La Slovenia sostiene il Piano di autonomia del Marocco per il Sahara occidentale

La Slovenia ha accolto con favore il Piano di autonomia marocchino per il Sahara occidentale come “una buona base per raggiungere una soluzione definitiva e consensuale” alla disputa sull’ex colonia spagnola, sotto gli auspici del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e del suo inviato personale, Staffan de Mistura. E’ quanto emerge a seguito dei colloqui, tenuti quest’oggi a Rabat, tra il ministro degli Affari esteri, della Cooperazione africana e dei marocchini all’estero, Nasser Bourita, e la vice premier e ministra degli Affari esteri ed europei slovena, Tanja Fajon, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ufficiale marocchina “Map”.
Secondo quest’ultima fonte, la ministra slovena ha ribadito il costante sostegno del suo Paese al processo portato avanti sotto gli auspici dell’Onu e ha accolto con favore, a questo proposito, “gli sforzi seri e credibili del Marocco per raggiungere una soluzione politica, realistica, pragmatica e duratura, reciprocamente accettabile e basata sul compromesso alla questione del Sahara”. I due ministri, aggiunge la “Map”, hanno ribadito il sostegno dei rispettivi paesi agli sforzi di Staffan de Mistura volti a far avanzare il processo politico sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, così come il loro sostegno alla missione di pace delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale (Minurso). L’agenzia marocchina sottolinea che la Slovenia è 16esimo paese dell’Unione Europea a sostenere il piano di autonomia del Marocco per il Sahara Occidentale.
Da parte sua, il ministero degli Esteri sloveno ha riferito via X (ex Twitter) che le parti hanno “confermato le eccellenti relazioni tra i due paesi e hanno sostenuto il loro ulteriore rafforzamento in vari campi”, annunciando anche l’apertura delle ambasciate a Lubiana e Rabat l’anno prossimo. “Con il ministro Bourita, abbiamo sostenuto un nuovo slancio alla cooperazione economica in settori di interesse comune, in particolare quelli che coinvolgono industrie ad alto valore aggiunto”, ha detto Fajon. I due ministri hanno convenuto che si dovrebbero organizzare forum economici per promuovere gli scambi tra entità economiche in Slovenia e Marocco, in particolare nei settori dell’energia, dell’ambiente, della logistica, dell’agricoltura, dell’industria automobilistica e delle tecnologie verdi”. Entrambi “hanno espresso il loro impegno a rafforzare la cooperazione nella lotta contro l’immigrazione clandestina, il traffico di esseri umani e la tratta di esseri umani, concordando “soluzioni efficaci alla pressione migratoria come sfida comune e responsabilità condivisa”. Al termine dei colloqui, conclude il ministero, è stata firmata “una dichiarazione congiunta sul rafforzamento della cooperazione in vari settori”. Sarebbe proprio quest’ultima dichiarazione, secondo la stampa marocchina, a contenere l’endorsement della Slovenia al piano del Marocco per il Sahara occidentale.
Il Marocco controlla e governa la maggior parte del Sahara occidentale dal 1975 e rivendica la sovranità sul tratto dei territori desertici meridionali, ricchi di fosfati e di potenziali giacimenti di idrocarburi. Con la “Marcia verde”, il Marocco ha oltrepassato i confini dell’allora Sahara spagnolo provocando la reazione da parte del Fronte Polisario, a sua volta sostenuto dalla vicina Algeria. Le Nazioni Unite hanno negoziato un cessate il fuoco nel 1991, interrotto poi nel novembre del 2020. Il Fronte Polisario ha proclamato l’indipendenza della cosiddetta Repubblica democratica araba saharawi il 27 febbraio 1976. Ad oggi, tuttavia, la Repubblica è riconosciuta da circa 80 paesi, ma non dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea: la metà di questi Stati ha peraltro “congelato” il riconoscimento per diversi motivi. Ad oggi il riconoscimento della sovranità marocchina del Sahara Occidentale ha avuto il riconoscimento di diversi paesi tra cui Stati Uniti, Israele e molti paesi arabi eccetto l’Algeria. Decine di paesi africani e latinoamericani hanno aperto consolati nelle città di Laayoun e Dakhla. In Europa sono 16 paesi, come la Germania, la Francia, la Spagna, Paesi Bassi, Svizzera che riconoscono l’iniziativa d’autonomia presentata dal Marocco nel 2007 come base seria e credibile per una soluzione politica a questa controversia regionale.
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