“Per la prima volta una donna guiderà il destino del Paese”
Claudia Sheinbaum Pardo ha pronunciato il giuramento per divenire nuova presidente del Messico. “Giuro di rispettare e far rispettare la Costituzione politica degli Stati Uniti del Messico e le leggi che da questa provengono, svolgendo lealmente e patriotticamente l’incarico di presidente della Repubblica che il popolo mi ha conferito, facendo tutto per il bene e la prosperità dell’Unione. E se non faccio così, che la nazione me ne chieda conto”, è la formula che Sheinbaum ha pronunciato nel palazzo di San Lazaro, sede della Camera dei deputati.
Sheinbaum, eletta con quasi il 60 per cento delle preferenze alle elezioni del 2 giugno, ha ricevuto la banda dalle mani di Ifigenia Martinez, presidente della Camera dei deputati. Anche se a lui “non piace che lo si dica”, Andrés Manuel Lopez Obrador “sarà ricordato come il miglior presidente del Messico”, ha detto Sheinbaum nel discorso d’investitura come nuovo presidente del Messico. “Rimarrà nel cuore del popolo del Messico”, ha detto, ricordando come “inutile” la richiesta di Lopez Obrador di non dedicargli nessun monumento, piazza o edificio, una volta dimesso.
“Per la prima volta da oltre 500 anni le donne arrivano a guidare il destino della nostra nazione”, ha continauto Sheinbaum. Il 2 giugno di quest’anno, giorno delle elezioni presidenziali, “il popolo del Messico, in modo democratico e pacifico, ha detto forte e chiaro: è tempo di trasformazione è tempo di donne”; ha detto Sheinbaum. “Contando duecento anni di Repubblica e altri trecento di colonia, e considerando che prima non si hanno dati certi, dopo almeno 503 anni noi donne siamo arrivate a guidare il destino della nostra bella nazione”, ha detto tra gli applausi. “E dico siamo arrivate perché non sono arrivata da sola”, ha insistito Sheinbaum rilanciando parole già spese nei giorni scorsi.
I cento “impegni” del governo della presidente Sheinbaum
Sono cento gli “impegni” che Claudia Sheinbaum Pardo ha promesso di rispettare nei sei anni di mandato da presidente che inizia oggi. Un misto di dichiarazioni di intenti, obiettivi di programma e aspirazioni ideali che la futura presidente ha presentato durante la campagna elettorale, ai suoi sostenitori riuniti nella piazza centrale di Città del Messico, nota con il nome di Zocalo. Nei primi impegni della lista echeggiano i valori su cui il presidente uscente, Andres Manuel Lopez Obrador, ha costruito la cosiddetta “Quarta trasformazione”, un progetto di riforma delle istituzioni nel nome della lotta alla “casta” e alla “corruzione”, in favore del popolo e di un orgoglio nazionale. Sheinbaum governerà con “l’obbligatoria divisione tra il potere politico ed economico. Non si sottometterà al potere politico, economico o straniero. Lavorerà per l’interesse supremo del popolo e della nazione”. C’è l’impegno a garantire le libertà fondamentali del cittadino e a non usare “mai la forza dello Stato per reprimere” la popolazione.
L’ottavo e il nono punto sono dedicati al vicino del nord: il governo “proteggerà e difenderà i diritti dei concittadini negli Usa”, e “rispetterà il governo degli Stati Uniti, principale socio commerciale”, a patto che “si rispetti la sovranità” del Messico e i suoi abitanti da entrambi i lati della frontiera. In politica estera, Sheinbaum manterrà l’impegno a non “interferire” negli affari dei Paesi terzi, ispirata dal principio di “autodeterminazione dei popoli”. La presidente eletta promette di promuovere la riforma della legge elettorale e di sottomettersi al referendum revocatorio di metà mandato. Il Paese di deve preparare a nuovi tagli agli istituti pubblici, alla non rielezione nelle cariche pubbliche, e a un governo “onesto senza raccomandazioni, corruzioni o impunità”.
Sheinbaum promette disciplina fiscale, equilibrio “ragionevole” tra debito e pil e di portare avanti l’autonomia della Banca centrale (Banxico). Niente aumenti alle tariffe dell’elettricità o del gas domestico oltre il livello dell’inflazione e una potente semplificazione delle pratiche burocratiche. Impegni, questi ultimi, in linea con il progetto di welfare voluto da Lopez Obrador: si continueranno, tra gli altri, a finanziare le pensioni universali per gli anziani, i programmi per la formazione dei giovani o per minori e mamme lavoratrici. Il Messico sarà un paese “educatore, umanista e scientifico” assicura Sheinbaum preparando copertura di spesa per rafforzare il sistema scolastico e le borse di studio a tutti i livelli. “Tutti i sistemi di educazione superiore saranno gratuiti”, assicura Sheinbaum annunciando la nascita di due nuove università. Una decina di punti sono dedicati alla diffusione della cultura, della lettura e alla promozione della “grandezza culturale del Messico”.
Ampio spazio si dà allo sviluppo di un sistema per garantire una adeguata copertura sanitaria, anche attraverso un servizio più capillare, oltre che per sviluppare la catena di produzione farmaceutica. Si prevedono azioni per le varie forme di dipendenza, per interventi sulla salute mentale e verranno proibite le sigarette elettroniche. Il governo entrante di impegna a garantire accesso alla casa ed eleverà “a rango costituzionale” la “eguaglianza sostanziale delle donne in tutte le sue forme”, “il diritto a una vita libera dalla violenza”, oltre che pari rappresentazione negli organi collegiali, uno sforzo per ridurre la differenza di salari, garanzie per le vittime della violenza domestica e la qualifica di “femminicidio” per le inchieste sulle morti violente delle donne. Il Messico che verrà sarà un Paese con “lavoro e stipendi giusti”, salari minimi garantiti e adeguati, mentre non ci sarà spazio per il mais transgenico, e si “produrranno più alimenti per il consumo nazionale” anche incentivando la catena dei piccoli produttori.
Il Messico sarà peraltro anche un Paese con “energia sostenibile”, dove l’industria nazionale degli idrocarburi Pemex e quella dell’elettricità, Cfe, “continueranno a rafforzarsi come imprese pubbliche strategiche”. Un punto cruciale, questo, in continuità con la scelta del governo uscente che, cancellando la riforma con cui nel 2014 si liberalizzava il comparto degli idrocarburi dopo un monopolio di oltre 70 anni, rimetteva lo Stato al centro di un progetto energetico autosufficiente. La presidente “promuoverà il petrolchimico nazionale, e la produzione di fertilizzanti”, promuoverà “la transizione energetica, la rinnovabile e l’efficenza energetica”. Ci saranno poi investimenti sul piano delle infrastrutture fisiche, strade e autostrade, oltre alla messa in orbita di un satellite e lo sviluppo di Internet per tutti.
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