila migranti nel momento di massimo afflusso, come denunciato dai sindacati di Polizia. Il travaso di uomini e donne, di bambini e ragazzini non accompagnati, si era nuovamente bloccato. Alle 18 la prefettura di Agrigento ha annunciato di aver trovato quattro pullman, convincendo pi con le cattive che con le buone le compagnie di autolinea a mettersi a disposizione. In tarda serata, ha poi attraccato la motonave Paolo Veronese della compagnia Siremar, affittata per l’occasione, che ha imbarcato seicento persone. Ma siamo sempre alle solite. Alle toppe messe da uomini di buona volont su un buco di proporzioni bibliche.

Le tende di Porto Empedocle ora sono vuote. I fuggitivi sono rientrati dopo aver trovato di che sfamarsi. I trasferimenti da Lampedusa possono ricominciare, anche perch intanto sono arrivati nuovi barchini carichi di migranti. E cos via. Fino alla prossima crisi.

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18 settembre 2023 (modifica il 18 settembre 2023 | 23:49)



Fonte: https://www.corriere.it/politica/23_settembre_18/porto-empedocle-fuga-migranti-paese-cercare-cibo-sindaco-situazione-fa-paura-121795d8-565e-11ee-bd71-44df81c38f7b.shtml

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