L’Europa vuole declassare lo stato di conservazione del lupo?- Corriere.it


La Commissione europea, nei primi giorni di settembre, ha avviato una nuova fase dedicata alla gestione dei lupi sul territorio. Potrebbe essere il preludio di una modifica dello stato di conservazione di questo animale?

Pericolosi ricercati. Negli ultimi mesi orsi e lupi sono finiti spesso sulle pagine delle testate nazionali: dal terrore dei grandi plantigradi in Trentino, dove si alzano i forconi quasi fossimo ai tempi di una strana inquisizione, all’uccisione di Amarena, un’orsa conosciuta e accettata dalla comunit abruzzese, alla richiesta del presidente della Provincia di Bolzano di abbattimento di due lupi in Alto Adige. Questa l’aria che si respira quando si parla di grandi carnivori, ma non solo qui in Italia, considerando le ultime notizie che giungono da Bruxelles. La Commissione europea (Lupi in Europa), nei primi giorni di settembre, ha infatti avviato una nuova fase dedicata alla gestione dei lupi sul territorio, invitando le comunit locali, la comunit scientifica e tutti i portatori di interesse a presentare, entro il 22 settembre 2023, dati aggiornati sulla popolazione di lupi e sul loro impatto.

La concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee ora un pericolo reale per il bestiame e potrebbe diventarlo anche per gli esseri umani. Esorto le autorit locali e nazionali a intervenire ove necessario. D’altronde la normativa vigente dell’UE consente gi di farlo, ha dichiarato la presidentessa Ursula von der Leyen che, come suggerisce pi d’uno, potrebbe essere in parte condizionata da un episodio personale: la morte della sua pony Dolly, uccisa lo scorso settembre da un lupo che aveva fatto irruzione in un recinto ben sorvegliato nel nord-ovest della Germania. vero anche che la stessa von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione tenuto il 13 settembre scorso, ha parlato di biodiversit come di una ricchezza al servizio dei bisogni dell’essere umano, facendo emergere una posizione piuttosto antropocentrica nei riguardi della natura. Note dissonanti in un periodo storico in cui la musica del nostro Pianeta, per come lo conosciamo, fin troppo simile a un requiem. L’invito a raccogliere dati sui lupi accompagnato all’esortazione, quando necessario, a fare uso delle deroghe alle leggi che proteggono questi animali nei casi che lo consentono. I lupi europei sono protetti dalla Direttiva Habitat, dalla
Convenzione di Berna e dall’Appendice II della CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione). Esistono tuttavia delle deroghe alla Direttiva che permettono l’abbattimento di esemplari ritenuti problematici — perch, ad esempio, hanno attaccato capi di bestiame o esseri umani — dopo aver, per, accertato che siano stati adoperati tutti i mezzi necessari per tenere lontani questi animali, tra cui l’uso di cani da guardiania, recinti notturni e recinzioni elettrificate, insieme a una corretta informazione su come gestire la coesistenza con questi canidi.

Questa comunicazione della Commissione europea potrebbe essere il preludio alla modifica dello stato di conservazione del lupo? Questa un’azione che stata intrapresa per una questione di trasparenza, ma non credo che arriver un solo dato nuovo da una consultazione cos, estemporanea e sparpagliata. La Commissione ha gi incaricato un gruppo di esperti che ha consegnato una relazione con i dati pi aggiornati e disponibili su tutti i grandi carnivori, ci spiega Luigi Boitani, professore ordinario di Zoologia all’Universit la Sapienza di Roma, Presidente della Large Carnivore Initiative for Europe e tra massimi esperti internazionali nella gestione del lupo. I dati a cui si riferisce il professore sono stati pubblicati nel 2022 nel documento Assessment of the conservation status of the Wolf (Canis lupus) in Europe (Valutazione dello stato di conservazione del lupo in Europa, 638036032684557257_LCIE CoE Wolf status report 2022.pdf / nina.no)), compilato proprio dalla Large Carnivore Initiative for Europe, il gruppo specializzato della Commissione per la salvaguardia delle specie della IUCN (l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), con la collaborazione dell’Istituto Ecologia Applicata di Roma.

Cosa ci racconta questo report sullo stato di conservazione del lupo? Il rapporto tra comunit umane e lupi, con l’avvento della pastorizia, si sempre mostrato conflittuale fino a giungere alle estreme conseguenze in territorio europeo con una grave riduzione degli esemplari nella prima met del XX secolo. Dopo aver raggiunto il minimo negli anni ’60-’70, i numeri hanno iniziato a salire grazie a una serie di processi sociali, economici e storici pi ampi, come la riforestazione e il progressivo abbandono dei terreni agricoli, attivit che hanno ridotto l’impatto umano e liberato spazio per i grandi carnivori e le loro prede. Inoltre, le istituzioni europee hanno mostrato interesse per la questione, finanziando alcune azioni di tutela o ripopolamento in alcuni Paesi europei. Quindi, negli ultimi 50 anni, le popolazioni di lupi in tutta Europa sono rifiorite: solo nell’ultimo decennio stato segnalato un aumento di oltre il 25% dell’areale del lupo. Attualmente tutti i paesi dell’Europa continentale hanno lupi, alcuni con numeri elevati, come Bulgaria, Grecia, Italia, Polonia, Romania, Spagna e Ucraina — che contano pi di 1000 individui — e altri, a causa delle loro dimensioni limitate o perch ripopolati solo di recente, con cifre pi basse. Siamo intorno a una stima di circa 19.000 lupi in tutta Europa, il cui attuale stato di conservazione di specie a rischio minimo (Least Concern) nella lista rossa dell’IUCN (Canis lupus – Grey Wolf).

La crescita delle popolazioni giustificherebbe la modifica dello stato di conservazione del lupo? In una lettera aperta (in merito alla riduzione dello status di protezione del lupo 15 Associazioni pan-europee scrivono all’UE – Io non ho paura del lupo), pubblicata l’11 settembre scorso, 15 associazioni non governative europee che fanno parte della European Alliance for Wolf Conservation, tra cui l’italiana Io non ho paura del lupo, hanno espresso preoccupazione per l’appello della presidentessa von der Leyen. Francesco Romito, vice-presidente dell’organizzazione italiana che si occupa di assicurare la conservazione del lupo in Italia e in Europa attraverso la coesistenza con le attivit degli esseri umani, ci racconta che l’Europa non ancora pronta a un declassamento del lupo poich non in uno stato di conservazione soddisfacente. La nostra idea non solo quella di continuare a lavorare con la prevenzione, ma anche di fare un cambio di passo deciso rispetto a tanti temi che oggi in Europa restano marginali. Basti pensare al fatto che, comunque, non esistono dei protocolli di monitoraggio condivisi su scala europea e, inoltre, andrebbero analizzati i casi singoli di ogni paese. Ad esempio, proprio l’Italia da anni non in grado di dotarsi di un piano di gestione e conservazione, che fermo da anni nella Conferenza Stato-Regioni, senza che si riesca a trovare un accordo.

Come si concluder questa nuova fase dedicata all’analisi delle popolazioni europee di lupi difficile a dirsi. certo, invece, che questi animali, nonostante il trend positivo in molti Stati membri, affrontano tutti i giorni minacce quali la caccia e il bracconaggio, diffuse soprattutto nelle aree in cui i lupi a volte predano il bestiame, oppure lo spostamento e alterazione dei loro habitat legati alle attivit umane e ai cambiamenti climatici. Si pu discutere con buon supporto scientifico sul fatto che sia ancora una specie minacciata. — conferma Boitani —. Quando noi diciamo che in Europa abbiamo circa 19.000 lupi, o quello che sia, possiamo leggere questo numero in due modi: da una parte si pu dire “Beh, 19.000 un bel numero, forse ci possiamo permettere una gestione un po’ pi rilassata”. Dall’altra parte, cosa che io dico quando mi fanno arrabbiare, abbiamo 19.000 lupi e quante persone? 500 milioni? E allora, per piacere, stiamo zitti. Ma le diatribe continueranno probabilmente almeno fino a giugno, quando si voter in Europa.

16 settembre 2023 (modifica il 18 settembre 2023 | 23:15)



Fonte: https://www.corriere.it/animali/23_settembre_16/europa-vuole-declassare-stato-conservazione-lupo-eab48030-5475-11ee-82e6-d47c2e85ecf0.shtml

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