Quando e come (non) infierire sull’avversario. Di Matteo Spigolon


Sulla Gazzetta dello Sport si celebra la recente vittoria dell’Atalanta ai danni della Salernitana. 8 a 2 in favore dei bergamaschi. Nonostante il risultato, niente record e niente ingresso nella Top5 delle goleade. Dettagli per appassionati.

 

Ma la cosa che più mi ha colpito è un articolo dal titolo: “Da Zemanlandia allo specialista Gasp. Ma è giusto infierire sull’avversario?”

Per chi non li conoscesse: Zeman era (in realtà è, ma a fine carriera) un allenatore che ha sempre privilegiato il calcio offensivo con lo scopo di segnare tanti gol, con la conseguenza di subirne altrettanti. Gasp è l’abbreviativo di Gasperini, allenatore di quell’Atalanta che negli ultimi anni ha dato spettacolo in Italia e in Europa.

Il sottotitolo è ancora più emblematico: “L’8-2 dell’Atalanta sulla Salernitana ripropone il tema. Meglio fermarsi o continuare a giocare? All’estero il problema non si pone, in Italia c’è chi si offende.”

Se vai all’estero e non giochi fino alla fine (mica usano la parola ‘infierire’, come da noi) è un’atteggiamento che, paradossalmente, umilia di più gli sconfitti di quanto non avvenga tirando i remi in barca.

Altra mentalità, meno vittimistica. In Italia, corretto quanto scrivono, se non ti fermi potresti essere ripreso per il tuo comportamento.

Sono due diverse e opposte filosofie.

Filosofie tra cui si deve scegliere anche nella vita di tutti i giorni, nel mondo del lavoro e in politica. Fermarsi o continuare fino al “colpo mortale” (metaforico)?

Io sono dell’idea che, se arrivi a umiliare una persona, o vai fino in fondo e le dai quel “colpo mortale” che non le permetta mai più rialzarsi oppure, se la “lasci in vita”, c’è la possibilità che prima o poi si rialzi, si rigeneri, diventi più forte e si vendichi.

Non sarebbe la prima volta, la storia è piena di casi simili.

Anche nei film, che per quanto romanzati spesso sono lo specchio della realtà.

Prendi, ad esempio, la saga di Iron Man.

Nel terzo e conclusivo episodio, il villain di turno è il Mandarino, un cattivo che agisce nell’ombra e vuole annientare Tony Stark per vendicarsi dell’umiliazione subita anni prima.

Ti riporto le prima due righe della trama presa da Wikipedia:

“Tony Stark ricorda un party avvenuto alla vigilia di Capodanno del 1999 a Berna, quando incontrò la scienziata Maya Hansen, inventrice di Extremis, un siero sperimentale rigenerante capace di guarire da lesioni invalidanti. Lo scienziato zoppo Aldrich Killian offre loro di unirsi alla sua azienda, l’A.I.M., ma Stark rifiuta l’offerta, umiliando Killian lasciandolo sul tetto dell’edificio in sua vana attesa.”

L’umiliazione è una delle più potenti fonti da cui può trarre energia un essere umano. Ecco perché è molto pericolosa. Se sei un imprenditore, devi decidere se fermarti al punto limite o se umiliare il tuo concorrente, ma a quel punto devi farlo chiudere definitivamente. Se fai politica, vale la stessa cosa: non vai oltre una certa soglia oppure se lo costringi a chiedere pietà per salvarsi non sai cosa potrà accadere in futuro.

 

Matteo Spigolon

 



Fonte: https://www.ticinonotizie.it/quando-e-come-non-infierire-sullavversario-di-matteo-spigolon/

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