Primo ok alla morte assistita dal Parlamento britannico
LONDRA – Il Parlamento di Westminster apre la porta alla morte assistita: i deputati venerdì hanno votato a favore – 330 contro 275 – a una mozione che, se diventerà legge, renderà legale per la prima volta mettere fine a una vita umana in casi di malattia terminale all’ultimo stadio.
L’ultima volta che la questione era stata dibattuta, dieci anni fa, il Parlamento aveva votato contro. Ora, dopo oltre cinque ore di dibattito in aula, la scelta dei deputati ha rispecchiato l’opinione pubblica che è nettamente schierata a favore. Secondo gli ultimi sondaggi due terzi dei cittadini vuole la libertà di scelta.
I partiti avevano lasciato liberi i deputati di votare secondo coscienza, e gli schieramenti pro e contro non hanno seguito logiche politiche ma solo scelte personali. Il premier Keir Starmer e la cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves hanno votato a favore, ma altri ministri laburisti, tra cui il ministro della Sanità e la responsabile della Giustizia, hanno votato contro per motivi religiosi. Tutti i leader religiosi nelle ultime settimane avevano lanciato un appello a non approvare la legge per rispettare la santità della vita umana.
La mozione, proposta dalla deputata laburista Kim Leadbeater, è molto circostanziata e offre numerose garanzie per prevenire eventuali abusi. Il diritto di scegliere la morte è concesso solo a persone con una malattia terminale e meno di sei mesi di vita. La richiesta deve essere approvata da due medici diversi, poi è previsto un periodo di riflessione e infine la decisione finale spetta a un giudice dell’Alta Corte.
Si tratta del primo passo per la mozione, che non diventerà legge per almeno tre anni. Il Parlamento tornerà a discutere la questione in aprile e, se il disegno di legge sarà nuovamente approvato dai deputati, passerà poi alla Camera dei Lord. Una volta diventato legge, non entrerà in vigore per due anni.
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