Macron a Pechino fa affari, von der Leyen tutela le aziende dell’Ue. Nulla di fatto sull’Ucraina


L’Unione europea ha ribadito l’intenzione di proteggere le sue aziende dalle “pratiche commerciali sleali” messe in atto dalla Cina, con cui vuole riesaminare l’accordo globale sugli investimenti (Cai) per ottenere un più equo accesso al mercato della prima potenza asiatica. Questo è l’obiettivo perseguito dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dal presidente francese Emmanuel Macron, arrivati ieri a Pechino per discutere con il presidente Xi Jinping l’andamento delle relazioni bilaterali e i principali dossier del panorama internazionale. Una visita che, come osservato da von der Leyen, arriva mentre le aziende europee “sperimentano un progressivo deterioramento nell’accesso al mercato cinese”, dovuto ai “requisiti sempre più stringenti imposti” da Pechino. “Negli ultimi dieci anni, il deficit commerciale dell’Unione europea è più che triplicato. L’anno scorso ha raggiunto quasi 400 miliardi di euro. Ne abbiamo discusso perché questa traiettoria non è sostenibile e le questioni strutturali sottostanti devono essere affrontate”, ha detto von der Leyen al termine dell’incontro trilaterale, servito a ribadire che Bruxelles è “sempre più attenta a proteggere i suoi interessi e garantire condizioni di parità”. Un approccio che non intende porsi in chiave “anti-cinese” ma esclusivamente “pro-europea”, hanno evidenziato i rappresentanti europei, che hanno ottenuto la ripresa del dialogo economico-commerciale e di quello digitale ad alto livello con Pechino.

Nonostante l’Unione europea “non condivida il sistema politico” della Cina, Macron ha evidenziato la necessità di continuare la cooperazione con Pechino sui “grandi temi internazionali”, soprattutto per impedire il deterioramento della situazione in Ucraina. “La Cina riveste un ruolo importante nella costruzione della pace” nello Stato est-europeo, e l’intera comunità internazionale “conta sul presidente Xi Jinping per riportare la Russia alla ragione”, ha detto il titolare dell’Eliseo. Come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Pechino e Bruxelles condividono infatti la responsabilità di “sostenere e migliorare l’ordine internazionale basato sulle regole”, ha aggiunto Macron, avvertendo che chiunque assisterà la Russia nell’invasione diventerà “complice di una violazione del diritto internazionale”. Posizione ribadita anche da von der Leyen, la quale ha messo in guardia il presidente cinese circa le ripercussioni che la fornitura di armi a Mosca avrebbe sulla tenuta dei rapporti bilaterali con l’Europa. “Contiamo sul fatto che la Cina non fornisca, direttamente o indirettamente, alcun equipaggiamento militare alla Russia, perché sappiamo tutti che armare l’aggressore sarebbe contrario al diritto internazionale e danneggerebbe in modo significativo le nostre relazioni”, ha detto la presidente della Commissione europea, precisando che Xi ha dichiarato la sua propensione a tenere un colloquio con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky “non appena ci saranno le giuste condizioni”.

Xi Jinping, da parte sua, ha ribadito i principi del documento di posizione sulla crisi in Ucraina pubblicato dalla Cina a febbraio, chiedendo la tempestiva ripresa dei negoziati e il rispetto delle “legittime preoccupazioni espresse dalle parti in causa sul fronte della sicurezza”. Oltre a rivolgere alla comunità internazionale un appello all’organizzazione di nuove trattative di pace tra Russia e Ucraina, i tre interlocutori hanno ribadito ferma opposizione al ricorso alle armi nucleari e la necessità di agire nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.

Benché i colloqui non abbiano prodotto significativi consensi tra Cina ed Europa, la visita ha contribuito a rafforzare l’intesa e la cooperazione commerciale con la Francia. Durante il colloquio con Macron, Xi ha valutato positivamente i risultati raggiunti dalla cooperazione bilaterale negli ultimi anni, notando come i due Paesi si siano “sostenuti a vicenda durante la pandemia di Covid-19, abbiano mantenuto un’elevata frequenza della comunicazione strategica e registrato una robusta crescita nel commercio bilaterale”. Il rafforzamento della cooperazione con Parigi è stato invocato soprattutto nel quadro della “profonda trasformazione storica” intervenuta nel panorama internazionale, che richiede a Cina e Francia di “superare ostacoli e divergenze”. A margine della visita di Macron a Pechino, il produttore di aeromobili Airbus, con sede a Blagnac, ha annunciato l’apertura di una seconda linea di assemblaggio a Tientsin, inaugurando il suo secondo stabilimento nella metropoli cinese. La linea di produzione, che dovrebbe entrare in servizio nella seconda metà del 2025, permetterà ad Airbus di raddoppiare la capacità produttiva di aeromobili A320 nella prima potenza asiatica. Nuove intese tra i due Paesi sono state raggiunte anche nel settore delle rinnovabili e nel campo dell’energia nucleare, i cui dettagli non sono stati tuttavia divulgati.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/macron-a-pechino-fa-affari-von-der-leyen-tutela-le-aziende-dellue-nulla-di-fatto-sullucraina/

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