perché il corridoio va rafforzato- Corriere.it


L’interscambio tra Italia e Germania batte tutti i record del passato e il dato si presta a mille considerazioni vuoi di natura politica vuoi pi squisitamente industriali. Le relazioni politiche tra i tre lati di quello che era stato individuato come il triangolo dell’Europa manifatturiera (Francia, Italia e Germania) segnano sui monitor un tracciato di alti e bassi. Dopo un’iniziale e preoccupante diffidenza i rapporti tra Roma e Parigi tendono decisamente al meglio. Non solo c’ stato un incontro chiarificatore tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni ma le consultazioni tra i ministri dell’Industria, Bruno Le Maire e Adolfo Urso sono calendarizzate con cura e i dossier a cui mettono mano sono ricchi di contenuti strategici.

I rapporti con Parigi

Attraversa un momento di difficolt invece il leggendario asse renano franco-tedesco che ha sempre rappresentato il driver dell’Europa comunitaria

e spesso si giovato di una sorta di automatismo di coppia. Ci sono per attualmente opinioni diverse su due importanti dossier custoditi a Bruxelles: il futuro dell’automotive e l’energia nucleare. Per completare il quadro e analizzare il lato Berlino-Roma c’ da segnalare come all’iniziale sintonia sullo stop alla decisione Ue di mettere in mora dal 2035 il motore a scoppio si stia registrando un differente posizionamento negoziale.Mentre i tedeschi parlano fattivamente con Bruxelles per quanto riguarda la possibilit di inserire accanto all’elettrico i carburanti sintetici, gli italiani puntano sui biocarburanti rischiando per di non portare a casa il risultato e di restare con il cerino in mano.

I dati

La ricognizione sulla giostra degli interessi dei partners del Triangolo (e sui tentativi di comporli) potrebbe continuare all’infinito sotto il segno degli alti e bassi di cui sopra. Ma in questo quadro, in costante e quasi quotidiana evoluzione, irrompono alla loro maniera i numeri. A fornirli stata l’Ahk Italien ovvero la Camera di Commercio Italo-Germanica. La notizia, come detto, che l’interscambio tra i due Paesi visto dall’Italia ha toccato nel 2022 quota 168,5 miliardi con un incremento del 18,2% sull’anno precedente. Berlino il nostro primo partner per le esportazioni che hanno raggiunto i 77,5 miliardi (+15,8%) distanziando Stati Uniti e Francia. Idem per le importazioni. Compriamo merci tedesche per 91 miliardi (+20,2%) e il secondo Paese in graduatoria la Cina con 57,5 miliardi di nostri acquisti. Segue a ridosso la Francia.

Il peso di Roma

Se gli stessi numeri li guardiamo dal versante Germania l’Italia diventa il settimo Paese per export con 87,4 miliardi (+15,7% sull’anno precedente) superato in primis da Stati Uniti e Francia. Per quanto riguarda le importazioni, le merci italiane sono al quinto posto (72,4 miliardi e +10,6%) in una classifica in cui domina la Cina — un Paese con il quale i tedeschi hanno tenuto aperte le collaborazioni — con oltre 190 miliardi.

Lombardia in testa

Se questi sono i dati-chiave interessante focalizzare le regioni pi attive nell’interscambio italo-tedesco. Svetta la Lombardia con 56,2 miliardi — un terzo degli scambi complessivi — seguita a molta distanza (24,1) dal Veneto. Tra i Lander pi attivi l’indagine Ahk segnala il Baden-Wurttemberg che con 34,2 miliardi ha superato la Baviera con 27,8 e la Renania Settentrionale-Vestfalia con 27,4%.

I settori trainanti

Tutti i settori che tradizionalmente hanno rappresentato il cuore del commercio tra i due Paesi sono segnalati in crescita con performance giudicate importanti (in valori monetari) da parte del siderurgico, del chimico-farmaceutico, dei macchinari, dell’agro-alimentare e dell’elettronica. Pi diversificate invece le dinamiche in termini di volumi. Sommando tutti questi dati si pu comunque introdurre una considerazione (non scontata) di carattere geopolitico: la guerra in Ucraina non ha danneggiato la partnership italo-tedesca.

L’apporto complementare

Di totale complementariet dei due sistemi industriali parla Monica Poggio, presidente di Ahk Italien e Ceo Bayer Italy. Che non vede affatto un ruolo ancillare da parte italiana che pure si caratterizza per una partecipazione da fornitore alle grandi catene del valore renane, innanzitutto l’automotive. Preferisco parlare di joint production. Si tratta infatti di supply chain molte interconnesse e questa caratteristica riguarda i principali settori, dalla siderurgia ai mezzi di trasporto. E comunque quella italiana una fornitura strategica che si colloca a monte della catena del valore. E la dimostrazione l’abbiamo avuta con la pandemia e con la capacit italiana di mantenere le posizioni nonostante che il virus avesse colpito prima l’Italia compromettendo asimmetricamente l’andamento della nostra manifattura. E proprio in virt di questo ragionamento, penso sarebbe auspicabile un passo in avanti nei rapporti tra i due Paesi. Un vero e proprio piano congiunto italo-tedesco per la politica industriale e la transizione energetica. All’insegna della ricerca e dell’innovazione.

Il salto di qualit

Per centrare quest’obiettivo le relazioni bilaterali tra i ministri competenti devono operare un salto di qualit, un po’ come Roma sta facendo con la Francia

. Il ministro Urso stato di recente anche in Germania e ci vedo un’apertura. necessaria una prassi pi continuativa, penso che non se ne possa fare a meno, aggiunge Poggio. Ma non c’ il rischio che il dossier dell’auto elettrica e le differenti posizioni assunte nel negoziato con la commissione Von der Leyen lascino una distanza tra Roma e Berlino e tengano aperta una ferita? Senza sottovalutare il livello della decisione politica penso che alla fine contino le scelte operate in chiave industriale. I grandi gruppi tedeschi hanno investito e stanno investendo nell’auto elettrica e non c’ dubbio che quella sia la strada — risponde Poggio —. Tocca anche a noi italiani muoverci per innovare il settore, pi che resistere al cambiamento.



Fonte: https://www.corriere.it/economia/aziende/23_marzo_28/germania-italia-scambio-commerciale-record-1685-miliardi-perche-corridoio-va-rafforzato-930d7c18-cd2c-11ed-ab8e-1e4a885c119f.shtml

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