“Renderemo la città di nuovo pulita, libera e sicura”

Il coprifuoco annunciato dalla sindaca di Los Angeles, Karen Bass, per il centro della città è entrato in vigore alle 20 locali (le 5 del mattino italiane) e durerà fino alle 6 del mattino (le 15 italiane). Le autorità di Los Angeles hanno fatto sapere che la misura dovrebbe rimanere in vigore “per diversi giorni”, anche se questa disposizione sarà oggetto di progressive rivalutazioni. Il coprifuoco, ha spiegato la sindaca Karen Bass, prevede “esenzioni limitate” per i residenti delle zone interessate e per le persone che devono recarvisi per lavoro. “In centro ci sono graffiti ovunque, e hanno causato danni significativi”, ha affermato Bass. Stando a fonti delle forze dell’ordine citate dall’emittente televisiva “Cnn”, il coprifuoco interesserà meno di 100 mila dei quattro milioni di residenti di Los Angeles.
La polizia di Los Angeles ha riferito di aver effettuato “decine di arresti” all’interno della zona sottoposta a coprifuoco, dove diversi gruppi di manifestanti continuavano a radunarsi. “Diversi gruppi si stanno ancora concentrando su 1st Street, tra Spring e Alameda”, ha scritto il dipartimento della polizia di Los Angeles sulla piattaforma X, aggiungendo che sono in corso arresti di massa. In un aggiornamento successivo, le forze dell’ordine hanno precisato che gli arresti sono stati effettuati per mancato rispetto dell’ordine di dispersione in occasione di un assembramento non autorizzato.
Intanto in un’altra città della California, San Francisco, la polizia ha arrestato 92 persone nella serata di lunedì, durante le proteste contro le politiche anti-immigrazione dell’amministrazione Trump. Lo riferisce il “New York Times”. Gli arresti sono stati effettuati dopo che un gruppo di persone si è separato da una manifestazione, danneggiando diversi edifici e imbrattando muri con graffiti.
Trump: “Libereremo la città di nuovo”
L’amministrazione Trump “libererà di nuovo” la città di Los Angeles, ha detto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante un discorso alla base militare di Fort Bragg, nella Carolina del Nord, parlando delle proteste che vanno avanti dal fine settimana contro le politiche anti-immigrazione del governo federale. “La renderemo di nuovo pulita, libera e sicura”, ha aggiunto.
Poi, tra le migliaia di immigrati irregolari per cui l’amministrazione Trump starebbe valutando il trasferimento presso la base militare nella baia di Guantanamo, a Cuba, ci sarebbero anche cittadini italiani. Lo hanno detto alcuni funzionari statunitensi anonimi al “Washington Post”, confermando che i trasferimenti potrebbero prendere il via già da questa settimana, come precedentemente riportato da indiscrezioni di stampa. Gli stranieri che si trovano illegalmente negli Usa e che potrebbero essere trasferiti a Guantanamo prima del rimpatrio provengono da diversi Paesi, e centinaia sono cittadini di nazioni alleate come Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina. Molti, hanno aggiunto le fonti, vengono da Haiti. I funzionari hanno definito “improbabile” la possibilità di informare i Paesi di origine in merito al trasferimento a Guantanamo dei propri cittadini.
Le critiche della casa Bianca al governatore della California
La Casa Bianca ha criticato duramente le ultime osservazioni pronunciate dal governatore della California, Gavin Newsom, secondo cui “la democrazia è sotto attacco”. In un messaggio pubblicato sulla piattaforma social X, la vice portavoce della Casa Bianca Abigail Jackson ha commentato: “Manuale Newsom 101: dare la colpa della propria incompetenza a Trump. Patetico e prevedibile!”.
Secondo il governatore della California Newsom, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, “ha preferito la teatralità alla sicurezza pubblica”. Lo ha detto il governatore della California, Gavin Newsom, ripreso oggi dall’emittente televisiva “Cnn”. “I cittadini di Los Angeles sono scesi in piazza per esercitare il loro diritto costituzionale alla libertà di parola e di assemblea, per protestare contro le azioni del governo”, ha detto il governatore. L’amministrazione Trump, ha aggiunto, sta “prendendo di mira indiscriminatamente le famiglie di immigrati che lavorano duramente, indipendentemente dalle loro radici o dai rischi”.
La manifestazione a New York
Centinaia di persone hanno preso parte a una manifestazione a New York per protestare contro le politiche anti-immigrazione dell’amministrazione Trump. Lo riferisce l’emittente “Cnn”, aggiungendo che i manifestanti stanno marciando in città da oltre due ore. Diverse persone hanno con sé cartelli contro l’Agenzia per l’immigrazione e il controllo delle frontiere (Ice), oltre a bandiere messicane e palestinesi. “Ice fuori da New York”, si legge su uno dei cartelloni. Le persone si sono radunate a Foley Square, fuori dagli uffici dell’Ice e di altre agenzie federali, intorno alle 17 locali (le 23 di ieri in Italia), per poi marciare fino a un tribunale per l’immigrazione. Il traffico nell’area è completamente bloccato, e la polizia per il momento sta permettendo alla manifestazione di continuare.
Il dispiegamento delle unità speciali
L’Agenzia federale statunitense per l’immigrazione e il controllo delle frontiere (Ice) si starebbe preparando a dispiegare le sue unità per le risposte speciali (Srt) in cinque grandi città controllate dai democratici. Lo hanno detto fonti anonime all’emittente “Nbc News”. Le squadre in questione sono composte da unità tattiche speciali equipaggiate con veicoli corazzati, armi lunghe e giubbotti antiproiettile, tradizionalmente impiegate per condurre operazioni ad alto rischio. Secondo l’emittente, le unità in questione sarebbero state impiegate anche a Los Angeles, nelle giornate che hanno preceduto le proteste di massa che vanno avanti dal fine settimana contro le politiche anti-immigrazione del governo federale. Le fonti hanno precisato che l’agenzia avrebbe ordinato il dispiegamento delle unità a Seattle, Chicago, Philadelphia e a New York, oltre al Nord della Virginia.
L’Agenzia statunitense per l’immigrazione (Ice) ha condotto una maxi retata in uno stabilimento specializzato nella produzione di carne a Ohama, in Nebraska, fermando tra le 75 e le 80 persone. Il dipartimento per la Sicurezza interna ha precisato che si è trattato della “più imponente operazione di verifica occupazionale” mai condotta nello Stato federale dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca. L’operazione si è svolta negli stabilimenti di Glenn Valley Foods, il cui presidente, Chad Hartmann, ha dichiarato che l’azienda utilizza il sistema federale “E-Verify” per il controllo dello status dei dipendenti. A quanto riferito da Hartmann, gli agenti federali avrebbero identificato 107 persone in possesso di documenti fraudolenti, dando così il via all’operazione.
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