L’infanzia dura, la malattia «Ma con la mia voce ho sempre detto: Vincerò»- Corriere.it


di Valerio Cappelli

Il tenore campano sar il protagonista di Le Willis, prima opera scritta da Puccini che inaugurer il Festival del Centenario

La povert, lo Zecchino d’oro, la giovent sospesa tra oratorio e cattive compagnie come solo al Sud pu accadere, la malattia. E poi la lirica. Un’esistenza come un libretto d’opera. E Vincer davvero la sua vita. Vincenzo Costanzo nato a Somma Vesuviana 32 anni fa. E’ lui il tenore di Le Willis, l’opera con cui Puccini esord, che domani in apertura di festival Torre del Lago d nella sua prima stesura, accanto a Edgar.

Per vicissitudini familiari, sono cresciuto con mio nonno materno. Era contadino. Quando non andavo a scuola lavoravo con lui in campagna nella raccolta delle albicocche, che dalle mie parti sono dolci come lo zucchero. Io cantavo e con l’eco, dalla parte opposta della montagna, gli altri contadini dicevano: Vincenzo che sta col nonno. La musica mi ha salvato.

Perch la mia adolescenza sembra presa pari pari da Mare fuori. Come diceva Benedetto Croce, Napoli un Paradiso abitato da diavoli. E io volevo uscire dalla m…Da piccolo imitavo le voci che sentivo in tv. Entrai nel coro di voci bianche del San Carlo cantando La donna e mobile, e in commissione risero tutti ma mi presero. E con la voce impostata a 10 anni ho vinto lo Zecchino d’oro: ero alto un metro, cantavo con la voce impostata una canzone napoletana. Mi sentivo come un piccolo super eroe, il potere della voce non faceva miracoli ma regalava emozioni.

Lei ha avuto una brutta malattia, quella l.

L’ho scoperto nel 2017 mentre cantavo La Rondine. L’ho sconfitta. Non ne parlo volentieri, diciamo che sono stato baciato dal destino. Mi ha fatto capire cosa importante veramente nella vita e che, come diceva Tot in ‘A livella, siamo tutti uguali. Da l cominciata la mia seconda carriera. Sono stato fermo un anno, poi venne il Covid e lo so che sembra una bestemmia ma per me fu una salvezza perch mi diede il tempo di riprendermi fisicamente. La mia voce diventata pi scura e ampia.

Dopo aver vinto alle Voci verdiane, cantai Luisa Miller a Busseto con Leo Nucci nella sua prima regia. Alle prove ero su una sedia, normalmente, lui si avvicin e mi riprese: a teatro anche da seduto devi avere una forma piacente, devi cercare di sedurre il pubblico. Poi un’altra cosa che mi disse che bisogna salutare tutti, dalle sarte ai macchinisti. Un altro incontro importante stato con Massimo Iannone.

Lo storico corista dell’Accademia di Santa Cecilia.

Ora vocal coach in giro per il mondo
. La prima volta lo vidi al chiosco del bar vicino al teatro di Torre del Lago e mi incurios il suo aspetto eccentrico e folcloristico, la sua collana buddhista esibita come un trofeo. Mi sono detto: ma chi ‘sto pazzo? Parlandoci ho capito che sa molto di musica e di tecnica, ma anche di psicologia teatrale. In quei giorni cantavo Tosca con la regia di Stefania Sandrelli, tutta orientata sulla violenza contro le donne. Sono rimasto incantato dalla sua dolcezza e dal modo di dire le cose. Il palco era pieno di scarpe rosse; mi chiesero il bis di E lucevan le stelle e ne afferrai due, sollevando le braccia al cielo. Fu un’emozione grandissima, la gente mi applaudiva e mi rivenne alla mente la mia infanzia con otto donne, nonna, zie, cugine, sono cresciuto con loro. Da quel giorno Massimo Iannone diventato il mio portafortuna, sei il mio curniciello rosso, gli dico sempre. Ho fatto Tosca con Daniele Gatti e Michele Mariotti e canter Cavalleria con Riccardo Muti.

Facciamo la prima stesura. I personaggi negativi mi vengono meglio, da Pinkerton a Roberto che tradisce Anna dopo averle giurato amore eterno. Tutti i personaggi di Puccini gli somigliano.

Nell’anno pucciniano non c’ stato il capolavoro.

Aspettate di vedere lo spettacolo di Pier Luigi Pizzi. Lui il genio della bellezza.

Nella foto, il tenore Vincenzo Costanzo sar Pinkerton nella Madama Butterfly in programma il 31 agosto e il 7 settembre

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11 luglio 2024 (modifica il 11 luglio 2024 | 10:10)



Fonte: https://www.corriere.it/cronache/24_luglio_11/infanzia-dura-malattia-ma-la-mia-voce-ho-sempre-detto-vincero-8b8b2be0-3ade-11ef-8326-c12a51e9344e.shtml

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