Maltempo Emilia-Romagna, un grido nella notte e la fuga ai piani alti. «Dovevano avvertirci. Abbiamo perso tutto»- Corriere.it


di Alessandro Fulloni

Faenza sott’acqua dopo l’esondazione del fiume Lamone. Le urla di un uomo hanno svegliato decine di famiglie, che si sono salvate. La rabbia degli sfollati salvati dai battelli

DAL NOSTRO INVIATO
FAENZA — «Andate ai piani alti, il fiume sta straripando!». Gridando così, chissà quanta gente ha salvato quest’uomo di cui non sappiamo nulla salvo che indossava una giacca a vento impermeabile da soccorritore. Correndo a perdifiato lungo le case che costeggiano l’argine del Lamone, a Faenza, circa 60 mila abitanti lungo la via Emilia, nel Ravennate, ha dato l’allarme, incurante del muro d’acqua che gli si stava rovesciando addosso. Il sobborgo di «Bellitalia», alla periferia della città, e le campagne adiacenti, per un diametro approssimativo di circa tre chilometri, si stavano infatti trasformando in un lago che ha invaso case, negozi e cantine e sommergendo auto e camion.

L’urlo provvidenziale

Erano circa le tre e grazie alle urla di quell’uomo sconosciuto decine di famiglie si sono svegliate di soprassalto, chi affacciandosi alla finestra, chi aprendo l’uscio lungo la strada, via Cimatti. «Se siamo vivi lo dobbiamo quasi certamente a lui». A dirlo è un uomo sulla quarantina, Roberto Valtancoli, che dall’altra parte del fiume ha un negozio di ortofrutta «miracolosamente scampato all’alluvione. In casa però abbiamo perso tutto e chissà che fine hanno fatto i documenti». Parla cinque minuti dopo essere stato recuperato dai vigili del fuoco assieme alla moglie Stefania Castiglia e la figlia Emma, undici anni, con un battellino. I soccorritori del 115 si sono arrampicati su un balcone e poi con un’imbracatura, uno dopo l’altro, hanno calato gli inquilini di questa palazzina a tre piani — saranno stati in tutto una quindicina — portandoli al sicuro.

Il battellino

Roberto ha l’aria serena, così come Stefania che stringe a sé Emma, l’unica della famiglia dall’aria provata. Tra di loro scodinzola Chusky, un trovatello in cima ai loro pensieri. «Prendete anche lui» si erano premurati di dire ai vigili che però già avevano con sé gli speciali contenitori adatti a soccorrere gli animali.
Nell’allontanarsi lungo lo sterrato che costeggia il fiume, Roberto racconta «che l’acqua è arrivata a due metri e sessanta centimetri, ha superato la porta all’ingresso. È stato terribile. Cosa ho provato quando ho visto il battellino? Come se fossero arrivati i nostri…».
Almeno 500 persone sono state evacuate. I più ora alloggiano da familiari e amici. Il resto, un centinaio circa, ha trovato rifugio al Palazzetto dello Sport di Faenza, trasformato, con le brandine fornite dalla Croce Rossa, in un primo punto di accoglienza per gli sfollati.

La rabbia

La rabbia è tanta. «Avrebbero dovuto avvertici, dirci di sgomberare e invece non l’hanno fatto — sbotta Vilmer Della Vecchia, titolare di un’impresa edile la cui sede è di fronte alla sponda destra —. La Protezione Civile avrebbe dovuto informarci quando l’acqua era ancora bassa, quando hanno saputo che a monte del fiume, a circa 15 chilometri da qui, l’argine destro si è sbriciolato: io avrei potuto portare fuori i macchinari, salvandoli. Hanno detto che hanno mandato delle mail, che hanno scritto dei messaggi sui social, ma chi li ha visti… Qualcuno dovrà rispondere di quello che è successo: non riuscirò a rispettare i tempi delle commesse, dovrò pagare delle penali. I danni? Almeno duecento mila euro».
Massimo Isola, il sindaco di Faenza, spiega di aver compreso che lo scenario poteva farsi pericoloso «tra le 22 e le 23. A quel punto, informando il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, ho deciso di inviare i primi messaggi di allarme. Evacuazione? No, sarebbe stato troppo pericoloso: non sapevamo come si sarebbe spostata la massa d’acqua. Il Lamone è salito di oltre dieci metri il livello abituale, una cosa mai vista. Per questo abbiamo consigliato di salire ai piani alti».

3 maggio 2023 (modifica il 3 maggio 2023 | 23:13)



Fonte: https://www.corriere.it/cronache/23_maggio_03/grido-notte-fuga-piani-alti-dovevano-avvertirci-abbiamo-perso-tutto-7c4a581e-e9ee-11ed-b051-eaed8a84c878.shtml

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