Libano, Crosetto: «I militari italiani rischiano di essere coinvolti accidentalmente negli scontri tra le parti». E critica la missione Onu


Le notizie che arrivano dal confine tra Libano e Israele tracciano una situazione di incertezza che inevitabilmente chiama in causa gli oltre mille militari italiani impegnati nella missione delle Nazioni Unite Unifil e i circa 200 presenti a Beirut nell’ambito della missione bilaterale Mibil. Intervenuto alla Camera per un’informativa sul summit Nato di Washington che si è svolto dal 9 all’11 luglio, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato anche della situazione in Libano. Ha ammesso che l’attacco missilistico di sabato 27 luglio contro un campo di calcio nella cittadina drusa-israeliana di Majdal Shams, nel Golan, che ha provocato morti e feriti, gran parte dei quali bambini e adolescenti, dietro al quale ci sarebbe la firma di Hezbollah, e la successiva ritorsione di Israele, con l’eliminazione del numero due di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut, e del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran, hanno innalzato ulteriormente la tensione. Una tensione che rischia di provocare un tragica escalation degli eventi nel Medio Oriente.

«Al di là dei legami palesi tra l’Iran, Hezbollah e Hamas, palesati anche dalla presenza, quale ospite, a Teheran del Leader politico di Hezbollah, quella che si prospetta è una situazione estremamente delicata e potenzialmente molto pericolosa, alla quale non può essere escluso un confronto militare in prossimità o sul territorio del Libano», ha sottolineato Crosetto.

La critica alla missione Onu: ha aumentato la presenza di Hezbollah lungo la Blue Line

Il responsabile della difesa ha criticato la missione Onu: «Se è vero che questa missione non ha raggiunto l’obbiettivo che si prefiggeva la Risoluzione dell’ONU – e non l’abbiamo raggiunto – perché dobbiamo prenderne atto, non dobbiamo dire che tutto quello che è stato fatto va bene, siamo bravissimi? no. La missione non ha raggiunto l’obbiettivo, anzi si è implementata la presenza di Hezbollah in quell’area e uno degli elementi che adesso porta l’aumentare lo scontro e la frizione è proprio la presenza in quella zona molto vicina a Israele di luoghi da cui posso partire gli attacchi, di depositi di armi, una presenza militare che è segno del fallimento di quello che doveva fare Unifil».

«I nostri militari non sono un target diretto ma potrebbero essere coinvolti accidentalmente»

Per quanto riguarda il tema più generale della sicurezza nell’area, «ad oggi – ha confidato Crosetto in aula -, ritengo che la sicurezza dei nostri militari non sia più a rischio di prima. Essi, non sono un target diretto e abbiamo un ottimo apparato intelligence; tuttavia potrebbero essere coinvolti accidentalmente negli scontri tra le parti, diventati più frequenti e di crescente intensità. In questo senso, in prima persona, mi sono fatto in prima persona portavoce, insieme al Ministro Tajani e al Presidente del Consiglio, affinché venisse rispettato il ruolo e l’integrità di UNIFIL e del personale che vi opera. Ricordo che noi parliamo dei numeri italiani ma UNIFIL supera le diecimila unità, se calcoliamo tutti i contingenti che sono presenti».

La richiesta dell’Italia all’Onu: mettere Unifil nelle condizioni di esercitare una reale deterrenza all’uso della forza

Nell’intervento il ministro ha ricordato l’impegno promosso, fin dal 7 ottobre scorso, per avviare «una serie di contatti e corrispondenza con le Nazioni Unite – in particolare con il Segretario Generale Guterres e il Vice Segretario per le Operazioni di Pace Lacroix – per sollecitare l’attuazione di tutte le possibili misure atte a garantire piena sicurezza al personale di UNIFIL e, al tempo stesso, a consentire alla missione di operare efficacemente implementando e facendo rispettare il dettato della Risoluzione 1701. Ho voluto anche segnalare la necessità di un’incisiva e rapida azione delle Nazioni Unite che mettesse UNIFIL nelle condizioni di esercitare una reale deterrenza all’uso della forza – ha continuato Crosetto -, ad esempio irrobustendo il contingente, prevedendo la disponibilità di una riserva operativa schierabile nel Libano del Sud con stretto preavviso, contemplando di operare anche autonomamente senza unità delle Forze Armate Libanesi».



Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/libano-crosetto-i-militari-italiani-rischiano-essere-coinvolti-accidentalmente-scontri-le-parti-e-critica-missione-onu-AFRfg3AD

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