“Nikkei”: Corea del Sud, Francia e Italia rilevano quote nel mercato degli armamenti perse dalla Russia

Corea del Sud, Francia e Italia figurano tra i Paesi che stanno approfittando maggiormente della perdita da parte della Russia di importanti quote del mercato globale degli armamenti. Lo scrive il quotidiano “Nikkei”, secondo cui i tre Paesi stanno cercando di attrarre acquirenti alla ricerca di alternative alla Russia, la cui industria della difesa sconta le esigenze del conflitto in Ucraina e l’oneroso regime sanzionatorio imposto a Mosca. A partire da oggi, funzionari della difesa di circa 30 Paesi si riuniranno nella città sudcoreana di Gyeryong per il Korea Army International Defense Industry Exhibition (Kadex), considerata la più grande fiera del settore difesa in Asia. Per le aziende sudcoreane del settore, si tratta di una importante opportunità per interagire con alti funzionari dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean), e soddisfare la crescente domanda di armamenti nel Sud-est asiatico.

Secondo i dati dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri), gli Stati Uniti e la Russia sono stati i maggiori esportatori mondiali di sistemi di difesa nel periodo di cinque anni conclusosi nel 2018. Tuttavia, la Francia ha superato la Russia al secondo posto per la prima volta nei cinque anni fino al 2023, dopo che la quota del mercato globale degli armamenti detenuta da Mosca è calata di 11 punti percentuali all’11 per cento, in linea con la quota detenuta dalla Russia subito dopo il crollo dell’Unione sovietica. Le sanzioni statunitensi ed europee hanno ridotto la capacità di produzione di armi in Russia, lasciando meno spazio per le esportazioni. Il numero di Paesi che importano armi russe è sceso a 12 nel 2023 rispetto ai 31 del 2019. L’Italia – sottolinea “Nikkei” – è emersa in questo contesto come uno dei principali fornitori per Paesi del Medio Oriente, tra cui Qatar, Egitto e Kuwait, accanto a Stati Uniti e Germania. L’Italia è ora il sesto esportatore di armi al mondo, quasi raddoppiando la sua quota di mercato globale al 4,3 per cento per il periodo 2019-23 rispetto al quinquennio precedente.

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